Sonata in do maggiore per organo, BWV 529


Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
  1. Allegro
  2. Largo (la minore)
  3. Allegro
Organico: organo
Composizione: 1730 circa
Edizione: Nägeli, Zurigo, 1827
Guida all'ascolto (nota 1)

L'evoluzione della forma e della concezione bachiana della sonata è evidente in questa composizione. L'idea, presentata con grande e logica continuità, dà luogo ad una esposizione di vastissime proporzioni. Il pensiero si sviluppa con elementi derivati dal tema stesso; questi elementi si imitano, vengono invertiti nell'ordine delle parti, s'incrociano tra le voci e, nel corso della meravigliosa elaborazione, raggiungono la dominante; è su questa tonalità che avviene una grandiosa risposta all'Esposizione.

Non appena la risposta viene esaurita è introdotto un secondo tema (tema di movimento). Esso con procedimenti dialogati, si prolunga notevolmente alternandosi con il primo tema in altre tonalità (fa maggiore e la minore), sino a ricondurre il pensiero musicale alla ripresa e quindi alla conclusione.

Questo primo tempo si distacca, nell'ampiezza delle idee e della linea, dalle precedenti sonate e - si può dire - precorre la Sonata moderna.

L'Adagio è in stile fugato e si compone di due temi: uno principale e uno secondario. Il primo (quello iniziale) è preminentemente cantabile; il secondo, invece, è un tema movimentato.

Esposto il tema principale, che è un pensiero completo per se stesso, ha luogo il secondo tema svolto con imitazioni alternate fra le due parti sostenute da qualche nota di pedale. L'idea musicale passa con fluidità al tono maggiore relativo, dove rientrano ambedue i temi che, sviluppati fino alla ripresa, (simile all'inizio) concludono con una brevissima «coda», in cadenza sospesa.

Segue immediatamente il terzo ed ultimo tempo (Allegro) che analogamente al primo è di stile fugato ed è composto su due temi.

Il tema d'inizio attacca in modo deciso e la sua incisiva figurazione gli conferisce un carattere di grande energia.

L'idea musicale viene espressa con grande chiarezza in tutta la sua intera esposizione. Segue un altro periodo con il secondo tema di carattere scherzoso che aggiunge al tempo brio e vivacità. Fra imitazioni, inversioni di parti, salti d'intervalli, appare anche il primo tema. Lo sviluppo procede con interesse e spigliatezza fino alla ripresa finale ohe avviene con entrate imitate a breve distanza come uno «stretto» e che porta la sonata alla conclusione.

Fernando Germani


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 20 marzo 1970


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Ultimo aggiornamento 17 aprile 2015