Sonata n. 1 in sol minore per violino, BWV 1001


Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
  1. Adagio
  2. Fuga. Allegro
    Riutilizzato nella Fuga BWV 539 e BWV 1000
  3. Siciliana
  4. Presto
Organico: violino
Composizione: 1720
Edizione: Simrock, Bonn, 1802
Guida all'ascolto (nota 1)

Al soggiorno bachiano di Köthen (1717-1723) risalgono le Sonate e Partite per violino solo. L'autografo reca la data 1720, ma si tratta dell'anno in cui la raccolta fu preparata, verosimilmente per essere data alle stampe; sono assai più incerte invece le date di composizione delle singole Sonate e Partite. La serie si apre con uno degli Adagi più belli e intensi mai scritti da Bach, ad esordio della massima raccolta di letteratura per violino. La Sonata n. 1 in sol minore è in quattro tempi, derivati dalle consuetudini della Sonata da chiesa secondo l'alternanza dei tempi lento - veloce - lento - veloce: Adagio introduttivo, Fuga, Siciliana e Presto (le Partite presentano invece i movimenti delle suite di danza).

Nell'Adagio Bach presenta una scrittura estremamente espressiva in cui gli accordi che conducono il discorso armonico - generalmente, ma non esclusivamente posti sul primo e terzo tempo delle battute - sono collegati da scorrevoli linee melodiche dense e da altre voci in polifonia. Il violino diviene così una sorta di alter ego sublimato della voce umana, come spesso Bach ha dimostrato anche nelle Cantate e nelle Passioni (si pensi alla meravigliosa Erbarme dich nella Matthäus Passion). Sulla natura e sulle modalità esecutive di questi pezzi violinistici di Bach la musicologia ha spesso dibattuto (Albert Schweitzer giunse perfino a ipotizzare la presenza di un diverso tipo di arco, assai più curvo, per eseguire contemporaneamente i numerosi accordi di quattro suoni che permeano la polifonia violinistica di Bach), interrogandosi ad esempio sul possibile musicista destinatario, data la difficoltà dei pezzi. Tra i nomi dei violinisti dell'epoca possiamo ipotizzare Johann Georg Pisendel - a lungo considerato il più importante violinista tedesco - Joseph Spiess o Johann Paul von Westhoff (autore di una raccolta di sei Partite per violino solo), ma non si deve escludere l'ipotesi che anche lo stesso Bach suonasse questi pezzi.

Per la sua scrittura l'Adagio non è dunque percepito come un pezzo a sé stante, ma piuttosto come un movimento introduttivo, un vero e proprio Preludio, alla celeberrima Fuga che segue, trascritta da Bach anche per liuto (in sol minore) e per organo (in re minore). L'esposizione della Fuga, come è prassi, presenta tutti i materiali utilizzati: il soggetto a note ribattute (molto interessante sotto il profilo della distribuzione ritmica del disegno) con il suo controsoggetto (a crome staccate) e una successione scorrevole di note veloci, utilizzate per i cosiddetti "divertimenti" della Fuga, gli episodi in cui il soggetto non è presente.

Il terzo movimento, Siciliana, è una sorta di eccezione nelle Sonate di Bach che, a differenza delle Partite, non presentano movimenti legati alla danza. Il compositore allenta la tensione serrata e inesorabile creata dalla Fuga con un andamento lento e malinconico, in si bemolle maggiore, gestito con sapienza attraverso la creazione di una sorta di dialogo interno al violino fra i registri - basti ascoltare l'inizio per averne subito un'idea - e la scrittura polifonica (i temi musicali girano tra le diverse voci).

Il Presto finale, bipartito, è un travolgente caleidoscopio in moto perpetuo, un prisma cangiante che viaggia tra le due importanti aree del percorso armonico (dalla tonica alla dominante e ritorno) con un continuo cambiamento di arcate e fraseggi che si susseguono all'interno di un disegno ritmico sempre uguale, che procede quasi senza sosta. In questo modo Bach gioca continuamente con gli accenti delle battute, assecondandoli o eludendone la spinta, con le legature delle note, senza mai far cessare un senso chiaro di fluidità e scorrevolezza.

Roberto Grisley


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 9 marzo 2007


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Ultimo aggiornamento 27 novembre 2013