Toccata in re maggiore, BWV 912


Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
  1. Presto
  2. Adagio
  3. Fuga
Organico: clavicembalo
Composizione: 1710 circa
Edizione: Peters, Lipsia, 1839
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

L'importanza di Bach nei confronti dell'evoluzione del clavicembalo è troppo nota e, probabilmente, scontata per doverla sostenere in questa sede. Si pensi solamente ai due volumi del Clavicembalo ben temperato, veri capisaldi dello sviluppo sonatistico per tastiera (clavicembalo in primis) e spartiacque definitivi per l'affermazione delle tonalità nel trapasso degli strumenti a tasto barocchi verso il pianoforte. La toccata è la composizione tipica per strumento a tastiera, oltre a rappresentare una delle prime forme specificamente strumentali; lo stesso nome ne suggerisce il carattere improvvisativo. Per questo motivo, la scelta dell'esecutore d'inserirla in questo programma pur appartenendo al Bach maturo risulta pertinente sia perchè il brano appartiene a un autore legatissimo al clavicembalo, sia appunto per il suo spirito d'improvvisazione tipico dello stile cembalistico. Toccata significa "toccare la tastiera" e in ambito nordeuropeo se ne svilupparono due modalità: da una parte una composizione ampia in cui si articolano episodi contrappuntistici accanto ad altri virtuosistici, dall'altra una composizione in stile libero posta davanti a una fuga.

Antonio Brena

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Le Toccate per clavicembalo comprese tra i numeri d'opus 910-916 BWV videro la luce durante gli anni che Bach trascorse ad Arnstadt come organista della chiesa di San Bonifacio (1703-1707) e nel periodo in cui ricoprì lo stesso incarico alla corte di Weimar (1708-1717). E' significativo che proprio a Weimar Bach imparasse ad apprezzare i nostri musicisti Legrenzi, Albinoni e Bonporti, prendendo dei frammenti delle loro opere violinistiche per elaborarle come fughe per il clavicembalo. Si sa che egli approfondì lo stile dei compositori italiani soprattutto quando nel 1714 potè procurarsi e copiarsi l'ultima opera di Frescobaldi apparsa per le stampe, i Fiorì musicali. Da allora l'influenza del gusto degli autori italiani si fece sentire nelle forme della composizione bachiana, ubbidendo a certi schemi che volevano un primo tempo vivace, un secondo tempo in movimento adagio e una conclusione impiantata sulla fuga, arricchita dall'arte della variazione, che resta una delle caratteristiche inconfondibili dell'invenzione del musicista di Eisenach.

Proprio nella terza delle sette Toccate, quella in re maggiore scritta intorno al 1710, Bach organizza il materiale sonoro con diverse mutazioni di figure ritmiche, imprimendo al brano un carattere estremamente vario e rapsodico. Ciò si verifica essenzialmente nell'Allegro, in cui si irrobustisce e si amplia per cerchi concentrici il tema iniziale espresso in modo vigoroso e sostenuto. L'Andante costituisce un momento di riflessione con i suoi accordi delicati e le sue armonie sospese.


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD AMX 011-2 allegato alla rivista Amadeus
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, sala Accademica di via dei Greci, 4 novembre 1977


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Ultimo aggiornamento 1 novembre 2014