La vittoria di Wellington ovvero la battaglia di Vittoria, op. 91


Musica: Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)

Prima parte:
Seconda parte:
Organico:
Prima orchestra: ottavino, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, tromba, tamburo, archi
Seconda orchestra: ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, tromba, triangolo, piatti, grancassa, tamburo, macchine per colpi di cannone e fucileria, archi
Composizione: 1813
Prima esecuzione: Vienna, Sala dell'Università, 8 dicembre 1813
Edizione: Steiner, Vienna 1816
Dedica: Giorgio IV, Principe d' Inghilterra
Guida all'ascolto (nota 1)

Questo brano, dedicato al principe reggente Giorgio d'Inghilterra, fu composto tra l'ottobre e il novembre 1813 e venne pubblicato a Vienna, dall'editore Steiner, nel febbraio 1816, in due fascicoli comprendenti la partitura e le parti d'orchestra. Il manoscritto originale è depositato alla Deutsche Staatsbibliothek di Berlino e della composizione l'autore parla in numerose lettere. Inizialmente la musica era stata ideata per il Panharmonicon, uno strumento meccanico, in grado di riprodurre il suono di archi, fiati e strumenti a percussione, inventato e costruito da Johann Nepomuk Malzel. E a questo venne dedicato in un primo momento il lavoro, ma poi il nome del Malzel venne cancellato (sembra che l'amico di Beethoven si fosse addirittura appropriato della «Schlachtsymphonie») e venne dedicato al suddetto principe reggente il quale, però, non sembrò gradire eccessivamente tale atto di omaggio.

Come annota Emily Anderson nelle «Lettere di Beethoven» pubblicate dalla Ilte, l'8 e il 12 dicembre 1813, nell'Aula Magna dell'Università, si diedero due concerti di grande successo a beneficio dei soldati austriaci e bavaresi feriti nella battaglia di Hanau. In quell'occasione furono eseguite per la prima volta la Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92, e la Battaglia di Vittoria op. 91. I concerti furono ripetuti in due serate beneficile a favore di Beethoven alla Grosser Redoutensaal il 2 gennaio e il 27 febbraio 1814, ottenendo un nuovo grande successo. Poco dopo il compositore, scrivendo a Nikolaus Zmeskall von Domanovecz, annotava: «Presto dovrò partire per Londra, se intendo ricavare qualche cosa dal Vellingtons Sieg».

In un manoscritto conservato al British Museum, diretto a George Thomson, Beethoven fa scrivere in data ottobre 1814, da altra mano, in un italiano non corretto, quanto segue, che pubblichiamo nella grafia originale: «Attesa la nostra antica conoscienza le offerisco una mia opera sul trionfo di Wellington nella battaglia di Vittoria la quale è composta di due parti: prima parte la battaglia, seconda parte sinfonia di trionfo. L'opera è scritta per grande orchestra, ha riscosso qui in Vienna un applauso generale ed a comune richiesta verrà anche adesso eseguita all'occasione della presenza de sovrani alleati. Potrà averla in partitura e in Estratto per Fortepiano da me stesso a questo fine composto qualora ciò sia di suo aggradimento. Basta che me ne faccia in tempo avvertito, affinchè possa prendere le necessarie misure. Questa composizione e dedicata al Principe Regente di Inghilterra e trattandosi d'un soggetto che tanto interessa la di Lei patria non può mancare di far fortuna».

Della stessa composizione Beethoven parla anche, sempre da Vienna, nel giugno 1815, al principe Esterhazy o, forse, al visconte Castlereagh; più probabilmente al primo, però, che era stato nominato ministro plenipotenziario austriaco a Londra. Tra l'altro egli dice: «L'opera esalta uno dei suoi più grandi condottieri e celebra un evento notoriamente glorioso della storia d'Inghilterra, che è stato uno splendido contributo alla liberazione dell'Europa».

Le due parti del lavoro si susseguono senza interruzione. La prima, che ha per titolo La battaglia, ha inizio con i «rulli del tamburo di parte inglese» seguiti da squilli di tromba dello stesso esercito. Flauto piccolo, clarinetti, fagotti, corni e tromba attaccano poi il Rule Britannia, una marcia ben scandita. Rispondono quindi i francesi con altri rulli di tamburi e altri squilli, che poi lasciano il passo alla Canzone di Marlborough intonata da un'orchestra composta dagli stessi strumenti di cui sopra a cui si aggiungono triangolo, piatti, grancassa e archi. Segue una piccola marcia in 6/8, anch'essa ben cadenzata. Quindi ha inizio il combattimento che si compone: della Battaglia (Schlacht) in Allegro caratterizzata da un disegno discendente di natura essenzialmente descrittiva; di un Meno allegro a ritmo di galoppo e infine di una Marcia d'assalto (Allegro assai). La visione della disfatta francese è data dalla stessa melodia della Canzone di Marlborough, presentata in moto stanco e in modo minore.

La Sinfonia di Vittoria caratterizza la seconda parte della composizione, pagina che presenta un tema irruente, che poi si traduce in marcia non troppo variata, con apparizione del tema di God save the King prima in Andante grazioso, poi in Minuetto moderato e festoso per giungere alla conclusione con un fugato sulla base dello stesso inno inglese.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Villa Giulia, 11 luglio 1996

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Ultimo aggiornamento 23 gennaio 2013