Modulazione. Passaggio da una tonalità all'altra in un brano musicale. Data la tonalità d'impianto di un pezzo, con cui questo normalmente si inizia e conclude, è possibile di volta in volta introdurre altre tonalità (per periodi più o meno lunghi) mediante un opportuno trattamento degli accordi, con alterazioni oppure con un passaggio più repentino (transizione). Condizione di una modulazione effettiva è che la nuova tonalità sia affermata con gli accordi caratteristici della propria scala, sul IV, sul V e sul I grado. Di modulazione in senso rigoroso si può parlare solo con l'affermazione della musica tonale, più o meno all'inizio del '600. Dopo un periodo di estrema libertà di accostamenti tonali (fino a Purcell), la modulazione fu in genere limitata nel primo '700 a tonalità vicine a quella d'impianto (cioè basate su scale costituite da note il meno possibile diverse da quelle della scala della tonalità principale), passando in seguito a una libertà sempre maggiore fino a dissolversi completamente nella libera atonalità e nella dodecafonia, in cui il concetto stesso di tonalità viene negato.


Garzantina Musica, Garzanti Libri s.p.a, Milano, 2009