Trio per fiati in do maggiore, op. 87


Musica: Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)
  1. Allegro
  2. Adagio cantabile (fa maggiore)
  3. Minuetto. Allegro Molto. Scherzo
  4. Presto
Organico: 2 oboi, corno inglese
Composizione: 1794
Edizione: Artaria, Vienna 1806
Guida all'ascolto (nota 1)

Composto nel 1794 o nel 1795, il Trio op. 87 (il cui titolo originale è Terzetto) si collega idealmente da un lato all'Ottetto op. 103, col quale condivide la freschezza dell'ispirazione e l'accuratezza della fattura, mentre dall'altro riproduce l'organico delle contemporanee Variazioni su un tema del «Don Giovanni» di Mozart WoO 28 (forse entrambi i lavori furono composti per tre celebri esecutori, vale a dire i fratelli Johann, Franz e Philipp Teimer).

L'Allegro d'apertura è, naturalmente, in forma di sonata. Il primo gruppo tematico presenta soprattutto motivi in ritmo puntato dal piglio quasi militare, che ritornano nella transizione, condotta con imitazioni tra gli strumenti, e poi ancora, addolciti, nel profilo del secondo gruppo tematico. Ampio e articolato si presenta quindi il gruppo conclusivo, dove brevi passaggi di bravura s'alternano a frasi cantabili e a sezioni digressive; segue la replica dell'esposizione. Nello sviluppo, l'arcata iniziale ricorre al materiale del primo gruppo tematico, la prosecuzione ai motivi del secondo gruppo tematico e l'ordine per così dire riespositivo trova conferma nel fatto che la ritransizione recupera i passaggi di bravura precedenti. La ripresa non offre novità rispetto all'esposizione, allineando il primo gruppo tematico, la transizione, il secondo gruppo tematico e quello conclusivo, mentre la coda riecheggia i fondamentali motivi in ritmo puntato.

Dal punto di vista formale, l'Adagio cantabile è costituito da un'esposizione e da una ripresa variata con coda. La prima sezione tratteggia l'espressivo tema principale, la seconda ne rappresenta una prosecuzione connotata dalle mormoranti figure del corno inglese che, nella ritransizione, passano anche agli oboi. Nella ripresa variata, la prima parte è oggetto di ornamentazione, mentre la seconda conduce, attraverso un cromatismo discendente, alla coda, dove gli strumenti entrano uno dopo l'altro per ritrovarsi, infine, insieme.

Il Menuetto. Allegro molto. Scherzo è un movimento che tradisce già nella ridondanza dell'intestazione l'impulso di Beethoven a trasformare il Minuetto settecentesco in Scherzo. Del resto la lievità di tocco è qui innervata da una sensibilità timbrica e una gagliardia ritmica che ormai nulla hanno a che vedere con la danza del passato. Il Menuetto è articolato in due parti replicate così come il Trio, tutto basato sul ritmo sincopato; alla ripresa del Menuetto segue una Coda.

Il Finale. Presto è un brillante rondò dai tratti ingegnosi. Al tema principale (A) succede il primo episodio (B), che oscilla tra il minore e il maggiore e comprende al centro un passo virtuosistico di terzine per l'oboe I. Il ritorno abbreviato del tema principale (A) introduce quindi il secondo episodio (C), fondato su una serie di imitazioni contrappuntistiche tra gli strumenti. Una ritransizione che resta sospesa a mezz'aria prepara la ripresa abbreviata, dove si susseguono il tema principale (A), il primo episodio (B) ridotto al passaggio virtuosistico dell'oboe I, il secondo episodio (C) ridotto all'ultima delle imitazioni contrappuntistiche e infine la coda conclusiva.

Cesare Fertonani


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 191 della rivista Amadeus

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Ultimo aggiornamento 6 maggio 2017