A kékszakàllù Herceg vara (Il castello del principe Barbablù)

Opera in un atto Op. 11, BB 62 (SZ 48)


Testo del libretto (nota 1)
PROLOGO
Ahi, storie segrete
Dove, dove trovarle?
C'era una volta; dentro o fuori?
Antica storia, che significherà
Uomini e donne?

Ecco, il canto s'intona
Voi mi guardate, io vi guardo
Il sipario delle nostre palpebre si leva
Dov'è la scena: dentro o fuori
Uomini e donne?

Storie amare e felici
Storie famosissime.
Il mondo è pieno di guerre.
Ma non è lì, la nostra morte,
Uomini e donne.

Ci guardiamo l'un l'altro,
Raccontiamo la nostra storia,
Chissà da dove ce la portiamo appresso,
La ascoltiamo, e ci stupiamo,
Uomini e donne.

La musica risuona, le fiamme ardono,
Incominci pure lo spettacolo,
Si alzi il sipario dai miei occhi;
Quando s'abbasserà: battete le mani,
Uomini e donne.

Antico castello; è antica la leggenda
che narra la sua storia;
Ascoltatela anche voi.

Un'enorme sala gotica a forma circolare. A sinistra una rìpida scala conduce a una piccola porta di ferro. Alla destra, sette grandi porte sono infisse nel muro: quattro di esse sono frontali, le ultime due si trovano completamente a destra. Per il resto, né finestre né ornamenti. La sala è vuota, oscura, fredda: assomiglia a una grotta. All'alzarsi del sipario, la scena è completamente oscura.

Ad un tratto, in alto si spalanca la porta di ferro e nel bagliore accecante de suo rettangolo appaiono le sagome nere di Barbablù e di Giuditta.


BARBABLÙ
Siamo arrivati.
Ecco, guardalo:
Questo è il castello di Barbablù.
Non risplende come quello di tuo padre.
Giuditta: vuoi seguirmi ancora?

GIUDITTA
Ti seguo, ti seguo Barbablù.

BARBABLÙ
(scendendo alcuni gradini)
Non senti le campane?
Tua madre si è vestita a lutto.
Tuo padre si sta mettendo la spada,
Tuo fratello sta sellando il cavallo,
Giuditta: vuoi ancora seguirmi?

GIUDITTA
Voglio seguirti, voglio seguirti, Barbablù.

BARBABLÙ
(scende le scale in fondo, poi si volge indietro, verso Giuditta che si ferma a metà della scalinata. Il fascio di luce che entra dalla porta illumina le scale e le due figure)
Giuditta, ti fermi?
Vorresti tornare indietro?

GIUDITTA
No. La mia gonna si è impigliata,
Si è impigliata la mia bella sottana di seta.

BARBABLÙ
La porta lassù è ancora aperta.

GIUDITTA
Barbablù!
(scende alcuni gradini)
Ho lasciato mio padre, mia madre,
Ho lasciato il mio bel fratello,
Ho lasciato il mio promesso sposo,
Li ho lasciati per venire con te,
Barbablù.
Se tu mi cacciassi
Resterei davanti alla tua porta,
Mi stenderei davanti alla tua porta.

BARBABLÙ
(stringendosela al petto)
Ora la porta si chiuda.
(La piccola porta di ferro si chiude. La scala si rischiara un poco, comunque restano visibili soltantto le due figure e le sette grandi porte nere. Barbablù, camminando a tastoni lungo il muro, si sposta verso sinistra).

GIUDITTA
È questo il castello di Barbablù!
Non ci sono finestre?
Non ci sono balconi?

BARBABLÙ
Non c'è nulla.

GIUDITTA
II sole fuori, risplende invano?

BARBABLÙ
Invano.

GIUDITTA
Il castello rimane freddo?
Il castello rimane oscuro?

BARBABLÙ
Freddo, oscuro.

GIUDITTA
Chi lo vedesse,
Ahi, ahi, non parlerebbe,
Ogni leggenda sussurrata
Ammutolirebbe .

BARBABLÙ
Ne hai sentito narrare leggende?

