Partita n. 1 in si bemolle maggiore, BWV 825


Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
  1. Praeludium
  2. Allemande
  3. Courante
  4. Sarabande
  5. Menuet I
  6. Menuet II
  7. Gigue
Organico: clavicembalo
Composizione: 1726
Edizione: presso l'Autore, Lipsia, 1731
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Nel 1723, probabilmente per incompatibilità di carattere con la moglie del principe, Bach decide di lasciare Köthen e trasferirsi a Lipsia dove viene nominato Cantor alla chiesa di San Tommaso, posizione che manterrà per il resto della vita. Sono gli anni dei grandi capolavori, dalle Variazioni Coldberg all'Arte della Fuga, dagli Oratori di Natale e di Pasqua alle Passioni secondo Matteo e Giovanni.

Le Sei Partite per clavicembalo BWV 825-830 si inquadrano nella prima fase di questo fecondo periodo della storia artistica del compositore e precisamente dal novembre 1726 (data dell'incisione della prima in si bemolle BWV 825 dedicata fra l'altro al neonato Emanuel Ludwig di Anhalt-Köthen - che morirà solo due anni più tardi - segno del mantenimento di un affettuoso legame con quella corte), fino al 1731, anno in cui esce la raccolta completa sotto il titolo di Opus I, la Clavier-Übung, parte prima ossia gli "esercizi per il diletto spirituale di chi ama la buona musica", come li chiamava lo stesso Bach.

Il termine Partita (dall'italiano "partire" nel senso di "dividere in parti"), che verso la fine del XVI sec. indicava delle variazioni strumentali, nel Settecento venne invece utilizzato sostanzialmente come sinonimo di Suite, cioè la successione di una serie di danze le cui caratteristiche erano generalmente codificate in schemi ed in estetiche stereotipate (Johann Mattheson, erudito contemporaneo di Bach, spiegava che all'Allemanda era richiesto di rappresentare "uno spirito soddisfatto che si compiace nell'ordine e nella tranquillità", che la Corrente doveva invece, come vuole il nome, "correre senza sosta, pur muovendosi con fascino e dolcezza", che la Sarabanda possedeva un'idea di "grandezza" mentre la Ciga era la danza dell'"agilità", "di un entusiasmo febbrile ed effimero").

Ma, pur rispettando lo stile proprio di ciascuna danza, nelle sue Partite Bach tratta la forma tradizionale con grande libertà accentuando di volta in volta il virtuosismo, l'invenzione melodica, la ritmica, l'elaborazione contrappuntistica; non più quindi una semplice raccolta d'intrattenimento, ma piuttosto un "compendio", una sorta di massima e mirabile sintesi di un genere che sarebbe stato di lì a poco soppiantato completamente dalla Sonata.

Come già aveva fatto con le Suites Inglesi inoltre, egli decide di introdurre ogni Suite con un movimento non di danza: la Partita n. 1 si apre con un sereno Preludio che annuncia una non consueta spigliatissima Allemanda; aderente ai dettami di Mattheson appare invece l'allegra e incessante ritmica della Corrente a cui segue una dolcissima Sarabanda che riporta l'atmosfera ad un'aura di soffusa intimità; e infine, dopo i graziosissimi Menuet I et II, il lavoro si conclude con la dinamica Cigue che - come afferma Piero Rattalino - "dava anche modo al dilettante di divertirsi e di far bella figura in famiglia con il gioco, non difficile, delle mani incrociate".

Laura Pietrantoni

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Il trasferimento a Lipsia nel 1723 segnò una svolta nella produzione clavicembalistica di Bach. Se si eccettua la Cantata n. 71, scritta per solennizzare l'insediamento di nuovi amministratori comunali e che solo per questo era stata pubblicata, Bach non aveva ancora avuto la soddisfazione di vedere stampata nessuna delle sue opere. Aveva quarantun'anni quando, nel 1726, potè pubblicare la prima Partita. A questa ne seguirono altre cinque che uscirono, una l'anno, in occasione della Fiera degli Editori. Le sei Partite costituirono la prima parte di quella raccolta di musiche per tastiera che egli, sulla scia del suo predecessore Kuhnau, chiamò "Klavierübung". La seconda parte del Klavierübung uscì nel 1735 con una nuova Partita e il Concerto Italiano. Seguirono una terza parte con i grandi corali per organo e alcuni duetti per clavicembalo e una quarta con le Variazioni-Goldberg. Insieme con l'Offerta Musicale e le Variazioni a canone sul corale di Natale, furono queste le uniche opere di Bach stampate nel corso della sua vita. Una parte minima, rispetto alla sua immensa produzione, ma non a caso quasi esclusivamente riservata alla musica per tastiera che era evidentemente di più facile smercio. Le Partite si apparentano alle Suites dell'epoca di Köthen. Solo l'impianto è allargato. Resta la suddivisione in successivi movimenti di danza, preceduti tuttavia da un pezzo introduttivo di vario tipo (fantasia, sinfonia, preambolo, etc.). La prima Partita comprende un preludio e due danze vivaci, una allemanda e una corrente. Segue, come danza lenta, la sarabanda. Dopo due minuetti, la composizione si conclude con una leggera e brillante giga.

Bruno Cagli


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 27 marzo 2008
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 20 ottobre 1982


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Ultimo aggiornamento 15 novembre 2015