Wozzeck, op. 7
Opera in tre atti e quindici quadri
Musica: Alban Berg (1885 - 1935)
Testo:
Alban Berg da Woyzeck di Georg Büchner
Ruoli:
- Wozzeck (baritono e voce recitante)
- Il Tamburomaggiore (tenore drammatico)
- Andres (tenore lirico e voce recitante)
- Il Capitano (tenore buffo)
- Il Dottore (basso buffo)
- Primo garzone (basso profondo e voce recitante)
- Secondo garzone (baritono acuto o tenore)
- Il Pazzo (tenore acuto)
- Marie (soprano)
- Margret (contralto)
- Il bambino di Marie (possibilmente cantante)
- Soldati e garzoni (2 tenori, 2 baritoni e 2 bassi)
tra cui un Soldato (tenore)
- Serve e prostitute (coro a due voci)
- Bambini (coro di voci bianche)
Organico: 4
flauti (anche ottavini), 4 oboi (4 anche corno inglese), 4
clarinetti, clarinetto basso, 3 fagotti, controfagotto, 4 corni, 4
trombe, 4 tromboni, tuba contrabbassa, timpani, piatti (una coppia, uno
appeso e uno fissato alla grancassa), grancassa, diversi tamburi,
spazzola, tam-tam grande (molto grave), tam-tam piccolo (molto acuto),
triangolo, xilofono, celesta, arpa, archi
Sul palcoscenico: diversi tamburi
Banda militare: ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2
corni, 2 trombe, 3 tromboni, tuba contrabbassa, grancassa con piatti,
tamburo, triangolo
Un'orchestrina da taverna: 2 violini (accordati un tono sopra),
clarinetto, fisarmonica, chitarra, bombardone (o basso tuba)
Un pianino scordato (III atto, III scena)
Un'orchestra da camera (possibilmente separata dalla grande orchestra):
flauto (anche ottavino), oboe, corno inglese, 2 clarinetti, clarinetto
basso, fagotto, controfagotto, 2 corni, 2 violini, viola, violoncello,
contrabbasso.
Composizione: 1914 - 1922
Prima esecuzione: Berlino, Staatsoper, 14 dicembre 1925
Edizione: Universal Edition, Vienna, 1922 (spartito) e 1926 (partitura)
Dedica: Alma
Maria Mahler
Sinossi
Atto primo: Esposizione
(
5 pezzi caratteristici)
I Scena (
Suite): È mattina,
nella stanza del Capitano il soldato Wozzeck sta radendo il suo
superiore che non perde occasione per deriderlo ma soprattutto per
fargli la morale: lo rimprovera infatti di non aver sposato la donna da
cui ha avuto un figlio e di non aver battezzato il bambino. Wozzeck,
intimorito, lamenta la sua misera condizione.
II Scena (
Rapsodia): Mentre
raccoglie legna per il Capitano insieme ad Andres, Wozzeck è colto da
allucinazioni. A nulla valgono i tentativi di Andres di distrarlo
cantando.
III Scena (
Marcia Militare e Ninna nanna):
Dalla finestra della sua camera Maria, la compagna di Wozzeck, assiste
alla sfilata della banda militare: è attratta in particolare dal
portamento fiero e possente del Tamburmaggiore. I suoi commenti
provocano il sarcasmo della sua amica Margherita. Rimasta sola, Maria
culla il suo bambino finché arriva Wozzeck che, ancora in preda alle
sue allucinazioni, non rivolge al figlio neanche uno sguardo.
IV Scena (
Passacaglia): Nello
studio del Dottore Wozzeck viene esaminato dallo stravagante
scienziato: in cambio di pochi spiccioli si presta come cavia ai suoi
esperimenti, sottoponendosi ad una dieta a base di legumi. Pochi colpi
di tosse bastano per provocare la reazione stizzita del Dottore; ma
Wozzeck è ancora scosso dalle recenti allucinazioni. Più che
preoccuparsene, il Dottore se ne rallegra: coglie infatti nei
turbamenti psichici di Wozzeck un segno di alterazione dovuto alla sua
dieta.
