La Cantata Schlage doch, gewünschte Stunde («Deh, suona, ora desiderata») è in realtà un'aria funebre per voce sola di contralto. Fu scritta da Bach intorno al 1730, a Lipsia, Il testo è d'autore sconosciuto, anche se potrebbe essere ascritto a Salomo Franck, «librettista» di Bach a Weimar. Lo strumentale prevede oltre agli archi e al continuo due campanelle, in si e in mi. L'attribuzione a Bach di questa Cantata solistica è stata contestata da alcuni critici ma è affermata dallo Spitta e dallo Schweitzer.
L'aria è fondata su un giro melodico ad ampio respiro, con note di valore lungo (semibrevi e minime). I rintocchi funebri delle campanelle non intaccano il carattere consolante della pagina, quella sorta di dolce, rasserenante melanconia che lo Schweitzer ha felicemente chiamato «nostalgia della morte».
Carlo Marinelli
Schlage doch, gewünschte Stunde, Brich doch an, du schöner Tag. Kommt, ihr Engel, auf mich zu, Öffnet mir die Himmels Auen Meinen Jesum bald zu schauen In vergnügter Seelen Ruh', loh begehr' von Herzens Grunde Nur den letzen Seigerschlag. Schlage, doch, gewünschte Stunde, ecc. |
Deh,
suona, ora desiderata; spunta, giorno radioso. Angeli, venite a me, schiudetemi le fiorite plaghe del cielo, ch'io veda il mio Gesù nella lieta pace dell'anima. Dal profondo del cuore io anelo soltanto al suono che segnerà il momento della mia purificazione finale. |