Sinfonia n. 1 in re maggiore, op. 12 n. 1, G 503


Musica: Luigi Boccherini (1743-1805)
  1. Grave (re maggiore). Allegro assai (re maggiore)
  2. Andantino (re minore)
  3. Minuetto (re maggiore) - Trio (sol maggiore)
  4. Presto assai (re maggiore)
Organico: 2 oboi, 2 corni, 2 violini, viola, 2 violoncelli, contrabbasso
Composizione: 1771
Edizione: Chevardière, Parigi, 1776 (come op. 16 n. 1)
Dedica: per S.A.R. Luigi di Spagna
Guida all'ascolto (nota 1)

Nato a Lucca il 19 febbraio; 1743, terzo di sette figli, Luigi Boceherini ebbe vita difficile e movimentata, ricca di avventure e non troppo felice. Malgrado la protezione di Luciano Bonaparte ed il lungo servizio presso la Corte di Madrid, malgrado tante fortunate tournées (celebre quella col violinista Filippino Manfredi), malgrado la vastità della sua produzione e la notorietà e l'influsso esercitato presso i contemporanei, morì in estrema povertà, avvilito e dimenticato da tutti, il 28 maggio del 1805 a Madrid. Come ha giustamente rilevato lo Stephenson, Boceherini fu compositore originale e libero e nello stesso tempo il principale rappresentante dello stile drammatico nel campo della musica strumentale e l'indipendente «concreatore» della nuova musica da camera. «La strada verso il quartetto d'archi egli la trovò senza contatto con Haydn ed il quintetto d'archi è sua creazione, che su Mozart ha agito come stimolo». In tal senso acquista luce e si fa comprensibile l'osservazione del Fétis: «On serait tenté de croire qu'il ne connaissait point d'autre musique que la sienne». Ed aggiunge lo Stephenson: a Lo stile del tempo e quello suo personale si trovano in lui nel più felice degli equilibri».

Uno dei più originali ed intensi rappresentanti musicali del suo tempo, è, dunque, il Boccherini, anche se solo negli ultimi anni si è cominciato a rendere giustizia alla sua grandezza. Fu il Torrefranca a porre in rilievo le influenze del Boceherini sul Mozart e l'Einstein sostanzialmente ne confermò la tesi, con la lucida analisi di confronto dei Concerti in re maggiore per violino ed orchestra dei due autori. Fu invece il Sondheimer a metterne in rilievo le qualità di sinfonista, in un famoso articolo sulla Rivista Musicale Italiana del 1920.

Luigi Boceherini scrisse circa trenta Sinfonie, comprese quelle di natura concertante. Il Picquot ne catalogò quindici, sei come op. 16 (pubblicate nel 1771 come op. 12, col titolo Concerti a grande orchestra), sei come op. 22 (1775), due Sinfonie periodiche (1792, op. 45 e 47) ed una Sinfonia concertante (1797, op. 38). Delle altre si ha notizia dai catologhi dello stesso Boceherini: un ordinamento preciso e definitivo si può dire ancora non "esista, malgrado le fatiche del Picquot prima e del De Saint Foix poi. Secondo il Sondheimer è la raccolta dell'op. 16 la più significativa della produzione sinfonica boccheriniana: delle sei Sinfonie che la compongono viene oggi eseguita la prima, in re maggiore.

La Sinfonia, scritta per archi, due oboi e due corni (cui si aggiunge un flauto nel trio del minuetto, nel quale tacciono gli oboi ed i corni: questi ultimi tacciono anche nell'andantino), è nei quattro movimenti tradizionali, allegro assai (preceduto da un grave, Secondo lo schema haydniano), andantino, minuetto, finale (presto assai). L'ampio grave, affidato agli oboi accompagnati dagli archi, introduce un allegro assai denso e nutrito, ricco di movimento e vario di episodi. L'andantino, in minore, melodioso e tranquillo, è tutto un cantabile effondersi dei violini, punteggiati dagli "oboi e sostenuti dagli altri archi. Al languido e melanconico minuetto, col delizioso episodio del trio affidato al flauto solista, segue un presto assai pieno di vita e di ritmo, intenso e serrato nello svolgersi, unitario pur nella ricchezza di immagini e notazioni.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 11 dicembre 1960

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Ultimo aggiornamento 24 maggio 2014