Das Blümchen Wunderhold (Il fiorellino magico), op. 52 n. 8

Lied per voce e pianoforte

Musica: Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)
Testo: G. A. Bürger Organico: voce, pianoforte
Composizione: 1790 - 1792
Edizione: Bureau des Arts et d'Industrie, Vienna 1805
Testo (nota 1)
DAS BLÜMCHEN WUNDERHOLD
IL FiORELLINO MAGICO
Es blüht ein Blümchen irgendwo
In einem stillen Tal.
Das schmeichelt Aug' und Herz so froh,
Wie Abendsonnenstrahl.
Das ist viel köstlicher als Gold,
Als Perl' und Diamant.
Drum wird es « Blümchen Wunderhold »
Mit gutem Fug genannt.

Wohl sänge sich ein langes Lied
Von meines Blümchens Kraft;
Wie es am Leib' und am Gemüt
So hohe Wunder schafft.
Was kein geheimes Elixier
Dir sonst gewähren kann,
Das leistet traun! mein Blümchen dir.
Man sah' es ihm nicht an.

Wer Wunderhold im Busen hegt,
Wird wie ein Engel schön.
Das hab' ich, inniglich bewegt,
An Mann und Weib gesehn.
An Mann und Weib, alt oder jung,
Zieht's, wie ein Talisman,
Der schönsten Seelen Huldigung
Unwiderstehlich an.

Auf steifem Hals ein Strotzerhaupt,
Dess' Wangen hoch sich bläh'n,
Dess' Nase nur nach Äther schnaubt,
Lässt doch gewiss nicht schön.
Wenn irgend nun ein Rang, wenn Geold
Zu steif den Hals dir gab,
So schmeidigt ihn mein Wunderhold
Und biegt dein Haupt herab.

Es webet über dein Gesicht
Der Anmut Rosenflor;
Und zieht des Auges grellem Licht
Die Wimper mildernd vor.
Es teilt der Flöte weichen Klang
Des Schreiers Kehle mit,
Und wandelt in Zephyrengang
Des Stürmers Poltertritt.

Der Laute gleicht des Menschen Herz,
Zu Sang und Klang gebaut,
Doch spielen sie oft Lust und Schmerz
Zu stürmisch und zu laut:
Der Schmerz, wann Ehre, Macht und Gold
Vor deinen Wünschen fliehn,
Und Lust, wann sie in deinen Sold
Mit Siegeskränzen ziehn.

O wie dann Wunderhold das Herz
So mild und lieblich stimmt!
Wie allgefällig Ernst und Scherz
In seinem Zauber schwimmt!
Wie man alsdann nichts tut und spricht,
Drob jemand zürnen kann!
Das macht, man trotz und strotzet nicht
Und drängt sich nicht voran.

0 wie man dann sowohlgemut,
So friedlich lebt und webt!
Wie um dals Lager, wo man ruht,
Der Schlaf so segnend schwebt!
Denn Wunderhold hält alles fern,
Was giftig beisst und sticht;
Und stach' ein Molch auch noch so gern,
So kann und kann er nicht.

Ich sing', o Lieder, glaub' es mir,
Nichts aus der Fabelwelt,
Wenn gleich ein solches Wunder dir
Fast hart zu glauben fällt.
Mein Lied ist nur ein Widerstein
Der Himmelslieblichkeit,
Die Wunderhold au Gross und Klein
In Tun und Wesen streut.

Ach' hättest du nur die gekannt,
Die einst mein Kleinod war -
Der Tod entriss sie meiner Hand
Hart hinterm Traualtar -
Dann würdest du es ganz verstehn,
Was Wunderhold vermag,
Und in das Licht der Wahrheit sehn,
Wie in den hellegen Tag.

Wohl hundertmal verdankt' ich dir
Des Blümchens Segensflor.
Sanft schob sie's in den Busen mir
Zurück, wann ich's verlor.
Jetzt rafft ein Geist der Ungeduld
Es oft mir aus der Brust.
Erst, wann ich büsse meine Schuld,
Bereu' ich den Verlust.