V Scena (
Andante affettuoso, quasi Rondò)
Davanti alla porta di casa Maria viene abbordata dal Tamburmaggiore, al
quale cede dopo una debole resistenza.
Atto secondo: Peripezia
(
Sinfonia in 5 movimenti)
I Scena (
Allegro in forma sonata):
Maria indossa gli orecchini che le ha regalato il Tamburmaggiore e si
guarda allo specchio compiaciuta, Wozzeck la sorprende e, insospettito,
le domanda chi glieli ha dati, Maria balbetta una menzogna qualunque,
ma Wozzeck si è già distratto: guarda intenerito il suo bambino
addormentato, poi consegna la sua paga alla donna ed esce
frettolosamente, lasciando Maria in preda ai rimorsi.
II Scena (
Fantasia e Fuga su tre temi):
Il Dottore e il Capitano si incontrano in strada e filosofeggiano sulla
scienza e sull'umanità; li distrae la comparsa di Wozzeck, contro cui
scatenano il loro cinismo, sanno già del tradimento di Maria e non gli
risparmiano pesanti ironie.
III Scena (
Largo in forma di canzone):
Ormai certo del tradimento Wozzeck affronta Maria davanti alla sua
casa; ma quando fa per colpirla lei lo ferma dichiarando che preferisce
morire piuttosto che esser picchiata. Wozzeck comincia a maturare il
delitto.
IV Scena (
Scherzo): In
un'osteria della città Maria e il Tamburmaggiore volteggiano
avvinghiati fra la folla quando arriva Wozzeck, che manifesta la sua
disperazione di fronte all'indifferenza dei due. Un pazzo gli si
avvicina maliziosamente, dicendo di sentire odore di sangue.
V Scena (
Rondò marziale): In
caserma, fra i soldati addormentati Wozzeck veglia: cieco di rabbia e
di dolore, è ossessionato dal desiderio di vendetta. Entra il
Tamburmaggiore che vanta le sue conquiste e lo invita provocatoriamente
a festeggiare. Nello scontro che ne consegue Wozzeck ha la peggio.
Atto terzo: Catastrofe ed
epilogo (
Sei
Invenzioni)
I Scena (
Invenzione su un tema)
Maria, sola col suo bambino, è di nuovo in preda ai rimorsi e cerca
conforto nel Vangelo, leggendo l'episodio dell'adultera Maddalena.
Guarda il bambino con tenerezza e pensa a Wozzeck che da due giorni non
si fa vivo.
II Scena (
Invenzione su una nota - si
naturale): Wozzeck ha trascinato Maria nel bosco appena
fuori città, sulla riva dello stagno rievoca momenti della loro storia
con amara ironia, improvvisamente si avventa su di lei e le affonda il
coltello in gola, poi, apparentemente tranquillo, abbandona la scena.
III Scena (
Invenzione su un ritmo):
Wozzeck si reca in una bettola dove si balla al suono di un pianoforte
scordato, beve, vaneggia e poi si avvicina a Margherita, che si accorge
delle macchie di sangue sui suoi vestiti. Wozzeck scappa sconvolto e
impaurito.
IV Scena (
Invenzione su un accordo):
Wozzeck è tornato nello stagno per cercare l'arma del delitto. Inciampa
nel corpo di Maria, recupera il coltello e tenta di buttarlo più a
largo, ma non è ancora soddisfatto, avanza nello stagno per cercarlo di
nuovo, poi comincia a lavarsi il sangue dai vestiti finché, sopraffatto
dalle sue allucinazioni, annega. Nel frattempo il Dottore e il Capitano
passeggiano sul sentiero accanto allo stagno, odono un gemito, poi più
nulla, quindi si allontanano.
Interludio
orchestrale (
Invenzione
su una tonalità).
V Scena (
Invenzione su un movimento
regolare di crome): Il figlio di Maria gioca in strada con
altri bambini, qualcuno reca la notizia della morte di sua madre. Lui
non capisce, continua a giocare, poi segue i compagni che si
allontanano incuriositi.
