Tema con variazioni per mandolino e clavicembalo, WoO 44/2

Musica: Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)
Organico: mandolino, clavicembalo (o pianoforte)
Composizione: 1796
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia 1888
Dedica: contessa Josephine de Clary

Guida all'ascolto (nota 1)

Intorno al 1796, durante un soggiorno a Praga, Ludwig van Beethoven scrisse un gruppo di composizioni per mandolino e clavicembalo, alcune delle quali sono dedicate alla contessa Josephine von Clary-Aldringen, una giovane e avvenente aristocratica che si dilettava dello strumento (il Piccolo concerto di Pietro Longhi, oggi all'Accademia di Brera, sembra ritrarre questo ambiente sociale e queste usanze raffigurando un gruppo di nobili, uno dei quali suona il mandolino, impegnati a far musica d'insieme). In questi brani - che essendo destinati all'uso "privato" non vennero dati alle stampe - Beethoven si attenne ai dettami del genere, scrivendo musica gradevole, di un certo impegno tecnico (i due strumenti hanno un ruolo paritario), prediligendo forme poco problematiche come quelle del tema con variazioni o del rondò.

L'Andante in re maggiore WoO 44/2 è costituito da una serie di variazioni ornamentali su un tema semplice e simmetrico, che presenta la struttura e le caratteristiche di un classico tema popolare (si tratta, forse, di una melodia che tutti all'epoca conoscevano). Le successive variazioni, poste in ordine di difficoltà crescente, vedono i due protagonisti alternarsi nei ruoli: nella prima è il mandolino a condurre il discorso, mentre nella seconda è il fortepiano che intesse un'elaborata variazione, punteggiata solo da qualche sporadico arpeggio del compagno di gioco. Nella terza variazione, caratterizzata da una scrittura riccamente concertante, i due strumenti assumono ruoli perfettamente paritetici; la quarta sfrutta figure idiomatiche affidando al mandolino una fitta rete di arpeggi, che avvolge il tema suonato dalla mano destra del fortepiano. Suggestiva l'atmosfera da "chiaro di luna" creata dalla quinta variazione, nella quale il modo minore e gli arpeggi pacatamente distesi del fortepiano comportano un forte stacco espressivo. Nel complesso, la composizione beethoveniana presenta una forma ben articolata, dall'ampio arco espressivo, che va oltre le semplici pretese del genere brillante e "mondano" del tema con variazioni.

Claudio Toscani


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 225 della rivista Amadeus

I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 5 settembre 2017