Preludio e fuga in do maggiore, BWV 547


Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Organico: organo
Composizione: 1725 circa
Edizione: Kunst- und Industrie Comptoir, Vienna, 1812 circa
Guida all'ascolto (nota 1)

Nel caso di un autore metodico come Bach non è facile identificare in modo schematico i tratti di un'evoluzione stilistica che distinguerebbero la sua prima fase di lavoro dagli ultimi approdi dell'estrema maturità. Malgrado ciò, e al di là del fatto che egli abbia spesso riutilizzato musica composta in precedenza, si possono mettere a fuoco alcuni elementi che aiutano a individuare il tipo di problemi che Bach si è posto via via, se non proprio a riconoscere una progressiva stratificazione degli stili di scrittura.

Degli ultimi anni di Bach, per esempio, sappiamo che fra le preoccupazioni dominanti del suo lavoro vi fu quella di esplicitare il fondamento sistematico della sua musica e, parallelamente, di ridurne l'aspetto virtuosistico, ove questo non fosse richiesto dalle circostanze. Il vero virtuosismo dell'ultimo Bach (lo dimostra con tutta evidenza L'offerta musicale) sta più nella raffinatezza intellettuale del procedimento che non nell'esibizione tecnica sullo strumento. Proprio per queste caratteristiche, il Preludio e fuga in do maggiore BWV 547 può essere collocato negli anni intorno al 1744, anche se i documenti sui quali in passato si era basata questa datazione non vengono più considerati attendibili. Bach rinuncia nel preludio a ogni manifestazione di bravura, evita quegli incroci di mani e le velocità che rappresentano la disciplina atletica dell'organista. Sceglie invece un movimento continuato, senza pause, e un andamento di giga nel quale trovano il luogo di una perfetta sintesi le architetture del concerto e del contrappunto. Il ritmo, dunque, è costante, e il movimento della melodia cresce fino al momento in cui torna su se stesso, ma in un disegno che perde la compattezza dell'inizio, spezzato com'è da improvvisi accordi dissonanti e da scale che procedono in modo discontinuo. Il soggetto della fuga è strettamente imparentato a quello del preludio: anche in questo caso lo sviluppo è raffinato, curatissimo nei dettagli ma poco appariscente. Un tocco di solennità viene introdotto nel finale, quando con l'entrata del pedale il tessuto musicale si rinforza e carica la chiusura di una lunga attesa.

La tradizione ha visto in questo Preludio e fuga in do maggiore una composizione per il Natale. Di sicuro, vi sono affinità tematiche con la Cantata Christen, atzet diesen Tag BWV 63, destinata appunto al Natale, anche se alcuni commentatori hanno indicato fra le possibili fonti delle idee bachiana un'altra Cantata, la BWV 65, Sie werden aus Saba alle kommen, che invece celebra l'Epifania. Più che a un chiaro riferimento liturgico, bisogna pensare in questo caso che Bach riutilizzasse alcuni temi o spunti di opere precedenti per le loro caratteristiche squisitamente strutturali.

Stefano Catucci


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Basilica di Santi Apostoli, 5 ottobre 2000


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Ultimo aggiornamento 7 gennaio 2016