GIUDITTA
Quant'è oscuro il tuo castello!
(venendo avanti a tastoni. D'improvviso trasale)

GIUDITTA
Lungo i muri corre acqua,
Barbablù.
Cos'è quest'acqua che mi bagna le mani?
Il tuo castello piange!
(si copre gli occhi)

BARBABLÙ
Dimmi, Giuditta, staresti meglio
Nel castello del tuo promesso sposo?
Sui bianchi muri s'arrampicano le rose
Sulle tegole dei tetti danza il sole.

GIUDITTA
Non mi far male,
Barbablù,
Non voglio rose, non voglio la luce del sole!
Non li voglio.
No. Non li voglio mai più.
Quant'è oscuro il tuo castello!
Quant'è oscuro...
Povero, povero Barbablù.
(Piangendo si prostra davanti a Barbablù e gli bacia una mano).

BARBABLÙ
Perché sei venuta da me, Giuditta?

GIUDITTA
(balzando in piedi)
I tuoi umidi muri
Io li asciugherò.
Con la mie labbra li asciugherò.
Le fredde pietre
Io le riscalderò,
Con il mio corpo
le riscalderò.
Dimmi, me lo lasci fare
Barbablù?
Non sarà più così scuro il tuo castello.

Apriremo i muri, io e te.
Che il vento vi possa entrare,
Che il sole vi possa entrare,
Che il sole vi risplenda,
Che risplenda il tuo castello!

BARBABLÙ
II mio castello non risplende.

GIUDITTA
(camminando verso destra sì addentra nella sala)
Vieni, guidami Barbablù.
Guidami, ovunque.
(Barbablù la guarda muto, immobile)

GIUDITTA
Vedo grandi porte sbarrate.
Sette nere porte sbarrate.
Perché sono chiuse le porte?

BARBABLÙ
Perché nessuno penetri qui con lo sguardo.

GIUDITTA
Apri, apri!
Aprile, per amor mio.
Ogni porta si spalanchi!
Che il vento possa entrare.
Che il sole possa entrare.

BARBABLÙ
Ricordati le leggende.

GIUDITTA
Che il tuo castello si rischiari,
II tuo freddo, povero, oscuro castello!
Apri! Aprile! Aprile!
(Percuote la prima porta)
(Alle percosse risponde un pesante, profondo sospiro. È così che piange in lunghi opprimenti corridoi il vento notturno)

GIUDITTA
(arretrando verso Barbablù)
Ahi! Ahi! Che cosa è stato?
Che cosa ha sospirato così?
Chi ha sospirato così?
Barbablù! Il tuo castello!
Il tuo castello! Il tuo castello!

BARBABLÙ
Hai paura?

GIUDITTA
(piangendo sommessamente)
Oh, il tuo castello ha sospirato!

BARBABLÙ
Hai paura?

GIUDITTA
II tuo castello ha sospirato!
Vieni, apriamo.
Con me, vieni.
Io voglio aprirla, io
Io la aprirò pian piano,
Piano, in silenzio, piano.
Dammi la chiave Barbablù,
Dammi la chiave,
Per amor mio.
(Si appoggia sulla spalla di Barbablù)

BARBABLÙ
Le tue mani sono benedette, Giuditta.
(Il mazzo di chiavi tintinna nell'oscurità)

GIUDITTA
Grazie, Grazie.
(torna davanti alla prima porta)
Io voglio aprirla, io.
(Dopo lo scatto della serratura di nuovo si ode il profondo sospiro da sottoterra)

GIUDITTA
Lo senti? Lo senti?
(La porta si spalanca aprendo nel muro un rettangolo rosso sangue, simile a una piaga. La luce incandescente che esce dalla porta rossa come il sangue, getta un lungo raggio sul pavimento della sala)

GIUDITTA
Ahi!

BARBABLÙ
Che cosa vedi?

GIUDITTA
Catene, coltelli,
Pali chiodati, punte incandescenti...

BARBABLÙ
Questa è la camera di tortura, Giuditta.

GIUDITTA
È orribile la tua camera di tortura
Barbablù!
È orribile! Orribile!

BARBABLÙ
Hai forse paura?