O was des Blümchens Wunderkraft
Am Leib' und am Gemüt
Ihr, meiner Holdin, einst verschafft,
Fasst nicht das längste Lied! -
Weil's mehr, als Seide, Perl' und Gold
Der Schönheit Zier verleiht,
So nenn' ich's « Blümchen Wunderhold »
Sonst heisst's - Bescheidenheit.
Un fiorellino sboccia, in qualche angolo
di una quieta valle.
Accarezza così lietamente l'occhio e il cuore
come il raggio del sole al tramonto.
E' molto più prezioso che l'oro,
la perla o il diamante.
Perciò viene chiamato, a buon diritto,
il «fiorellino magico».

Si intoni dunque una lunga canzone
sulle virtù del mio fiorellino;
come egli porti tante meraviglie,
al corpo e allo spirito.
Quanto nessun elisir potrebbe altrimenti garantire,
te lo offre, in fede mia, il mio fiorellino
che non viene seminato.


Chi lo conserva in seno
diviene bello come un angelo.
Io stesso, profondamente commosso,
l'ho constatato su uomini e donne.
Uomini e donne, vecchi e giovani,
su tutti attira, come un talismano,
i più bei doni spirituali,
irresistibilmente.

Una gran testa, su di un collo rigido,
le guance rigonfie
e il naso che soffia verso l'etere,
non è davvero bella.
Se ragioni di rango o altro
ti hanno reso il collo troppo rigido,
il mio fiorellino magico te lo aggiusta
e piega il capo in giù.

Tesse sul tuo volto
la grazia della rosa fiorita
e addolcisce con le ciglia
la luce troppo viva degli occhi.
Conferisce il dolce suono del flauto
alla gola vociante
e tramuta in movimento di zefiro
il passo fragoroso dello Spavaldo.

Il liuto è simile al cuore umano,
fatto per cantare e suonare,
ma spesso il piacere e il dolore
lo suonano con troppo impeto e troppo forte:
il dolore, quando gli onori, il potere e l'oro si
sottraggono al tuo desiderio;
il piacere, quando essi passano al tuo soldo,
con il serto della vittoria.

Come sa allora il fiorellino magico
intonare il cuore alla dolcezza e alla grazia!
Come si alternano, nel suo incanto,
occorrendo, la serietà e lo scherzo!
Come tutti, ad un tratto, si fermano e tacciono
e nessuno può più adirarsi!
Ne risulta che nessuno si incaponisce e si pavoneggia
e nessuno si spinge avanti.

Come, allora, si vive e ci si muove
di buon umore e d'accordo!
Come il sonno si libra benefico
sul giaciglio ove si riposa!
Il fiorellino magico tiene lontano
tutto ciò che può mordere e pungere velenosamente:
anche la salamandra che sarebbe così contenta di mordere
non lo potrebbe fare.

Credimi, canzone: il mio canto
non viene dal mondo delle favole,
anche se ti riuscirà diffìcile credere
a un tale portento.
Il mio canto non è che una risposta
all'amabilità celeste
che diffonde il fiorellino magico
a grandi e piccini, nell'azione e nell'apparenza.

Ah, se tu avessi potuto conoscerla,
colei che una volta era il mio gioiello!
(la morte l'ha strappata dalla mia mano
immediatamente dietro all'altare nuziale):
capiresti perfettamente
di che cosa è capace quel fiorellino
e, alla luce della verità, potresti vedere
come in pieno giorno.

Cento volte grazie
per la benedetta fioritura del fiorellino!
Dolcemente ella me lo rimetteva in seno,
quando lo smarrivo.
Ora lo spirito dell'insofferenza
me lo strappa sovente
e solo confessando la mia colpa
sento il rimorso per la sua perdita.

Il più lungo canto non potrebbe abbracciare
tutto ciò che la forza magica del fiorellino
ti ha elargito allora, mio tesoro,
nel corpo e nello spirito.
L'ho chiamato il «fiorellino magico»
perchè è ben più che seta, perle ed oro
che conferiscono splendore e, bellezza:
il suo vero nome è modestia.
(Traduzione di Luigi Bellingardi)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 4 dicembre 1970

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Ultimo aggiornamento 28 dicembre 2013