Partita n. 5 in sol maggiore, BWV 829


Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
  1. Praeambulum
  2. Allemande
  3. Courante
  4. Sarabande
  5. Tempo di Minuetto
  6. Passepied
  7. Gigue
Organico: clavicembalo
Composizione: 1730
Edizione: presso l'Autore, Lipsia, 1731
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Allo scopo di chiarire e maturare il suo linguaggio musicale, Bach si occupò con indefessa passione della tecnica degli strumenti a tastiera (clavicembalo, organo, clavicordo), indicati tutti con il termine Klavier. Documenti importanti di questa sua ricerca sono le quattro parti della Klavierübung (Esercizio per tastiera) apparse nel 1731, 1735, 1739 e 1742. La prima comprende le sei Partite tedesche, pubblicate separatamente negli anni 1726-'30, nelle quali il modello seguito nelle Suites francesi e inglesi del periodo di Cöthen viene modificato con l'introduzione di un brano d'apertura ogni volta diverso (praeludium, sinfonia, fantasia, ouverture, praeambulum, toccata) e con l'inserimento di movimenti insoliti all'interno e a chiusura (capriccio, burlesca, scherzo). La seconda contiene il Concerto nello stile italiano e la Ouverture nel gusto francese, contrapposti in modo dialettico per mettere in evidenza due possibilità stilistiche. La terza è formata da un preludio, due serie di corali, tra i quali sono inseriti quattro duetti per clavicembalo, e da una vigorosa tripla fuga finale. La quarta parte si compone delle Variazioni Goldberg, un'aria con trenta variazioni, considerate tecnicamente tra le più difficili di quanto sia stato scritto per clavicembalo.

Oltre alla Klavierübung «dedicata ai dilettanti e particolarmente agli intenditori della stessa arte, per l'elevazione dello spirito» (sono parole di Bach) vanno ricordate per la loro funzione didattica le 15 Invenzioni a 2 voci, le 15 Sinfonie a tre voci e sopra ogni cosa la massiccia raccolta in due libri del Clavicembalo ben temperato (Das Wohltemperierte Klavier) pubblicati nel 1722 e nel 1744 e contenenti ognuno 24 preludi e fughe in tutte le tonalità maggiori e minori e con le più svariate soluzioni e le molteplici combinazioni dei numerosi temi.

La Partita n. 5 in sol maggiore è articolata in sette movimenti, che prendono avvio da un Praeambulum dal ritmo ben marcato e incisivo, specie nelle note gravi; elegante e scorrevole la successiva Allemande, mentre la Courante presenta un tono più spigliato e la Sarabande si adagia in un andamento di danza più tranquillo e riflessivo; di gusto graziosamente francese il Minuetto che sfocia nel cadenzato Passepied e nell'impetuosa e solenne Gigue conclusiva, una costruzione sonora di solido impianto che sembra far dimenticare qualsiasi richiamo allo stile galante.

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Nel 1726, quando aveva ormai passato i quarantanni, Bach ebbe la soddisfazione di veder pubblicato per la prima volta un suo lavoro: fu questo la Partita in si bemolle maggiore per clavicembalo. Da allora egli potè pubblicare una partita all'anno in occasione della fiera degli editori che si svolgeva a Lipsia. Nei 1731 le sei partite furono riunite e ripubblicate tutte insieme e costituirono la prima parte del «Klavierübung», titolo ripreso da Kuhnau, che così aveva chiamato due sue raccolte di suites. L'opera prima (così è definita nel frontespizio) bachiana suscitò grande interesse, soprattutto per la grandiosità e le difficoltà tecniche che vi erano contenute. Bach usava il termine «partita» non già nell'antica accezione di «serie di variazioni sopra un basso dato», ma in quella più generica di suite di danze. Tanto è vero che le stesse sei partite furono anche chiamate suites tedesche in contrapposizione a quelle francesi ed inglesi. Ovviamente l'intercambiabilità dei titoli rispondeva più che altro ad esigenze editoriali. Le stesse che certamente indussero Bach a mutare di volta in volta il titolo del primo pezzo di ogni singola partita (preludio, ouverture, sinfonia, toccata, fantasia). Quello della quinta Partita in sol maggiore, è chiamato preambolo ed è comunque un pezzo di carattere improvvisativo. Ad esso seguono due danze contrapposte, una allemanda in ritmo pari e di intonazione galante e una brillante corrente in 3/8. La partita annovera poi una sarabanda, un minuetto, un passepied, pure in 3/8 e di andamento moderato, e si conclude, secondo un uso quasi costante, con una virtuosistica giga.

Bruno Cagli


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 2 marzo 1984
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 9 novembre 1977


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Ultimo aggiornamento 27 febbraio 2016