König Stephan (Re Stefano)

Musica di scena per voci recitanti, coro ed orchestra opera 117

Testi delle parti vocali (nota 1)

Tutti i testi sono recitati tranne le parti del coro che sono cantate.

Un campo aperto presso Pest. Su un trono fatto di scudi siede Stefano a capo scoperto. Accanto un trono più piccolo fatto di rami verdi e di fiori. Una schiera di nobili Ungari circonda il Principe. Lo sfondo è celato da una fitta nebbia.

N. 1 CORO

Nella sosta delle imprese
il Principe ci chiama,
presso il trono a consiglio
per il bene comune;

ed in circolo fitto
ci raduna l'eroe
secondo l'uso antico
su questo aperto campo.

RE STEFANO (si alza)
Salute a voi, qui tutti presso il trono
che la lealtà degli Ungari sostiene!
In questo luogo, in cui vi ho convocato,
gli spiriti degli avi ancora aleggiano.
La forte spada qui brillò al nemico,
qui il consiglio dei saggi guidò il principe.
Ma essi erano preda della rete
che il demone caduto aveva teso.
Lordi di sangue adoravano gli idoli
e la preghiera scendeva all'inferno.
Ma finalmente - a un primo, santo raggio
si apriva il mite cuore di mio padre;
fu solo allora che in voi la coscienza
del bene si destò. Nessuno vide
mai più le vostre sciabole taglienti
fare scempio di vittime profane.
A poco a poco la putrida nebbia
svanì e giunse il secolo migliore.
Il Dio cristiano splende grande e buono
e nel seno materno della Chiesa
amore avete, speranza e fiducia.

N. 2 CORO

Per false strade in neri boschi
presso acqua oscura camminavamo,
ma li improvvisa ci giunse luce,
il primo albore, il chiaro di!

Ed ecco! cadono gli dèi bugiardi,
cedette al giorno il buio antico;
gloria a, tuo padre! il salvatore!
che credo e fede a noi ha portato!

UN GUERRIERO (si avanza)
Sire! Mi mandano i comandanti
per annunciarti nuove vittorie:
Moglut, la truce stirpe d'Oriente
piega la schiena sotto il tuo scettro.
Con vessilli di vittoria qui si avanzano i tuoi eroi.

N. 3 MARCIA TRIONFALE

L'AMBASCIATORE DI BAVIERA (che ha seguito il corteo militare, si avanza)
Come araldo della mia principessa
me una stella propizia qui ha guidato,
perché fossi ammirato testimone
della tua somma sapienza regale.
Di Stefano il valore è noto al mondo!

RE STEFANO
Parla, degno ambasciatore!
Colei che il saggio padre
scelse come mia sposa,
l'amabile Gisella,
già tocca la mia terra?

L'AMBASCIATORE DI BAVIERA
Cinta da gentildonne
che le reggono il velo,
l'eletta sposa avanza.

RE STEFANO
Buona sorte ella reca a me e alla mia gente!

(Dolce Musica. Compaiono fanciulli che danzano. Li segue Gisella velata e attorniata dalle sue dame)

N. 4 CORO DI DONNE

Qui il candore dissemina fiori,
qui l'amore si innalza un tempio,
e in fida schiera noi accompagniamo
la mite sposa al mite eroe.

N. 5 MELOLOGO

RE STEFANO
Hai lasciato la tua patria e la reggia,
ora io grato ti accolgo sul mio trono,
a me ti stringo come celeste dono
e te compensi la gioia che diffondi.

(Re Stefano accompagna Gisella sul trono preparato per lei)

GISELLA
Sì, mi legava un forte e caro nodo
alla, mia terra, alla reggia del padre.
Ma se dividi tra me e la tua gente
il tuo cuore, guarisci la mia pena.

N. 6 CORO

Un raggiante sole d'oro
terso erompe dalle nubi;
o delizia! santa gioia!
se il mirto, cinge l'alloro.

N. 7 MELOLOGO E SCENA

RE STEFANO (si alza)
Voi nobili Ungari! Udite la mia voce!
Solo ora, fratelli, che la santa
fede cristiana è discesa su voi,
ora anche voi con un robusto anello
siete legati alle altre nazioni.
Solo una cosa manca, eppure è grande;
per essa sola possiamo durare:
la fiamma delle leggi, che splendente
di luce, forza, autorità divampa.

