Preludio e fuga in la maggiore, BWV 536


Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Organico: organo
Composizione: 1716 circa
Edizione: Peters, Lipsia, 1844
Guida all'ascolto (nota 1)

Di carattere molto ornato e armonicamente semplice il «Preludio».

Originalissimo il tema della Fuga che, per il suo carattere e ritmo, è stato da taluni definito come «tema di carattere danzante»; ma a dire il vero, analizzandolo a fondo, si ha l'impressione che il suo spirito sia più rivolto verso il «pastorale» che non verso il «danzante».

Penso, però, che Bach non abbia avuto l'intenzione di fare né una fuga «danzante», né «pastorale», ma semplicemente una «Fuga».

L'esposizione si svolge in modo interessante perché all'entrata regolare delle prime tre parti segue quella del pedale con la nota iniziale della risposta cambiata, tanto che dà l'impressione che il pensiero musicale sia stato improvvisamente condotto alla tonalità di «mi maggiore» invece che a quella della dominante di «la maggiore».

Apparentemente la tonalità è la stessa, ma rispetto al tono iniziale la risposta del soggetto non corrisponde perché invece d'iniziarsi con un «la» (risposta al soggetto) la nota è cambiata in «si».

La concezione delle fughe bachiane - del resto - si sa che non è rigorosa e quindi non possono stupire i cambiamenti che alle volte si trovano in esse.

Alla esposizione e contro-esposizione segue un'entrata del tema e della risposta al relativo minore («fa diesis»), quindi il giro tonale prosegue in «re maggiore». Verso la fine vi è una bella presentazione del tema in canone nella tonalità della dominante. S'iniziano, ora, alcune entrate al modo di «stretto» che, conducendo rapidamente il pezzo verso la conclusione, risolvono su di un pedale di dominante; e quindi, in una concisa perorazione, il pezzo ha termine.

Fernando Germani


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, 23 aprile 1971


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Ultimo aggiornamento 8 febbraio 2017