Gelobet seist du, Jesu Christ (Sii tu lodato, Gesù Cristo), BWV 91

Cantata in sol maggiore per soli, coro e orchestra

Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Testo: forse di Bach da Martin Lutero
Occasione: per il giorno di Natale
  1. Gelobet seist du, Jesu Christ
    Coro in sol maggiore per coro e tutti gli strumenti
  2. Der Glanz der höchsten Herrlichkeit
    Recitativo e corale in mi minore per soprano e continuo
  3. Gott, dem der Erdenkreis zu klein
    Aria in la minore per tenore, 3 oboi e continuo
  4. a. O Christenheit! Wohlan
        Recitativo in sol maggiore/do maggiore per basso, archi e continuo
    b. Nichts ist es spat und fruhe
        Recitativo alternativo in sol minore per basso e continuo (organo)
  5. a. Die Armut, so Gott auf sich nimmt
        Duetto in mi minore per soprano, contralto, violini e continuo
    b. Sein menschlich Wesen
        Duetto alternativo in mi minore per soprano, contralto, violini e continuo
  6. Das hat er alles uns getan
    Corale in sol maggiore per coro e tutti gli strumenti
Organico: soprano, contralto, tenore, basso, coro misto, 3 oboi, 2 corni, timpani, 2 violini, viola, continuo
Composizione: Lipsia, 1724
Prima esecuzione: Lipsia, Thomaskirche, 25 dicembre 1724
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1875
Guida all'ascolto (nota 1)

La Cantata Gelobet seist du, Jesu Christ («Sii tu lodato, Gesù Cristo»), fu scritta da Bach per la prima delle tre festività del Natale, a Lipsia, in un anno compreso tra il 1735 e il 1744, probabilmente nel 1736, ma fu poi da lui riveduta e consolidata nella redazione definitiva dopo il 1740. Il testo consiste di una rielaborazione dell'omonimo Lied di Martin Lutero, probabilmente dovuta a Christian Friedrich Henrici (il «librettista» lipsiense di Bach). Con procedimento simile a quello usato per la Cantata n. 8, le due strofe estreme del Lied di Lutero sono mantenute inalterate come testi del coro iniziale e del corale finale, mentre la seconda strofa è elaborata nel primo recitativo, la terza e la quarta sono conglobate a costituire l'aria, e la quinta e la sesta, infine, sono parafrasate, rispettivamente, nel secondo recitativo e nel duetto. La Cantata è così suddivisa in sei pezzi.

L'organico previsto da Bach comprende un coro a quattro voci (soprano, contralto, tenore e basso), tre oboi, due corni, timpani, archi e basso continuo: esso è impiegato per intero soltanto nel coro iniziale e nel corale finale. L'aria, il duetto e i due recitativi sono invece affidati a voci soliste: al soprano, sostenuto dal solo continuo, il primo recitativo; al tenore, con tre oboi e il continuo, l'aria; al basso, sostenuto dagli archi e dal continuo, il secondo recitativo; al soprano e al contralto, con primi e secondi violini all'unisono e basso continuo, il duetto.

La Cantata n. 91 appartiene a quel gruppo di Cantate dell'ultimo periodo di Lipsia che sono caratterizzate, come ha notato lo Schweitzer, «da una giovanile freschezza di ispirazione, tanto che talvolta si sarebbe tentati di credere di trovarsi di fronte ad opere del periodo di Weimar, anziché dalla tarda maturità, se non fosse per una certa perfezione formale che le distingue, rivelando maggior pratica ed esperienza nel maestro... Questo ritorno all'arte primitiva si manifesta in Bach principalmente con la semplicità della strumentazione... Naturalmente, tra tutte le Cantate dell'ultimo periodo di Lipsia, quelle che più si distinguono per queste caratteristiche giovanili, sono quelle di Natale: l'autore era ormai vicino alla sessantina, ma i bambini che giocavano ai suoi piedi non gli lasciavano sentire il peso dell'età».

Carlo Marinelli


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 8 marzo 1963

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Ultimo aggiornamento 9 aprile 2015