Quartetto per archi n. 14 in re minore, op. 9 n. 2, G 172


Musica: Luigi Boccherini (1743-1805)
  1. Grave (re minore). Allegro (re minore)
    Arrangiato come movimento di sonata per clavicembalo o arpa e violino da Naderman, vedi G 42
  2. Larghetto (si bemolle maggiore)
  3. Allegretto con moto (re minore)
Organico: 2 violini, viola, violoncello
Composizione: 1770
Edizione: Vénier, Parigi, 1772 (come op. X)
Guida all'ascolto (nota 1)

In ordine cronologico Boccherini fu l'ultimo dei grandi musicisti italiani i quali diedero nel Sei e nel Settecento l'avvio al concretarsi delle classiche forme della musica strumentale europea. Educato all'arte, oltre che nella sua città natale, in Roma, secondo i dettami della scuola di Corelli e di Tartini, Boccherini soggiornò in seguito a Parigi, prima di stabilirsi definitivamente a Madrid, come «compositore e virtuoso da camera» dell'Infante Luigi. Nel 1787 re Federico Guglielmo di Prussia gli conferì il titolo di «compositore di corte», ma dopo la morte di questi suoi protettori la vita di Boccherini trascorse e finì nella più squallida miseria. La sua opera, alla pari di quella della maggior parte dei suoi contemporanei e predecessori italiani, fu sospinta nell'ombra di un secolare oblìo dalla generale infatuazione operistica dell'Ottocento. La sua piena riscoperta e rivalutazione è, come s'è detto, ancora in corso. Essa verte non solo sul valore assoluto delle sue numerosissime musiche ma ne investe altresì la relativa funzione storica, mirando a precisare il ruolo che compete a Boccherini nell'ambito del processo formativo dello stile sinfonico e da camera basato sulla forma dialettica della Sonata. Anche se le prime pubblicazioni dei Quartetti e delle Sinfonie boccheriniane (1768 e 1771) non precedono quelle delle analoghe opere di Haydn, tuttavia si può rivendicare a Boccherini una piena autonomia di gusto e di stile rispetto ai suoi contemporanei viennesi. Tanto più che parecchie delle sue «Sinfonie, ossia Quartetti » pubblicate nel 1768, Boccherini le aveva già composte prima della data del suo viaggio a Vienna (1761). La serie dei suoi Quartetti comprende qualcosa come 91 numeri: essa si inizia con l'Op. 1 del Catalogo redatto dallo stesso autore e riveduto dal Piquot e dal Saint-Foix.

Il primo dei due quartetti programmati oggi, quattordicesimo in ordine di composizione, fa parte di un gruppo di «Sei quartetti... dedicati alli Signori Dilettanti di Madrid» scritti nel 1770 col numero di opera 10. Come gli altri lavori congeneri questo quartetto permette di definire quelli che si devono considerare come i principali portati stilistici dell'arte di Boccherini: differenziazione della compagnia strumentale, nel senso del conferimento di una più spiccata autonomia ai singoli strumenti, che vengono individuati in un alterno giuoco dialogico (non per nulla Boccherini intitolò il suo opus 7 Sei conversazioni a tre...); tematizzazione delle idee musicali, le quali da semplici entità concatenate e contrapposte tendono a «svilupparsi», a configurarsi come motivi, ad assumere l'ufficio di cellule germinative del tessuto sonoro. Con questo, secondo l'affermazione di R. Sondheimer si compie «il più importante fatto dell'arte moderna, cioè di porre anzitutto come fondamento dei pensieri sonori, sui quali in seguito erigere l'edificio architettonico della forma». Una particolare caratteristica che avvicina il quartetto in programma, ai Sei quartetti concertanti op. 27, è costituita dal fatto che, pur mantenendo il discorso un carattere dialogico, il primo violino tende sovente ad assumere su di se la maggiore responsabilità ed il maggior peso della trama sonora, impegnandosi in frequenti uscite virtuoslstiche che conferiscono a molti passi di codesto quartetto un carattere concertante.

Roman Vlad


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Eliseo, 29 dicembre 1952

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Ultimo aggiornamento 8 maggio 2016