GIUDITTA
(trasalendo)
Le mura del tuo castello sono insanguinate.
Il tuo castello sanguina!
È insanguinato!
Sanguina!

BARBABLÙ
Hai forse paura?

GIUDITTA
(si volge di nuovo verso Barbablù. La luce incandescente disegna un contorno rosso intorno alla sua figura. Con ostinazione silenziosa, smorta:)
No! Non ho paura.
Guarda, tutto si rischiara.
Sì, tutto si rischiara.
(Con passi cauti, camminando lungo il fascio di luce, torna vicino a Barbablù)
Guarda che luce!
Vedi? Zampilla come un ruscello.

BARBABLÙ
Un ruscello tinto di rosso.
Un ruscello insanguinato.

GIUDITTA
(si alza)
Guarda, guarda come tutto si rischiara.
Guarda, guarda!
Si spalanchi ogni porta!
Che il vento possa entrare,
Che il sole,risplenda qui dentro,
Ogni porta si spalanchi!

BARBABLÙ
Tu non sai che cosa nascondono le porte

GIUDITTA
Dammi tutte le altre chiavi.
Dammi tutte le chiavi che restano.
Si spalanchi ogni porta. Ogni porta!

BARBABLÙ
Giuditta, Giuditta, perché lo vuoi?

GIUDITTA
Perché ti amo.

BARBABLÙ
Le nere fondamenta del mio castello tremano.
Puoi aprire e chiudere ogni porta.
(porge a Giuditta la seconda chiave. Le loro mani si incontrano nel fascio di luce).
Bada, bada al mio castello!
Bada, bada a noi Giuditta!

GIUDITTA
(si avvicina alla seconda porta)
La aprirò piano, in silenzio,
Piano, in silenzio.
(La serratura scatta e si spalanca la seconda porta. Dal suo vano emana una luce giallo-rossastra, misteriosa e terrificante. Il secondo raggio si posa sul pavimento accanto al primo)

BARBABLÙ
Che cosa vedi?

GIUDITTA
Cento armi, orribili, crudeli,
Terribili macchine da guerra.

BARBABLÙ
È la mia sala d'armi, Giuditta.

GIUDITTA
Quanto, quanto sei forte!
Quanto sei forte e crudele!

BARBABLÙ
Hai forse paura?

GIUDITTA
Sulle armi vedo sangue rappreso,
I tuoi strumenti di guerra sono insanguinati!

BARBABLÙ
Hai forse paura?

GIUDITTA
(volgendosi verso Barbablù)
Dammi tutte le altre chiavi!

BARBABLÙ
Giuditta! Giuditta!

GIUDITTA
(tornando vicino a Barbablù, lungo il secondo fascio di luce)
Ecco, di nuovo zampilla la luce,
Ecco un altro bel ruscello...
Lo vedi? Lo vedi?
Dammi tutte le altre chiavi!

BARBABLÙ
Attenta, attenta a noi, Giuditta.

GIUDITTA
Dammi tutte le altre chiavi.
 
BARBABLÙ
Tu non sai che cosa nascondono le porte!

GIUDITTA
Sono venuta qui perché ti amo,
Eccomi, sono tua.
Guidami ovunque,
Ormai puoi aprire tutte le porte.

BARBABLÙ
Le nere fondamenta del mio castello tremano.
Le tristi pietre rabbrividiscono di voluttà.
Giuditta, Giuditta, tu fresca, tu dolce,
Allo sgorgare del sangue, dalla ferita che si apre.

GIUDITTA
Sono venuta qui, perché ti amo.
Ormai puoi aprire tutte le porte.

BARBABLÙ
Ecco, ti do tre chiavi.
Tu vedrai, ma non domandare,
Qualsiasi cosa vedessi, non fare mai domande!

GIUDITTA
Dammi le tre chiavi.
(Barbablù gliele porge, Giuditta le prende e corre verso la terza porta, ma quando vi arriva, si ferma, esitante)

BARBABLÙ
Perché ti sei fermata? Perché non l'apri?
 
GÌUDITTA
La mia mano non trova la serratura.

