Ragtime. Il termine americano "ragtime" può essere tradotto letteralmente come "tempo stracciato" o "tempo a brandelli"; riferito a una intera composizione musicale, o anche al tempo da essa adottato, questa denominazione costituisce una sintetica e efficace descrizione dell'effetto compiuto sull'orecchio umano dalla sovrapposizione di due elementi costituivi: un accompagnamento uniforme, regolare, quasi di marcia (nel metro di 2/4) e una linea melodica animata da un continuo sincopato, ossia uno spostamento degli accenti regolari del discorso musicale: in sostanza la sovrapposizione di un ritmo irregolare su un ritmo regolare. Il ragtime nasce nell'ultimo decennio del secolo scorso nei ghetti neri del Missouri, con la codificazione e la sistematizzazione di diverse componenti musicali che provenivano dal canto popolare nero. Neri erano i pianisti che furono i massimi esponenti del genere, primi fra i quali Thomas Turpin e Scott Joplin, che operarono anche la codificazione formale dell'alternanza di quattro temi diversi, secondo lo schema prevalente AAB-BACCDD. L'importanza del ragtime risiede essenzialmente nel fatto che si tratta del primo genere musicale autonomo che la comunità afro-americana abbia prodotto nel campo puramente strumentale. Non a caso la sua diffusione fu assai significativa, tanto nel Middle West e nel sud che nelle grandi città del nord, non solo tramite la tastiera del pianoforte, ma anche, sulla chitarra o attraverso complessi strumentali. In sostanza costituì un imprescindibile anello di congiunzione fra il canto nero e le prime manifestazioni del jazz, soprattutto grazie alla figura di Jelly Roll Morton. Non stupisce che compositori come Igor Stravinsky o Darius Milhaud, molto attenti alle manifestazioni di musica extracolta, prendessero spunto dal ragtime per operarne personali interpretazioni e rielaborazioni.

Arrigo Quattrocchi


Accademia Filarmonica Romana, Roma, 1999