INVITO A WOZZECK (1952)
di Luciano Berio
L'affacciarsi di Wozzeck
alla ribalta degli interessi popolari non è avvenimento casuale.
L'entusiasmo destato dalle recenti e numerose esecuzioni nei più
importanti centri musicali del-l'Europa e degli Stati Uniti, e la
registrazione completa e dei frammenti dell'opera su dischi "long
playing" ripropongono vigorosamente il problema del dramma musicale di
Alban Berg. Ciò, in un momento in cui la generica polemica delle
formule, a proposito della musica dodecafonica, pare ormai
definitivamente superata in luogo di un più immediato contatto con le
significazioni sociali che l'imperfetta parola "dodecafonia" riassume;
ciò, in un momento in cui il dissidio tra le condivise necessità di un
teatro musicale (socialmente indispensabile) e le tenacissime catene
che tali necessità tentano di stemporalizzare è assai più acuto; ciò,
ancora, nel momento in cui, soprattutto in Francia, le recenti
esperienze estetiche non hanno conseguito il solo normale risultato di
una ricognizione tecnica nell'ambito dell'espressione musicale ma,
attraverso il lontano impulso metodologico di Cartesio ed il fondamento
dialettico di Bergson, hanno contribuito ad un salutare processo di
osmosi tra la realtà storica e l'atto musicale.
Ed è stupore attonito di tutti noi, giovani e giovanissimi
musicisti, scoprire ora al primo contatto con Wozzeck la risposta
pratica a molte e, forse, alle più importanti speculazioni d'oggi.
Entusiastico stupore guastato tuttavia da una certa amarezza: ci pare
di aver subito per molto tempo un inganno constatando che la voce
di Wozzeck è stata
lontano da noi, sia pure per motivi contingenti di documentazione
musicale, di possibilità pratiche d'ascolto, proprio negli anni
formativi dello studio e della ricerca. Di Wozzeck che, nato
come dramma musicale circa trent'anni fa, può essere considerato il
compendio ante litteram di tutto il travagliato periodo di storia
vissuta dal 1925 ad oggi.
Non mi propongo qui una disamina completa del dramma musicale
di Alban Berg. Esporrò molto schematicamente l'itinerario formale dei
tre atti dell'opera per aiutare il lettore ad un primo contatto
col quid più vero e più
operante di Wozzeck
che si nasconde sotto l'immediatezza espressiva dell'azione scenica,
come sotto il preciso e scoperto percorso delle lancette sul quadrante
dell'orologio, è nascosto un segreto meccanismo.
Il primo fondamentale elemento di unità drammatica è dato
dalla divisione tripartita del libretto secondo lo schema tradizionale
della tragedia greca: esposizione, peripezia, catastrofe. Inoltre, per
un certo parallelismo strutturale tra il primo ed il terzo atto,
l'architettura dell'intera opera si può ricondurre allo schema A-B-A.
Originariamente il dramma di Georg Büchner (1813-1837) comprendeva 25
scene: Alban Berg ne scelse 15, suddividendole in tre atti di 5 scene
ciascuno.
Il denso simbolismo che circonda i personaggi del dramma non è
una semplice sovrastruttura ideologica determinata da una lontana
contingenza storica ed ambientale. I caratteri dei singoli personaggi,
nati oltre cent'anni fa dalla fantasia del giovane drammaturgo tedesco,
conservano tuttora una impressionante attualità anche ripensandoli
svincolati dall'azione musicale di Alban Berg. Ecco, sommariamente,
quanto Willy Reich scrive in proposito: «Il Capitano è la maschera del
filisteismo moralistico, tormentato dalla paura; il Dottore il demonio
della scienza fredda e materialistica, ostile all'uomo e alla sua
anima; il Tamburmaggiore la personificazione dell'animalità; e Maria,
semplicemente, la povera sfortunata. Wozzeck è molto di più del
rappresentante della classe oppressa, la povera gente che non soltanto
deve soffrire l'estrema miseria ma anche assumerne tutta la colpa.
