L'interesse di Bela Bartòk per la musica popolare - e non soltanto di quella ungherese - è più che noto. Le ricerche etnomusicologiche del musicista sono documentate da numerosi sàggi e raccolte di canti popolari originali: i «20 canti popolari ungheresi» trascritti per violino e pianoforte in collaborazione con, Kodàly; le 371 melodie romene del dipartimento Bihor; le 150 melodie transilvane (in collaborazione con Kodàly); le 320 melodie ungheresi pubblicate a Budapest nel 1924; una raccolta di Scritti sulla musica popolare pubblicata a Budapest nel 1948 e tradotta in italiano, a cura di Diego Carpitella, nel 1955, e via dicendo.
Ma anche la produzione musicale autonoma del compositore fu
spesso direttamente ispirata alla musica popolare. Ne danno
testimonianza, anche limitandosi al solo genere vocale, i 4
Vecchi canti popolari ungheresi
del 1912; i 4 Canti
popolari slovacchi del 1917; i 5
Canti popolari slovacchi
sempre del 1917; i 4 Canti
popolari ungheresi del 1930; i
Canti popolari ungheresi
del 1935.
I. Canto nuziale (da Poniky) | |
Zadala mamka, zadala
dcéru Daleko od sebe, Zakàzala jej, prikazala jej: Nechod' dcero kumne! Ja sa udelàm ptàckom jarabym, Poletìm kmamicke, A sadnem si tam na zahradecku, Na bielu laliju. Vjide mamcka: - Co to za ptàcka, co tak smutne spieva? Ej, hesu, ptacku jaraby, Nelamaj laliju Ta daly stemna za chiapa zlého Do kraja cudzieho; Veru mne je zie, mamicka mila, so zlym muzom byti. |
Una sposa infelice torna da sua madre sotto forma di un merlo, ma la madre non la riconosce e la caccia via. L'infelice lamenta la sua sorte. |
II. Canto dei mietitori di fieno (da Hiadel) | |
Na holi, na tej sirocine Ved'som sa vyspala, Ako na perine. Uz sme pohrabaly, Co budeme robit'? Svrsku do doliny Budeme sa vodit'. |
I mietitori,
stanchi dopo la giornata di lavoro, sognano le semplici gioie e il riposo delle loro case. |
III. Ballo (da Medzibrod) | |
Rada pila rada jedla Rada tancovala, Ani si len tù kytlicku Neobrancovala. Nedala si styri grose Ako som ja dala, Zeby si ty tancovala, A ja zebystàla. |
Tu non ami che ballare, non pensi mai al lavoro, al cucito! Io ho pagato i suonatori, ma tu balli con gli altri e mi lasci solo. |
IV. Ballo (da Poniky) | |
Gajdujte, gajdence Poideme kfrajerce! Ei, gajdujte vesele, Ej, ze pojdeme smele! Zagajduj gajdose! Este Màm dva grose: Ej, jedon gajdosovi, A druhy krcmarovi. To boia kozicka, Co predok vodila, Ej, ale uz nebude, Ej, nozky si zlomila. |
Suonate pifferai, venite a ballare, giovani! Spenderemo il nostro ultimo soldo per pagare i suonatori, e balleremo al suono della cornamusa. |