Canone. Artificio contrappuntistico in cui una parte (comes, 'compagno') riproduce, come un'eco, un segmento melodico proposto da un'altra (dux, 'guida'), intervenendo prima che questa abbia concluso la sua esposizione. Il comes può proporre esattamente la medesima successione di note esposta dal dux (canone all'unisono), oppure trasporla. A seconda dell'intervallo a cui avviene la trasposizione si parla di 'canone alla seconda' (ad es., il dux inizia dal do, e il comes da re), 'alla terza' (ad es., il dux inizia da do, il comes da mi), 'alla quarta', ecc., 'superiori' o 'inferiori' a seconda che la trasposizione sia avvenuta verso l'acuto o verso il grave. Il comes può anche modificare i valori ritmici del dux, accrescendoli (canone per aumentazione) o riducendoli (canone per diminuzione). Se le due parti in canone hanno segni di mensura diversi l'una dall'altra, la successione di note viene di fatto esposta a due velocità differenti, per cui le due voci, partite assieme, vanno via via sfasandosi. Si ha in questo caso un canone mensurale. Inoltre il comes può ripetere la melodia del dux rovesciandola, ossia invertendo la direzione degli intervalli (da discendenti ad ascendenti e viceversa) (inversione o canone per moto contrario); oppure riprodurla a ritroso, iniziando dall'ultima nota e terminando con la prima (retrogrado o canone cancrizzante); oppure può combinare le due soluzioni precedenti, esponendo la serie di note a ritroso e con gli intervalli rovesciati (inversione retrograda)


Storia della musica occidentale, Armando Editore, Roma, 2000