Questa figura è parente al puro folle, l'essere primitivo ancora fuori
della moralità; vicino alle forze ed ai misteri della natura che lo
circondano e lo forzano ad arrendersi a loro. Egli è uno di quei poveri
di spirito in senso evangelico che, disorientati dall'epoca moderna,
cercano le loro origini perdute con ogni forza».
Atto primo: Esposizione
Scena I |
Capitano e Wozzeck |
Suite |
Scena II |
Wozzeck ed Andres |
Rapsodia |
Scena III |
Maria, (Margherita) e Wozzeck |
Marcia militare e berceuse |
Scena IV |
Dottore e Wozzeck |
Passacaglia |
Scena V |
Maria e Tamburmaggiore |
Andante affettuoso (quasi rondò) |
Scena Prima (
La stanza del Capitano).
Tutto il primo atto sarà una organizzazione in suoni dei personaggi del
dramma. La scena iniziale si svolge in forma di
Suite in 5 tempi:
Preludio, Pavana, Giga, Gavotta
ed
Aria;
quindi ripresa retrograda del preludio e sviluppo contrappuntistico dei
temi dalla
Suite.
Il Capitano e Wozzeck svolgono un colloquio che oscilla per buona parte
tra il falso moralismo e la lascivia del primo e la opaca
arrendevolezza del secondo. Ciò sino all'accorata esplosione di Wozzeck
(«Noi povera gente... se noi si andasse in cielo dovremmo aiutare a
fare i tuoni») che avviene nella forma dell'aria tripartita. La
concatenazione ed il generale senso di unità di queste brevi forme
classiche sono raggiunti non tanto attraverso un normale sviluppo
contrappuntistico degli elementi tematici esposti quanto attraverso un
complesso di accorgimenti dinamici e timbrici quali: il graduale e
preciso evolversi del tempo di metronomo, l'assegnazione fissa di certe
combinazioni strumentali ed i movimenti cadenzanti della viola e del
controfagotto.
Scena Seconda
(
Fuori città. Aperta
campagna). Wozzeck ed il suo camerata Andres raccolgono
legna; è l'imbrunire, e fantasmi affollano la mente di Wozzeck. Paure
misteriose prendono forma tangibile negli oggetti della natura
circostante. I due tornano lentamente in città col loro carico di legna
e di oscuri presagi.
Rapsodia
è il presupposto formale di tale scena. Niente però v'è di libero e di
rapsodico nella struttura di questo pezzo. Tutto è impostato sul gioco
dialettico tra il motivo iniziale di tre accordi e la
Canzone di caccia
cantata da Andres. Se nella scena precedente l'intervallo di terza
minore era la cellula primaria di ogni azione sonora, qui è
l'intervallo di quarta che svolge una principale funzione espressiva.
Ed è appunto tale intervallo che permette un mirabile compenetrazione
tra l'elemento tonale e folcloristico della
Canzone di caccia
ed il tutto atonale della
Rapsodia.
Scena Terza (
Camera di Maria).
Si ode una marcia militare: i soldati passano nella via. Maria si
affaccia alla finestra e i suoi occhi incontrano per la prima volta lo
sguardo del Tamburmaggiore. Il seme della tragedia è gettato. Più
tardi, nel chiuso della stanza squallida, col bimbo nelle braccia,
Maria canta una ninna-nanna. La
Marcia
e, soprattutto, la
Ninna-nanna
sono forme strofiche e fondamentalmente tonali. I temi (di bellissima
ispirazione melodica) di queste due "forme chiuse", come gli altri
delle precedenti e seguenti scene, saranno variamente ripetuti e
trasformati nel corso di tutta l'opera non solo come riferimento
psicologico ad un dato momento del dramma, ma come elemento tematico di
una complessa struttura musicale. Wozzeck entra improvvisamente nella
stanza, ma è completamente assente: è lontano dal bimbo e da Maria,
pervaso ancora dalle angosce notturne provate poco prima in campagna
cogliendo legna con Andres. In questo episodio, unico caso in tutta
l'opera, la musica assolve un compito di libero commento il quale,
sciolto da ogni impegno formale, si abbandona a vertiginose involuzioni
che ci danno la misura della disperata solitudine dei due protagonisti,
«...è un universo sonoro che ha perso i suoi punti di riferimento, che
oscilla e sbanda, preso da una vertigine mortale» (A. Mantelli).
