Ouverture Leonore n. 2 in do maggiore, op. 72a


Musica: Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)
Organico: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 2 tromboni, timpani, archi
Composizione: 1805
Prima esecuzione: Vienna, Theater an der Wien, 20 novembre 1805

Scritta per la prima versione dell' opera Fidelio
Guida all'ascolto (nota 1)

Come è noto, quattro furono le ouvertures successivamente composte da Beethoven per Fidelio. La prima di esse, quella pubblicata postuma col numero d'opus 138 e col titolo posticcio di «Ouverture caratteristica», fu accantonata dal musicista ancora prima che l'opera andasse in scena e sostituita con un nuovo brano sinfonico di maggior ampiezza e di concezione affatto diversa. La grande intuizione della Leonora n. 1, ossia l'anticipazione - nell'episodio lento centrale - del mirabile «tema di Florestano» citato quale simbolo dei motivi spirituali cui si informa l'opera, doveva divenire, nella Leonora n. 2, nucleo ispiratore ed anima della composizione, la quale si preannunzia fin dalle prime battute come sintesi sinfonica del dramma, nel senso più propriamente musicale non meno che in relazione ai suoi contenuti ideali. Non casualmente, infatti, il «tema di Florestano» questa volta appare emblematicamente nell'Adagio introduttivo e riappare per poche battute, quasi trasfigurato in una luce di teofania, al culmine dello sviluppo centrale, dopo i fatali squilli di tromba che concludono il concitato racconto musicale dell'Allegro. Racconto diffuso, tumultuoso e pletorico, rispetto alla lucida e veramente epica necessità raggiunta nel successivo rifacimento della Leonora n. 3, della quale la Leonora seconda ben può dirsi la generosa, primitiva gittata, ribollente di energie sinfoniche destinate ad essenzializzarsi attraverso un processo di semplificazione e di affinamento.

Ennio Melchiorre


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 20 marzo 1977

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Ultimo aggiornamento 30 ottobre 2013