Ihr werdet weinen und heulen (Voi piangerete e vi lamenterete), BWV 103
Cantata in si minore per soli, coro e orchestra
Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Testo: Marianne von Ziegler
Occasione: 3a domenica dopo Pasqua
- Ihr
werdet weinen und heulen
Coro in si minore per
coro, ottavino, violino solo, 2 oboi, archi e continuo
- Wer
sollte nicht in Klagen untergehn
Recitativo in
fa diesis minore/do diesis minore per tenore e continuo
- Kein
Arzt ist ausser dir zu finden
Aria in fa
diesis minore per contralto, violino concertante o flauto traverso e
continuo
- Du
wirst mich nach der Angst auch wiederum erquicken
Recitativo in si minore/re maggiore per contralto e continuo
- Erholet
euch, betrübte Stimmen
Aria in re
maggiore per tenore, tromba, archi e continuo
- Ich
hab' dich einen Augenblick
Corale in si minore
per coro, tromba, flauto traverso, 2 oboi d'amore, archi e
continuo
Organico:
contralto, tenore, coro misto, ottavino, flauto traverso, 2
oboi d'amore, tromba, 2 violini, viola, continuo
Composizione: Lipsia, 1725
Prima esecuzione:
Lipsia, Thomaskirche, 22 aprile 1725
Edizione:
Simrock, Bonn, 1830
La Cantata "Ihr werdet weinen und heulen" BWV 103 scritta nel
1725
per la Dominica Jubilate su testo di Mariane von Ziegler, richiede due
voci (alto e tenore), il coro, flauto, flauto piccolo. 2 oboi, oboe
d'amore, tromba, 2 violini, viola e continuo. E' interessante ricordare
che in questo caso, come altrove, Bach non rispetta completamente il
testo poetico della Ziegler ma porta alcune modifiche, con
abbreviazioni e condensazioni particolarmente evidenti nei recitativi,
rese necessarie anche dalle finalità pratiche di esecuzione,
oltre che da ragioni musicali. Il testo prende lo spunto da Giovanni
(16,20) al versetto "Voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si
rallegrerà": su di esso il coro è impegnato, dopo
una
introduzione strumentale, con fitto stile polifonico in una doppia
proposta fugata. Nell'adagio seguente, un recitativo accompagnato, si
svolge il secondo emistichio, che nella parte finale richiede ancora il
coro (terza apparizione fugata) con l'idea centrale della
trasformazione del dolore in gioia. I poli opposti di dolore e gioia
sono anche i motivi ispiratori dei due recitativi che precedono le due
arie, entrambe di carattere virtuosistico e di struttura bipartita, con
l'apporto di strumenti concernenti il flauto piccolo nel primo caso e
la tromba nell'altro.
Roberto Chiesa
(1)
Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 11 aprile 1990
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Ultimo aggiornamento 15 luglio 2013