Scena Quarta
(
Studio del Dottore).
È una
Passacaglia
di ventuno variazioni costruite su un'unica serie. Ogni variazione è
l'immagine vivida della spietata psicosi sperimentale del Dottore di
cui Wozzeck, il diseredato della vita, il
paria oppresso da
un incubo freudiano di predestinazione al male, è l'oggetto. Ogni
variazione segue all'altra in deliberato, graduale crescendo; è un
macabro meccanismo che si muove implacabile, soffoca le deboli ed
oscure spiegazioni di Wozzeck ed esplode (ultima variazione) in una
fragorosa esposizione della serie pesantemente armonizzata e suonata a
corale da tutta l'orchestra: è l'esaltazione del Dottore che insegue un
suo sogno di immortalità.
Scena Quinta
(
Strada di fronte alla
casa di Maria). Il Tamburmaggiore seduce Maria. Anche
questa scena (
Andante
affettuoso, quasi rondò), come già la seconda, è costruita
sull'avvicendarsi di due entità tematiche. Una il motivo proprio del
rondò, l'altra il motivo che potremmo chiamare della seduzione.
Quest'ultimo elemento tematico risuonerà fortissimo sulla scena vuota
quando Maria ed il Tamburmaggiore, dopo una debole resistenza della
donna, scompariranno nella casa. L'atto termina con un aggregato
armonico che servirà da chiusa anche agli atti successivi.
Atto secondo: Peripezia
Tutto questo secondo atto è costruito come una Sinfonia in cinque
movimenti.
Scena I |
Maria e Wozzeck |
Sonata |
Scena II |
Capitano, Dottore e Wozzeck |
Fantasia e Fuga a 3 soggetti |
Scena III |
Maria e Wozzeck |
Largo |
Scena IV |
Maria, Tamburmaggiore, Wozzeck, (Garzoni, Soldati, il
Pazzo) |
Scherzo |
Scena V |
Wozzeck, Andres, Tamburmaggiore |
Rondò marziale |
Scena Prima (
Camera di Maria).
Tale scena è impostata su uno schema di forma sonata con tre distinti
gruppi tematici corrispondenti ai tre personaggi che vi agiscono:
Wozzeck, Maria e il bimbo. La donna, col bimbo in grembo, si guarda in
un pezzo di specchio; un paio di orecchini, dono del Tamburmaggiore, le
adorna il viso. Desolata civetteria e affetto materno si alternano
ambiguamente nell'atteggiamento della donna. Questo il corrispondente
scenico all'esposizione della
Sonata.
L'entrata di Wozzeck ed il sordo ed allusivo conflitto che ne segue
(Wozzeck si accorge degli orecchini che Maria porta ed ha così un primo
indizio dell'infedeltà di lei) corrispondono musicalmente allo sviluppo
della
Sonata
che toccherà un punto di massima tensione quando Wozzeck proromperà nel
motivo (questa volta trasportato in una tessitura più acuta) che già
nella prima scena del primo atto aveva concentrato lo sfogo disperato
della sua desolazione. Tale motivo che è forse il più importante di
tutta l'opera, racchiude in quattro note il germe di tutti i principali
eventi sonori del dramma. La scena si conclude con una regolare ripresa.
Scena Seconda
(
Una strada della città).
Il Capitano ed il Dottore in un allucinante, macabro colloquio: è
una
Fantasia sui temi
dei due personaggi (temi che già nelle scene precedenti erano stati
esposti). Capitano e Dottore incontrano Wozzeck e si indugiano a
tormentarlo alimentando la sua gelosia con volgari allusioni: è
una
Fuga a tre soggetti
costruita sul diverso richiamo psicologico dei motivi caratterizzanti i
tre personaggi. Ancora una volta l'accorata umanità di Wozzeck si
identifica in un suggestivo ed emozionale contributo tematico.
