La Cantata Gelobet seist du, Jesu Christ («Sii tu lodato, Gesù Cristo»), fu scritta da Bach per la prima delle tre festività del Natale, a Lipsia, in un anno compreso tra il 1735 e il 1744, probabilmente nel 1736, ma fu poi da lui riveduta e consolidata nella redazione definitiva dopo il 1740. Il testo consiste di una rielaborazione dell'omonimo Lied di Martin Lutero, probabilmente dovuta a Christian Friedrich Henrici (il «librettista» lipsiense di Bach). Con procedimento simile a quello usato per la Cantata n. 8, le due strofe estreme del Lied di Lutero sono mantenute inalterate come testi del coro iniziale e del corale finale, mentre la seconda strofa è elaborata nel primo recitativo, la terza e la quarta sono conglobate a costituire l'aria, e la quinta e la sesta, infine, sono parafrasate, rispettivamente, nel secondo recitativo e nel duetto. La Cantata è così suddivisa in sei pezzi.
L'organico previsto da Bach comprende un coro a quattro voci (soprano, contralto, tenore e basso), tre oboi, due corni, timpani, archi e basso continuo: esso è impiegato per intero soltanto nel coro iniziale e nel corale finale. L'aria, il duetto e i due recitativi sono invece affidati a voci soliste: al soprano, sostenuto dal solo continuo, il primo recitativo; al tenore, con tre oboi e il continuo, l'aria; al basso, sostenuto dagli archi e dal continuo, il secondo recitativo; al soprano e al contralto, con primi e secondi violini all'unisono e basso continuo, il duetto.
La Cantata n. 91 appartiene a quel gruppo di Cantate dell'ultimo periodo di Lipsia che sono caratterizzate, come ha notato lo Schweitzer, «da una giovanile freschezza di ispirazione, tanto che talvolta si sarebbe tentati di credere di trovarsi di fronte ad opere del periodo di Weimar, anziché dalla tarda maturità, se non fosse per una certa perfezione formale che le distingue, rivelando maggior pratica ed esperienza nel maestro... Questo ritorno all'arte primitiva si manifesta in Bach principalmente con la semplicità della strumentazione... Naturalmente, tra tutte le Cantate dell'ultimo periodo di Lipsia, quelle che più si distinguono per queste caratteristiche giovanili, sono quelle di Natale: l'autore era ormai vicino alla sessantina, ma i bambini che giocavano ai suoi piedi non gli lasciavano sentire il peso dell'età».
Carlo Marinelli