BARBABLÙ
Giuditta non temere. Ormai è inutile.
(Giuditta gira la chiave. Con un profondo suono metallico, la porta si spalanca. Il fascio di luce argentea che ne sgorga si posa accanto agli altri, sul pavimento)

GIUDITTA
Quanti tesori!
(Si inginocchia e vi affonda la mano posando sulla soglia gioielli, corone, mantelli)
Monete d'oro, preziosi diamanti,
Gioielli splendenti di perle,
Corone, ricchi mantelli!

BARBABLÙ
Questa è la sala dei tesori.

GIUDITTA
Quanto sei ricco, Barbablù!

BARBABLÙ
Ormai è tuo tutto questo tesoro.
è tuo l'oro, il diamante, sono tue le perle!

GIUDITTA
(balzando in piedi)
I gioielli sono insanguinati!
La tua corona più bella è insanguinata!
(Giuditta diventa sempre più inquieta e impaziente. Ad un tratto si volta verso la quarta porta, e l'apre. Attraverso il vano della porta rami fioriti scattano come archi. Un rettangolo verde-bluastro si disegna nel muro. Il nuovo fascio di luce si posa accanto agli altri)
Oh! Fiori! Oh! Giardino profumato!
Nascosto sotto le dure rocce.

BARBABLÙ
Questo è il giardino segreto del mio castello.

GIUDITTA
Oh! quanti fiori!
Gigli alti come un uomo!
Rose bianche, fresche, immacolate,
Rossi garofani che sprizzano luce!
Non ho mai visto un giardino come questo.

BARBABLÙ
Ogni fiore si inchina davanti a te.
Tu li fai nascere, tu li fai appassire
Tu li fai germogliare di nuovo.

GIUDITTA
(chinandosi improvvisamente)
II gambo delle rose è insanguinato!
La terra da cui spuntano è insanguinata.

BARBABLÙ
I tuoi occhi aprono i loro calici.
I loro campanelli risuonano per te ogni mattina.

GIUDITTA
(Si alza e si volta verso Barbablù)
Chi ha innaffiato il tuo giardino?

BARBABLÙ
Giuditta, ama e non domandare.
Guarda come si rischiara il mio castello,
Apri la quinta porta e vedrai!
(Giuditta corre verso la quinta porta e con uno strappo la spalanca. La quinta porta si apre. Si scorge un grande terrazzo, e dietro un paesaggio. Intanto una luce splendente inonda la sala. Giuditta si copre gli occhi come se fosse accecata).

BARBABLÙ
Ecco, questo è il mio regno.
Ecco il terrazzo dal quale lo guardo.
Dimmi, non è bello, non è grande il mio regno?

GIUDITTA
È grande, è bello il tuo regno.

BARBABLÙ
Prati di seta, boschi vellutati,
Lunghi fiumi d'argento vi scorrono
Monti oscuri si scorgono in lontananza.

GIUDITTA
È bello, è grande il tuo regno.

BARBABLÙ
Ormai, Giuditta, è tutto tuo.
Qui abita l'aurora, qui il tramonto.
Qui il sole, la luna, qui abitano le stelle;
Saranno loro i tuoi compagni di giochi.

GIUDITTA
Le nuvole gettano ombre insanguinate!
Che nuvole sono queste?

BARBABLÙ
Guarda! Il mio regno risplende,
È opera delle tue mani benedette,
È benedetta la tua mano, benedetta.
Vieni, posala sul mio cuore.
(Giuditta non si muove)

GIUDITTA
Restano ancora due porte.

BARBABLÙ
Che rimangano sbarrate!
Che si riempia di canti il mio castello.
Vieni, vieni, aspetto il tuo bacio.

GIUDITTA
Apri quelle due porte!

BARBABLÙ
Giuditta, Giuditta, aspetto il tuo bacio,

Vieni, ti sto aspettando
Giuditta, ti sto aspettando.

GIUDITTA
Apri le ultime due porte.

BARBABLÙ
(le sue braccia si abbandonano)
Volevi che tutto si rischiarasse;
Guarda: Il mio castello non risplende più.

GIUDITTA
Non voglio che davanti a me
Le tue porte restino chiuse.

