Poema sinfonico. Il "poema sinfonico" è un tipo di composizione musicale che trova la sua definizione nell'età del Romanticismo, ed espressamente ad opera di Franz Liszt; in realtà le premesse del poema sinfonico sono assai più lontane, in quanto si riallacciano a uno dei temi-chiave della musica di ogni tempo, quello della cosiddetta musica "a programma", ossia il principio secondo il quale una composizione musicale non è interamente autoreferenziata, non trova le sue giustificazioni esclusivamente all'interno del fatto musicale, ma piuttosto ha bisogno di riallacciarsi a qualcosa di "esterno", che può essere uno spunto descrittivo, o poetico, letterario, filosofico. Se gli esempi di musica a programma sono infiniti (si pensi alle Quattro stagioni di Vivaldi), nell'età romantica il ricorso a referenti esterni per la composizione non è più solamente una delle tante variabili a disposizione di un autore, ma piuttosto un costante principio di riferimento, per cui funzione della musica è quella di essere portatrice di idee e valori. Il poema sinfonico di Liszt, e poi di Richard Strauss, è la risposta più originale a questa nuova esigenza, per cui all'origine di una partitura orchestrale si pone un referente extramusicale, spesso letterario; a questo si accompagna una forma musicale che appare più rapsodica, non rigidamente organizzata secondo precise relazioni tematiche. Senonché rimane poi da chiarire che la composizione musicale si nutre comunque di "regole" che si giustificano solamente all'interno della musica stessa; gli spunti letterari sono così lo stimolo che serve al compositore per la creazione, e il "programma illustrativo" che viene fornito all'ascoltatore è una opzione che può guidare nell'ascolto, ma non per questo è indispensabile per comprendere i valori e il significato di una partitura.

Arrigo Quattrocchi


Accademia Filarmonica Romana, Roma, 1999