Adagio in sol maggiore, BWV 968


Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750) (1685 - 1750)
Organico: clavicembalo
Composizione: 1720 circa
Edizione: Peters, Lispia, s. a.

Arrangiamento per clavicembalo del primo movimento della Sonata n. 3 per violino solo BWV 1005
Guida all'ascolto (nota 1)

Non si conoscono esattamente i motivi per cui nel 1717 Bach decise di lasciare Weimar per un incarico alla corte del principe Leopold a Köthen, ma si sa che non fu un divorzio "consensuale": quando presentò le dimissioni fu arrestato, chiuso in carcere e quindi licenziato in malo modo.

Il nuovo ruolo come Maestro di cappella prevedeva la "fornitura" di tutta la musica necessaria ai bisogni di palazzo: brani d'intrattenimento, cantate d'omaggio e composizioni celebrative per le ricorrenze.

La sua attività si manifestò quindi soprattutto nel campo della musica strumentale anche con aspetti di intento pedagogico (rivolto anche ai giovanissimi figli Wilhelm Friedemann e Carl Philipp Emanuel e alla seconda moglie Anna Magdalena): risalgono a questi anni infatti le Sonate cameristiche, i Concerti (compresi i Brandeburghesi), le Ouvertures e i grandi lavori "didattici" quali le Invenzioni a 2 e 3 voci, le Suites "inglesi" e "francesi", la prima parte del Clavicembalo ben temperato, le Suites per violoncello solo e le sei Sonate e Partite per violino solo BWV 1001-1006.

Fu lo stesso Bach a utilizzare il materiale di questa raccolta per altre versioni strumentali, dalla Suite in mi maggiore per liuto BWV 1006a (da BWV 1006) alla Fuga in re minore per organo BWV 539 (tratta dalla Sonata BWV 1001). Di non certa attribuzione sono invece la Sonata in re minore per cembalo BWV 964 (dalla Sonata BWV 1003) e l'Adagio in sol maggiore BWV 968 tratto dal primo tempo della Sonata BWV 1005 in do maggiore. Quest'ultimo infatti ci è stato tramandato in un unico manoscritto copiato da Johann Christoph Altnikol, allievo e genero di Bach (era il marito della figlia Elisabeth Juliana Friderica): non ci è dato sapere quindi se il compositore abbia davvero completato la trascrizione, se la versione pervenutaci sia veramente sua oppure sia attribuibile ad uno dei figli (Wilhelm Friedemann o Carl Philipp Emanuel) o addirittura anche ad un altro suo allievo, Johann Gottfried Müthel. Resta in ogni caso una pagina molto suggestiva resa ancor più "audace" dalla trasposizione del brano in un una tessitura più bassa rispetto all'originale: le note più gravi del clavicembalo sono quindi utilizzate secondo un modello di "basso obbligato" e alla mano destra è affidato il compito di fiorire con raffinata intensità il discorso.

Laura Pietrantoni


(1)  Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 27 marzo 2008


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Ultimo aggiornamento 15 giugno 2013