BARBABLÙ
Bada, bada al mio castello.
Bada, non sarà più risplendente.

GIUDITTA
Per la vita, per la morte,
Barbablù, apri le porte che restano.

BARBABLÙ
Giuditta, Giuditta!

GIUDITTA
Barbablù! Barbablù!
 
BARBABLÙ
Perché lo vuoi? Perché lo vuoi?
Giuditta! Giuditta!

BARBABLÙ
Aprile! Aprile!

BARBABLÙ
Ti do ancora una chiave.
(Giuditta stende la mano in modo perentorio. Barbablù le porge la chiave, Giuditta si avvicina alla porte. Al primo giro della chiave si sente un sospiro profondo, come di pianto. Giuditta entra)

BARBABLÙ
Giuditta, Giuditta, non aprire!

GIUDITTA
(con gesto repentino apre la porta. Come se un'ombra attraversasse la sala, tutto si oscura un poco)
Vedo un bianco lago, silenzioso.
Un bianco lago immobile.
Che acqua è questa; Barbablù?

BARBABLÙ
Sono lacrime, Giuditta, lacrime, lacrime.

GIUDITTA
(rabbrividendo)
Che lago muto, che lago immobile.

BARBABLÙ
Lacrime, Giuditta, lacrime, lacrime.
(si china per scrutare l'acqua)
Liscio, bianco, immacolato.
Lacrime, Giuditta, lacrime, lacrime.
(Giuditta si volta lentamente e fissa gli occhi sul volto di Barbablù)

BARBABLÙ
(aprendo le braccia lentamente)
Vieni, Giuditta, vieni Giuditta,
Aspetto il tuo bacio.
(Giuditta non si muove)

BARBABLÙ
Vieni, ti aspetto, Giuditta,
Io ti sto aspettando.
Non aprirò mai l'ultima. Non l'aprirò.
(Giuditta a capo chino si avvicina lentamente a Barbablù. Aderisce al suo corpo, triste, implorante).

GIUDITTA
Barbablù, amami.
(Barbablù la stringe a sé in un lungo bacio).

GIUDITTA
(poggiando il capo sulle spalle di Barbablù)
Mi ami molto, Barbablù?
 
BARBABLÙ
Tu sei lo splendore del mio castello.
Baciami, baciami,
Non fare mai domande.

GIUDITTA
(sempre con la testa appoggiata sulle spalle di Barbablù)
Chi hai amato prima di me?

BARBABLÙ
Tu sei la luce del mio castello,
Baciami, baciami,
Non fare mai domande.

GIUDITTA
Dimmi, dimmi, come l'amavi?
Era più bella di me? Era diversa da me?
Parlamene, Barbablù.

BARBABLÙ
Giuditta, devi amarmi,
Ma non fare mai domande.

GIUDITTA
Parlamene, Barbablù.

BARBABLÙ
Devi amare senza domande.
Giuditta, l'amore non ha domande.

GIUDITTA
(sciogliendosi dall'abbraccio dì lui)
Apri la settima porta!
(Barbablù non risponde)

GIUDITTA
Io lo so, lo so, Barbablù.
Che cosa nasconde la settima porta.
Sulle armi, sangue rappreso,
La tua corona più bella è insanguinata,
La terra dei tuoi fiori è insanguinata,
Le nuvole gettano ombre di sangue,
Lo so, lo so, Barbablù,
Lo so di chi sono le lacrime del lago.
Le donne d'una volta sono lì,
Assassinate, gelate nel proprio sangue.
Ahi, le leggende sono vere,
Le leggende mormorate
Sono vere! Sono vere!
E adesso io voglio sapere!
Apri la settima porta.

BARBABLÙ
Prendi. Ecco la settima chiave.
(Giuditta lo guarda paralizzata; non la prende)

BARBABLÙ
Apri, Giuditta, va a vederle.
Vedrai tutte le donne del passato.
(Giuditta resta immobile per un po'. Quindi con mano incerta prende la chiave e lentamente, con passo vacillante, raggiunge la settima porta e l'apre. Nell'istante in cui scatta la serratura, con un debole sospiro si chiudono la sesta e la quinta porta. Tutto diventa più oscuro. Soltanto le quattro porte frontali illuminano la sala con la loro luce colorata. Poi la settima porta si apre lasciando filtrare nella sala una argentea luce lunare che illumina il volto di Giuditta e Barbablù)

BARBABLÙ
Ecco le mie donne d'un tempo.
Ecco coloro che io ho amato.