Scena Terza (
Strada davanti alla casa di Maria).
Wozzeck e Maria si incontrano. I dubbi di Wozzeck, dopo il colloquio
col Capitano ed il Dottore, hanno preso forma in più precise e dolorose
immagini. Un duro scambio di parole si svolge tra i due: la donna non
tenta una vera difesa di sé stessa. Si nasconde malamente dietro fredde
schermaglie ironiche. Questo, che è il terzo movimento della Sinfonia,
porta l'indicazione di
Largo;
come gli altri movimenti, è perfettamente coordinato nella sua
organizzazione tematica. (Berg ha qui impiegato un organico d'orchestra
in tutto simile a quello impiegato da Schönberg nella sua
Kammersymphonie op. 9,
con ciò Berg ha voluto rendere omaggio al suo maestro).
Scena Quarta
(
Nel giardino di
un'osteria). Aria greve e sensuale: tra la folla che
danza, Maria ed il Tamburmaggiore volteggiano abbracciati. Cori di
giovinastri, discorsi di ubriachi, odore acre di vino. Wozzeck entra e
vede la sua donna nelle braccia del Tamburmaggiore: è la prova decisiva
del tradimento. Tutto ciò si identifica in un movimento
di
Scherzo. Nel
Ländler e nelle
altre musiche di danza, suonate dall'orchestrina, rudimentali
sovrapposizioni di tonalità danno un risultato agghiacciante di
stonatura (non dissonanza). Tutto lo
Scherzo può essere
diviso come segue: primo scherzo - primo trio - secondo scherzo -
secondo trio - riprese variate delle prime tre parti.
Scena Quinta
(
In caserma).
Il Tamburmaggiore si vanta fragorosamente dei suoi successi amorosi e,
di fronte a Wozzeck, fa aperte allusioni alla propria relazione con
Maria. Wozzeck è annientato. Il
Rondò
Marziale che chiude quest'atto è assai simile nella
struttura all'
Andante
affettuoso, quasi rondò che chiudeva l'atto precedente.
Analogia simbolica data dalla stretta relazione drammatica tra le due
scene: qui Wozzeck è vinto e percosso dal Tamburmaggiore, là Maria si è
arresa al Tamburmaggiore. In quest'ultima scena tuttavia il discorso
musicale è più serrato ed immediato per sottolineare il carattere di
tronfia baldanza militaresca del Tamburmaggiore. L'atto termina con la
stessa armonia del primo atto, in dissolvenza però. Un
si basso sarà
l'ultimo suono di questa monumentale Sinfonia in cinque movimenti, al
quale si può dare un significato di profezia considerando la funzione
che questo stesso suono avrà nella seconda scena del terzo atto.
Invenzione su un Tema Invenzione su un Suono Invenzione su un Ritmo
Invenzione su un Accordo Invenzione su una Tonalità Invenzione su un
Movimento regolare di crome
Atto Terzo: Catastrofe
Scena I |
Maria |
Invenzione su un Tema |
Scena II |
Maria e Wozzeck |
Invenzione su un Suono |
Scena III |
Wozzeck, Margherita, Ragazzi e Ragazze |
Invenzione su un Ritmo |
Scena IV |
Wozzeck, Capitano e Dottore. Interludio per sola orchestra |
Invenzione su un Accordo Invenzione su una Tonalità |
Scena V |
Bambino di Maria ed altri bambini |
Invenzione su un Movimento regolare di crome |
Scena Prima (
Camera di Maria).
Maria sfoglia la Bibbia a caso cercando quasi in quelle pagine una
giustificazione al suo stato. L'invenzione che comprende sette
variazioni e una doppia fuga si svolge da un tema di sette battute:
ogni variazione è l'espressione del mutevole stato d'animo di Maria e
della sua reazione psicologica alla lettura del Testo Sacro. La doppia
fuga a sua volta è costruita su due temi di sette note. Questo serrato
simbolismo numerico, in apparenza meccanico, è suggerito da una intima
adesione al testo; un'atmosfera di trascendente e fiabesca
superstizione - specialmente nella quinta variazione in fa minore - è
l'oggetto di questa prima scena.
