Quintetto n. 7 in mi minore per chitarra e archi, G 451


Musica: Luigi Boccherini (1743-1805)
  1. Allegro commodo
  2. Adagio
  3. Minuetto con moto (trio)
  4. Allegretto
Organico: chitarra, 2 violini, viola, violoncello
Composizione: 1799
Edizione: Zimmermann, Lipsia - Berlino - Riga, 1925

Arrangiamento del Quintetto op. 56 n. 1, G 407
Guida all'ascolto (nota 1)

Il Quintetto n. 7 G 451 per chitarra e quartetto d'archi appartiene a un gruppo di Quintetti frutto di trascrizioni e adattamenti realizzati dallo stesso Boccherini da sue opere precedenti. L'uso della chitarra è un omaggio che il musicista lucchese fece al marchese di Benavente: l'originale era un quintetto con due viole e Boccherini utilizzò la chitarra ora come strumento armonico, ora come raddoppio di altre parti, ora come vero e proprio solista. Composto intorno al 1799, nel periodo del suo secondo soggiorno a Madrid, il Quintetto G 451 è una pagina equilibrata e piacevole; il primo movimento, Allegro moderato, si apre in un clima musicale quasi misterioso, ben reso dalle delicate note del violino sostenute dall'ostinato ribattuto della chitarra. A questo primo motivo fa seguito un secondo tema in sol maggiore, presentato dagli archi. Gioiose cadenze concludono l'esposizione e aprono alla sezione di elaborazione, tutta giocata sugli arpeggi modulanti della chitarra che creano un'atmosfera musicale molto suggestiva, quasi "notturna". Regolare la ripresa del primo e del secondo tema (ora in mi minore) ai quali Boccherini fa seguire un nuovo motivo che di fatto conduce alle cadenze finali.

L'Adagio è scritto nella canonica forma A-B-A; dopo poche battute introduttive degli archi, la chitarra prende in mano il discorso musicale con morbidi e dolci arpeggi in sol maggiore. La seconda parte è invece più "danzante", grazie alle scalette discendenti in terze del solista. La ripresa della prima parte viene seguita dal ritorno del motivo danzante del solista che chiude la pagina con tre strappate fortissimo in sol maggiore.

Il Minuetto è tripartito: la prima sezione, in mi minore, è dominata dalla chitarra solista (rapidi arpeggi in terzine); la seconda, dal carattere più cantabile e spensierato, è in mi maggiore (tema cantabile al violino). Una breve ripresa della prima sezione porta al Trio, galante nel dolce tema di danza proposto dal violino e dal violoncello sopra i fluidi arpeggi della chitarra. La ripresa del Minuetto senza ritornelli conclude il movimento.

Meravigliosamente cantabile e scorrevole è il movimento finale, Allegretto, condotto dalla chitarra solista con un tema sereno e disteso in mi maggiore, cui fa seguito un secondo motivo più acceso presentato dagli archi. La sezione centrale, in mi minore, è più appassionata e inquieta, e viene giocata in dialogo serrato fra il solista e il quartetto d'archi. Il Quintetto si chiude con la ripresa della prima parte.

Alessandro De Bei


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 292 della rivista Amadeus

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Ultimo aggiornamento 20 marzo 2014