GIUDITTA
Sono vive! Vive!
Questa è la loro dimora!
(Dalla settima porta escono le donne del passato. Sono tre, portano la corona, sono coperte di gioielli; il loro capo è circondato da un'aureola. Avanzano una dopo l'altra incedendo orgogliosamente. Si fermano di fronte a Barbablù che si inginocchia)

BARBABLÙ
(a braccia aperte, come se stesse sognando)
Sono belle, cento volte belle,
Sono sempre esistite, hanno vissuto sempre.
Sono loro che hanno raccolto il mio tesoro,
Sono loro che hanno annaffiato i miei fiori,
Sono loro che hanno esteso il mio regno.
Tutto appartiene a loro. Tutto, tutto.

GIUDITTA
(stando vicino alle tre donne, lei, quarta. È Impaurita, curva)
Sono belle, sono ricche,
Ahi, io sono una mendicante,
Sono tutta stracci di fronte a loro.

BARBABLÙ
(si alza, poi, sussurrando)
All'alba trovai la prima
era un'alba rossa, profumata.
Ogni alba ormai è sua,
II rosso fresco manto dell'alba,
La corona d'argento dell'alba;
Ogni alba ormai è sua.
(La prima delle donne rientra con passi lenti)
A mezzogiorno trovai la seconda,
Un muto, bruciante mezzogiorno dorato,
Ogni mezzogiorno ormai è suo
Il pesante manto del fuoco di mezzogiorno,
La corona d'oro di mezzogiorno,
Ogni mezzogiorno ormai è suo.
(La seconda delle tre rientra).
Trovai la terza di sera,
Una silente, oscura sera.
Ogni sera ormai è sua.
Il manto triste, oscuro della sera
Ogni sera ormai è sua.

GIUDITTA
Ahi, quant'è più bella di me,
Ahi, quant'è più ricca di me!
(La terza donna rientra)
(Barbablù si ferma davanti a Giuditta. Si guardano lungamente negli occhi. La quarta porta si chiude lentamente)
 
BARBABLÙ
La quarta, la trovai di notte;
Una notte nera, stellata.

GIUDITTA
Fermati, fermati, Barbablù!
Taci, ti prego, taci!
Io sono ancora qui.

BARBABLÙ
Il tuo viso bianco riluceva,
I tuoi capelli scuri volavano con le nuvole
Ogni notte ormai sarà tua.
(Va verso la terza porta; prende i gioielli, il mantello e la corona che Giuditta vi aveva deposto. La terza porta si chiude. Posa il mantello sulle spalle di Giuditta).

GIUDITTA
Barbablù, non lo voglio, non voglio!

BARBABLÙ
È il tuo manto stellato della notte.

GIUDITTA
Ahi, Ahi, Barbablù, toglilo!

BARBABLÙ
(posando sul capo di Giuditta la corona)
È la corona di diamante della notte.

GUDITTA
Ahi, Ahi, Barbablù, toglila!

BARBABLÙ
(appendendo al collo di Giuditta una collana)
II mio tesoro più prezioso è tuo !

GIUDITTA
Ahi, Ahi, toglimelo, Barbablù!

BARBABLÙ
Sei bella, sei cento volte bella!
Eri la più bella di tutte,
Eri la mia donna più bella!
(Si guardano negli occhi a lungo. Poi Giuditta se ne va sotto il peso del mantello e della corona col capo chino, camminando lungo il raggio argenteo e segue le altre donne scomparendo dietro la settima porta. Allora anche questa si chiude).

BARBABLÙ
E ora sarà sempre notte
Sempre notte, notte, notte.
(Oscurità completa, in cui scompare anche Barbablù).

Traduzione di Giorgio Pressburger

(1)  Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 24 Novembre 1985



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