Temperamento. "Temperare" è sinonimo di "correggere", "aggiustare". In campo musicale il sostantivo derivato da questo verbo, il "temperamento" indica appunto una correzione, un aggiustamento operato sull'accordatura degli strumenti. Questa accordatura era effettuata, fino al secolo XVI, seguendo un sistema di rapporti matematici fra i suoni (scala pitagorica, dal nome del matematico greco) che rendeva però "stonati" alcuni intervalli, in modo particolare l'intervallo di terza. Con l'età del Rinascimento si affermano le tonalità moderne, e gli accordi maggiori e minori, in cui ha ruolo prioritario proprio l'intervallo di terza. Di qui la necessità di una nuova accordatura (scala zarliniana dal nome del teorico Zarlino, o anche "naturale") basata su rapporti acustici, naturali fra i suoni e impiegata soprattutto per gli strumenti a tastiera (organo, cembalo, clavicordo, spinetta ecc.). In questa accordatura naturale, tuttavia, i suoni denominati come diesis o bemolle (i cosiddetti tasti neri della moderna tastiera) non erano fra loro equivalenti ma erano soggetti a differenze di intonazione; il sistema naturale rendeva impossibile l'esecuzione consecutiva dì brani scritti in tonalità distanti senza ogni volta l'obbligo di accordare nuovamente lo strumento, adeguando l'accordatura a seconda della tonalità del caso. Da qui una lunga serie di studi teorici (il principale è Musikalische Temperatur di Andreas Werckmeister, del 1691) volti ad inventare correttivi (cioè appunto "temperamenti") alla scala naturale, in modo da rendere idonea una sola accordatura al più vasto numero possibile di tonalità; studi culminati nell'invenzione del cosiddetto temperamento equabile, per il quale vi è assoluta eguaglianza fra i dodici semitoni che compongono l'ottava, e dunque una unica accordatura è sufficiente per brani scritti nelle ventiquattro tonalità maggiori.

Arrigo Quattrocchi


Accademia Filarmonica Romana, Roma, 2000