Scena Seconda
(
Presso uno stagno).
Wozzeck placa il tormento della gelosia uccidendo Maria. Il
si basso che
terminava il secondo atto è ripreso come ponte tra la prima e la
seconda scena di questo ultimo atto ed è subito investito di un ruolo
di fondamentale importanza in questa
Invenzione su un suono.
Nel continuo, insistente vagare di questa nota tra tutti gli strumenti
dell'orchestra v'è l'idea fissa e allucinata di Wozzeck. La nota
subisce tutte le trasformazioni timbriche immaginabili, le entrate
strumentali avvengono per mezzo di canoni ritmici mentre un rapido
riepilogo di alcuni temi importanti accresce la tensione di questa
scena. Un urlo immane, in
crescendo,
di tutta l'orchestra sulla nota si crea una voragine sonora dove pare
abbiano spazio tutti gli istinti dell'uomo.
Scena Terza (
Una bettola).
Wozzeck torna in città e si rifugia in una bettola dove ragazze e
giovanotti ballano. Il suo cervello è sconvolto. Qualcuno si accorge
del sangue che macchia il suo vestito. Wozzeck fugge. Il momento
iniziale della scena - un movimento rapido di polka suonato da una
pianola - è alla base di questa
Invenzione
su un ritmo, lo stesso ritmo che, nella scena precedente,
determinava le entrate successive degli strumenti sulla nota
si (canone
ritmico). Qui non viene però sfruttato come una normale ostinata
pulsazione ma è sottoposto ad una continua e coerente trasformazione
dinamica attraverso l'uso di artifici contrappuntistici.
Scena Quarta
(
Presso lo stagno).
Wozzeck ritorna presso lo stagno completamente in preda alle
allucinazioni; vuole nascondere il coltello assassino e lavare il suo
corpo ch'egli vede lordo di sangue. Si inoltra nell'acqua dello stagno
ma tutto ai suoi occhi diventa sangue; l'acqua stessa, la luna...
annega. Questa -
Invenzione
su un accordo di sei suoni - è forse la scena più
realistica ed impressionante di tutta l'opera. Tuttavia l'immediatezza
della descrizione è raggiunta sempre attraverso una legge determinante
di costruzione musicale. L'iniziale accordo di sei suoni, che in questo
caso ha una sua funzione indirettamente tonale, si traspone e si
trasforma in una incessante varietà di atteggiamenti strutturali, sino
alla completa dissoluzione armonica e timbrica del modello iniziale. Un
disumano, lento e graduale scivolare di tutta l'orchestra
sull'accordo-tema, simile al sovrapporsi continuo di masse d'acqua,
soffoca gli ultimi rantoli di Wozzeck.
Segue un Interludio per sola orchestra al quale (è
una
Invenzione su una tonalità)
si vuol dare significato di commento all'azione da parte dell'autore,
quasi "appello al pubblico nel suo ruolo di protagonista dell'umanità"
(W. Reich). Sempre in via di schematizzare ora importa soprattutto
sottolineare come queste pagine possano stare accanto a quanto di più
bello sia mai stato detto in musica. La tonalità-tema è quella
di
re minore.
Attraverso una superba parabola armonica, durante la quale vengono
riassunti i principali temi e atteggiamenti dell'opera, l'invenzione
culmina in un tutto atonale. Sotto un accordo fortissimo di dodici
suoni (Dominante) risuona fortissimo ed improvviso nel registro grave
(clarinetto basso - 3 fagotti - controfagotto - 4 tromboni - tuba -4
timpani - arpa - violoncelli - contrabbassi) l'atto cadenzale di re
minore che riafferma improvvisamente la tonalità con un risultato di
sconcertante potenza. Questa Invenzione su una tonalità è forse il
"gesto" più significativo di Alban Berg in
Wozzeck. Con essa
infatti l'autore sanziona e circostanzia la sua più problematica e
fondamentale caratteristica: la concezione armonica. Infatti,
attraverso la sola e precisa dialettica di tonalità, atonalità e
tecnica seriale, egli pare aver arricchito ed in parte sostituito i
mezzi dinamici ed espressivi della musica tradizionale.
