Quanto in Boccherini l'originalità dei percorsi costruttivi, il gusto per la fantasia e l'invenzione formale siano in stretta relazione col linguaggio idiomatico ed espressivo degli strumenti ad arco lo si può comprendere nel primo tempo del Quintetto. In effetti, dello schema di sonata il Sostenuto non mantiene che le mere coordinate, giacché l'intero movimento è animato da umore instabile e atteggiamenti dispersivi, da impulsi rapsodici e improvvisativi. La prima parte è una specie di esposizione, ma né il nucleo principale, cantabile, esposto dal violoncello I né il nucleo secondario, dall'attacco marziale, appaiono particolarmente pregnanti dal punto di vista tematico; oltretutto, la transizione che completa il nucleo principale si arena su una fermata, mentre il nucleo secondario viene concluso da una breve cadenza del violoncello I: pause e fermate sono importantissime per il carattere del movimento. Dopo il ritornello della prima parte, poche battute con l'iterazione della coda del nucleo secondario bastano per formare la porzione centrale.
La ripresa si configura abbreviata e condensata - alla testa variata del nucleo principale è collegata la coda di quello secondario - per poi concludersi con una nuova fermata e sospensione del discorso musicale. A suggellare il movimento è una lunga e formalizzata «cadenza a due», ricca di agili spunti virtuosistici per il violino I e il violoncello I, cui gli altri strumenti si uniscono soltanto per l'accordo finale. Una certa eccentricità formale contraddistingue, in modo più sfumato, pure il secondo tempo. Nessuno scarto rispetto alle convenzioni nel garbato Minuetto - prima parte e ritornello; seconda parte e ritornello - mentre il Trio, che vede ancora in primo piano il violoncello I, aggiunge alle due parti ritornellate una terza ed estrosa sezione con lungo trillo finale del violino I per preparare la ripresa del Minuetto senza ritornelli.
Cesare Fertonani