(consegna ai nobili un rotolo di leggi. Essi lo accolgono con grata reverenza. Nel corso della musica seguente la nebbia sottile si dilegua, sullo sfondo si vede chiara la città di Pest)

Abbia l'eroe la fama delle guerre,
ma non il sangue dà stabile sorte;
benefattore si dica colui
che al popolo concede ordine e leggi.

N. 8 MARCIA SACRA

UN ANZIANO
Questa aurea corona consacrata
a te, devoto principe, l'invia
il Santo Padre, esortato dagli angeli;
te ora come re noi salutiamo.

CORO
Salute al nostro re! Salute al re!

RE STEFANO (si pone la corona sul capo)
Con rispetto mi pongo sul capo la corona,
agli ultimi nipoti essa sia sempre un tempio;
al suo figliolo l'ha inviata il padre,
al favore, alla fama degli Ungarì la dono!

CORO
Salute al nostro re! Salute al re!

RE STEFANO
Rimanga essa inviolata come il capo che adorna.
Ma quale mai emozione
improvvisa mi afferra,
mentre l'aureo diadema
infrante mi si posa?
Sento il petto che avvampa,
da forza profetica afferrato.
Ecco, si squarcia il velo
che mi cela il futuro.
(in estasi)
Là, sorgono i nobili prìncipi,
li guida il genio protettore dell'Ungheria,
essi per la gloria bramano compiere
ciò che il mio scarso vigore ha iniziato.
Veneranda figura, che laggiù mi fai cenno,
io ti conosco, è Ladislao il tuo nome!
Tu sei colui al cui trono Transilvania si è arresa,
e la tua spada ha percosso i selvaggi Cumani;
tu agli Ungari consegnerai nuove leggi,
riparerai ciò che il tempo ha corrotto,
né mai offenderai la libertà,
che il sangue dei padri ha conquistato.
Io ti saluto, Andrea, tu che di nuovo
respingi dal trono il dispotismo!
E Ludovico, tu! nella nobile schiera dei principi,
dal tuo popolo sarai chiamato il Grande.
Davanti a te la superba Venezia si è inchinata,
sei tu che hai preso il vessillo della Chiesa;
tu hai concluso le faide,
che solo il giudizio di Dio soffocava.
(L'orizzonte si infiamma)
E chi mi viene incontro nella nebbia ?
Ah! Che splendente figura!
Mattia Corvino! Sii sempre benedetto!
Quanta, strada hai percorso!
Tramonti pure la gloria delle armi
nella corsa degli anni;
rimane eterno ciò che tu hai creato per anime in attesa,
tu hai portato l'aurora!
Nuovo fulgore avrà questa santa corona,
ora si alza un sole senza nubi,
dell'Ungheria il genio protettore solleva sul mio trono
una regale famiglia adorata da tutti!
(sorge il sole)
Invano tenderà l'arco la discordia,
la magnifica stirpe, a cui vi ha stretto l'amore,
cresce e fiorisce, terrore degli Osmani,
benedizione per la vostra terra!
Per l'alta malinconia mi batte il petto -
la, più nobile gara già vedo!
Vi guardo lottare in nome della fedeltà,
e il vostro cuore ne riceve il premio!
Non esitaste quando rombava il tuono,
sfoderaste la spada con nobile impazienza,
e tanta fedeltà è ricompensata
con l'amoroso favore del re!
Tu ti dilegui, immagine stupenda!
nel sublime chiarore -
ma là resti in eterno davanti agli occhi del cuore. -
Ho visto l'onesto nipote della buona Maria Teresa.

N. 9 CORO FINALE

Salve ai nostri discendenti! Essi vedranno
ciò che il cuore ispirato ha presentito!
La loro salda fiducia di figli
della corona sarà il più bel diamante!
Benefìci elargendo, sempre nuovi,
nel futuro il re darà compenso
della salda e costante fedeltà,
che grato il popolo gli giura!

Riduzione e traduzione di Franco Serpa


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 26 Ottobre 1996

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Ultimo aggiornamento 23 Settembre 2011