Scena Quinta
(
Strada davanti alla
casa di Maria). Il bambino di Maria gioca a cavalluccio.
«Tua mamma è morta» gli dicono, ma lui non comprende. Tutti i bambini
che giocavano in istrada, incuriositi, si recano di corsa verso lo
stagno per vedere la donna morta. Il figlio di Maria li segue, ignaro
col cavalluccio («Hopp, hopp»). La musica, quasi moto perpetuo, procede
indifferente. L'accordo che aveva chiuso gli atti precedenti qui non
determina alcuna conclusione ma pare voglia proseguire in un suo
doloroso cammino.
* * * * *
Ogni polemica a proposito del teatro musicale solo in questi
ultimi anni, così mi sembra, ha trovato nella sua formulazione un
oggetto comune, un elemento base che, attraverso varie prospettive, si
proietta con insistenza sulle diverse estetiche, sulle diverse poetiche
e, addirittura, sulle diverse componenti del teatro musicale stesso: Il tempo. Questa,
ch'è la condizione sine
qua non di ogni manifestazione umana (Tempo inteso di
volta in volta come durata reale o come durata autonoma e singolare
dell'espressione artistica), è anche il termine intorno a cui si aggira
la secolare polemica dell'opera in musica. Tempo del dramma e tempo della musica.
Due diverse, quasi opposte misure dinamiche che chiedono diritto di
cittadinanza in una medesima dimensione. Salvare le due dinamiche e
procurare loro una convivenza rispettosa dei singoli diritti: ecco, in
sede di studio, la funzione ultima del teatro musicale.
La definizione di Tempo
della musica mi condurrebbe direttamente a considerazioni
di forma nell'ambito stesso dell'atto musicale, considerazioni che
oltrepassano i limiti di questa schematica presentazione del capolavoro
di Alban Berg. Perciò, in breve: oltre ai fondamentali estremi formali
della vecchia opera italiana e del dramma wagneriano troviamo
l'esperienza di Wozzeck.
È qui infatti che, attraverso la scelta e l'invenzione di una data
forma per ogni momento del dramma, troviamo spinta al massimo la
volontà di dare alla musica ed al dramma stesso una propria durata. Le
classiche forme bipartite o tripartite e la non-forma del dramma
wagneriano trovano il loro compendio in questa opera che, con lucido
itinerario formale, pare aver creato una nuova dimensione espressiva in
cui la durata psicologica dei personaggi si specchia nell'atto musicale
con rinnovata e precisa funzionalità. A parte gli ovvi legami con
l'opera e la spiritualità del suo maestro Schönberg, con Wozzeck Alban Berg
ci presenta una delle più ardite sintesi apparse nella nostra civiltà
musicale. Dalla concezione del colore orchestrale inteso come
contributo drammatico (che ci riporta col pensiero alle fondamentali
esperienze di Monteverdi) alle cristallizzazioni formali, alle funzioni
tematiche, tonali e seriali (uso del leit-motiv), della
variazione continua, del declamato ritmico, del parlato ecc. tutta la
partitura di Wozzeck
si immette nel corso dell'universale musicale con la logica prepotenza
degli assoluti capolavori dell'arte. Il sipario è sceso solo
apparentemente sull'ultima scena del dramma: tempo del dramma e tempo
della musica si sono fusi in una mirabile sintesi dinamica durante le
15 scene dell'opera; la vicenda, eterna come lo stesso male del mondo,
continua oltre i limiti angusti della finzione teatrale, oltre il tempo
reale dello spettatore in una avvolgente, smisurata ed universale
coralità.
(1)
Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 8 ottobre 2003
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Ultimo aggiornamento 16 gennaio 2017