Le tre sonate per flauto e continuo attribuite a J. S. Bach si ritiene risalgano al periodo di Cöthen (1717-1723). La confessione riformata di Cöthen era di stretta osservanza, e la musica faceva parte della liturgia soltanto nella forma assembleare della intonazione dei corali. Respinta dalla pratica liturgica, la vita musicale ruotava attorno alla corte, il cui principe fu ricordato da Bach come amico e giudice competentissimo della sua arte. La Sonata in mi minore è un'opera nello stile italiano del tempo. Con ciò si vuole sottolineare il suo carattere di monodia accompagnata, tanto distante dalla concezione polifonica di J.S. Bach. Proprio questa preminenza della voce cantabile ha indotto alcuni studiosi a considerarla un'opera giovanile del figlio maggiore di J. S. Bach, Wilhelm Friedmann.
Gioacchino Lanza Tornasi