Canone.
Artificio contrappuntistico in cui una parte (comes, 'compagno')
riproduce, come un'eco, un segmento melodico proposto da un'altra (dux, 'guida'),
intervenendo prima che questa abbia concluso la sua esposizione. Il comes può proporre
esattamente la medesima successione di note esposta dal dux
(canone all'unisono), oppure trasporla. A seconda dell'intervallo a cui
avviene la trasposizione si parla di 'canone alla seconda' (ad es., il dux inizia dal do,
e il comes
da re), 'alla terza' (ad es., il dux
inizia da do, il comes
da mi), 'alla quarta', ecc., 'superiori' o 'inferiori' a seconda che la
trasposizione sia avvenuta verso l'acuto o verso il grave. Il comes può anche
modificare i valori ritmici del dux,
accrescendoli (canone per
aumentazione) o riducendoli (canone per diminuzione).
Se le due parti in canone hanno segni di mensura diversi l'una
dall'altra, la successione di note viene di fatto esposta a due
velocità differenti, per cui le due voci, partite assieme, vanno
via via sfasandosi. Si ha in questo caso un canone mensurale. Inoltre
il comes
può ripetere la melodia del dux
rovesciandola, ossia invertendo la direzione degli intervalli (da
discendenti ad ascendenti e viceversa) (inversione o canone per moto contrario);
oppure riprodurla a ritroso, iniziando dall'ultima nota e terminando
con la prima (retrogrado
o canone cancrizzante);
oppure può combinare le due soluzioni precedenti, esponendo la
serie di note a ritroso e con gli intervalli rovesciati (inversione retrograda)