Gott, man lobet dich in der Stille (Dio, ti lodiamo nel silenzio), BWV 120

Cantata in la maggiore per soli, coro e orchestra

Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Testo: forse Picander (Christian Friedrich Henrici)
Occasione: inaugurazione del consiglio municipale di Lipsia (1728 o 1729)
  1. Gott, man lobet dich in der Stille
    Aria in la maggiore per contralto, 2 oboi d'amore, archi e continuo
    Riutilizzato nell’Aria n. 6 di BWV 120a e nell'Arioso n. 1 di BWV 120b
  2. Jauchzet, ihr erfreuten Stimmen
    Coro in re maggiore per coro, 2 oboi d'amore, 3 trombe, timpani, archi e continuo
    Riutilizzato nel Coro n. 1 di BWV 120a e nell'Aria n. 2 di BWV 120b e nell'"Et expecto" della Messa BWV 232
  3. Auf, du geliebte Lindenstadt!
    Recitativo in si minore per basso e continuo
  4. Heil und Segen soll und muss zu aller Zeit
    Aria in sol maggiore per soprano, violino solo, archi e continuo
    Variante del terzo movimento della sonata BWV 1019a
    Ripreso come Aria n. 3 di BWV 120a e n. 4 di BWV 120b
  5. Nun, Herr, so weihe selbst dein Regiment
    Recitativo in re maggiore/fa diesis minore per tenore, archi e continuo
  6. Nun hilf uns, Herr, den Dienern dein
    Corale in si minore/re maggiore per coro e continuo
Organico: soprano, contralto, tenore, basso, coro misto, 2 oboi d'amore, 3 trombe, timpani, 2 violini, viola, continuo
Composizione: 1728 - 1729 circa
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1876
Guida all'ascolto (nota 1)

Le due cantate in programma [Bwv 119 e BWV 120 n.d.r.] fanno parte di un'ampia serie di composizioni celebrative con le quali Bach, nel corso dei ventotto anni trascorsi a Lipsia (1723-1750), provvide a solennizzare l'insediamento annuale degli organi amministrativi della città. Il Consiglio Municipale di Lipsia era composto da 30 membri elettivi, scelti ogni anno nel giorno di San Bartolomeo, il 24 agosto. Il primo lunedì successivo si teneva una lunga cerimonia, dalle 7 del mattino al pomeriggio inoltrato, il cui filo conduttore era rappresentato da un fitto programma di iniziative religiose, messe e benedizioni, che avevano fra l'altro lo scopo di ritualizzare la stipula del patto sociale fra il popolo, i suoi rappresentanti e l'ordine celeste, fondamento e garanzia di ogni sodalizio civile. Nella chiesa di St. Nikolaus, situata accanto al Municipio, veniva eseguita per l'occasione una nuova cantata che era onere e privilegio esclusivo del director musices, e alla cui composizione Bach attese pertanto regolarmente fino all'anno della sua morte.

Non è certo se la Cantata Gott, ;man lobet Dich in der Stille BWV 120 («Dio, ti lodiamo nel silenzio») risalga al 1728 o al 1729, né è possibile dire se si tratti di una musica del tutto originale o se Bach abbia riutilizzato nella circostanza musica già scritta in precedenza. Certo è comunque che si riconoscono nel brano alcuni "autoimprestiti", per esempio il tema dell'aria n. 4 «Heil und Segen», tratto dalla Sonata in sol maggiore per violino e clavicembalo BWV 1019, e che Bach l'avrebbe in seguito sfruttata per almeno altre due occasioni: una Cantata nuziale BWV 120a e una celebrazione della Confessione di Augusta BWV 120b.

Il testo è firmato da Henrici ed è basato sulla correlazione fra Lipsia e Gerusalemme, con la cittadella di Sion identificata in questo caso direttamente con il Consiglio cittadino, difensore dei diritti e dei doveri morali e civili della comunità. Sempre come nella Cantata BWV 119, anche in questa viene citata la quarta strofa del Te Deum luterano.

Quanto però la cantata precedente era brillante e festosa, tanto questa seconda è elegante e delicata. Già l'inizio, insolitamente affidato a un'aria del contralto, va in questa direzione. Il passaggio dall'aria al coro avviene inoltre senza cesure, senza un recitativo di connessione, e il trattamento dell'insieme vocale è semplice, quasi operistico, a conferma di una scelta stilistica che preferisce qui la tornitura virtuosistica delle voci alla densità dell'impianto contrappuntistico. Il ruolo concertante del violino, che raddoppia e decora la voce nell'aria del soprano, è un ulteriore segno di come Bach, pur restando fedele alla commistione di linguaggio sacro e linguaggio profano richiesto dalle circostanze, fosse molto attento nel distribuire gli accenti e i pesi del suo discorso che evidenziano, in questo caso, la funzione simbolica assegnata al Consiglio Municipale proprio attraverso la sottolineatura dei tratti di una scrittura laica molto vicina a quella dell'opera lirica.

Stefano Catucci


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 21 gennaio 1999

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Ultimo aggiornamento 20 ottobre 2013