Arpeggio. Esecuzione successiva, più o meno veloce, delle singole note di un accordo musicale ordinatamente dal grave all'acuto o viceversa. Può segnarsi per disteso, secondo l'effetto desiderato, oppure (lasciando all'esecutore un certo margine di discrezione) tracciando verticalmente a sinistra dell'accordo una linea serpeggiante o di rado curva a mo' di legatura. Tale abbreviazione intende solitamente un'esecuzione dal basso all'alto; volendo invece precisare l'una o l'altra delle direzioni si può tradurre il segno in una freccia serpeggiante. Nei secc. XVII e XVIII l'arpeggio, assunto come abbellimento nella musica strumentale, fu dapprima chiamato arpègement, e, quando non si volle lasciare l'esecutore arbitro di deciderne la direzione, si indicò questa con linee serpeggianti munite di uncini terminali, linee rette spezzate a un'estremità oppure con un trattino sbarrante la nota estrema dell'accordo, verso l'alto o verso il basso. Piccole legature verticali fra nota e nota o trattini fra le note interne dell'accordo significarono un tipo di abbellimento, l'arpègement figuré, che introduceva nell'arpeggio note estranee di appoggiatura o di passaggio.


Garzantina Musica, Garzanti Libri s.p.a, Milano, 2009