Serenata. Composizione vocale, con accompagnamento di uno o pochi strumenti (chitarra, mandolino ecc.), destinata all'esecuzione notturna o serale sotto le finestre di una donna amata. Ha origini e caratteri popolari e struttura semplice e libera; venne inserita, come pezzo «di genere», in numerose opere dei secc. XVIII e XIX (Barbiere di Siviglia, Trovatore, Maestri cantori).

Nella seconda metà del sec. XVIII, composizione strumentale destinata all'esecuzione serale all'aperto. Analogamente ai divertimenti e alle cassazioni, fu preferibilmente destinata a organici con strumenti a fiato, e venne strutturata come una successione di danze, spesso con una marcia introduttiva. In Mozart, che scrisse i capolavori del genere, predominano gli archi e subentra la forma-sonata, ma in ridotte proporzioni. Il genere è stato occasionalmente ripreso nel '900 (Schonberg, Maderna) come sinonimo di composizione libera ed estrosa.

Composizione drammatico-musicale in voga verso la fine del '600 e nel '700, di argomento mitologico-pastorale, o storico, quasi sempre allegorico, rappresentata nelle corti con pochi personaggi e con fini celebrativi. Ne scrissero molti musicisti della scuola napoletana, Händel e altri compositori. 


Garzantina Musica, Garzanti Libri s.p.a, Milano, 2009