Preludio. Generalmente, la parte introduttiva, in forma libera, di una composizione strumentale; in casi più rari, brano autonomo. Nato nel sec. XV come pezzo per strumento solista, risultato di diverse esigenze pratiche (come una preparazione tecnica all'esecuzione o un'improvvisazione per dare l'intonazione ai cantanti), il preludio si sviluppa nel corso del '500, dove è praticamente sinonimo di toccata, finché, nel '600, assume la caratteristica di brano che introduce le forme propriamente classiche, come la suite o la fuga. Nei paesi protestanti, il preludio si diffonde come introduzione al corale. Il termine si riferisce, comunque, soprattutto alla musica per strumento solista e designa brani formalmente liberi, spesso di bravura, non rifuggenti peraltro da elementi imitativi (preludi di Bach per organo o clavicembalo). A partire dall'epoca romantica, il preludio, in connessione con lo sviluppo delle forme, acquista carattere lirico e si trasforma in funzione dell'espressività (preludi pianistici di Chopin e di Debussy). Già nell'800, ma soprattutto successivamente, il termine era usato talvolta come sinonimo di ouverture di un'opera teatrale.


Garzantina Musica, Garzanti Libri s.p.a, Milano, 2009