La Sonala n. 5, è l'unica dell'op. V in tonalità minore, conformemente alla prassi delle raccolte settecentesche a stampa (e diversamente da quanto Boccherini farà in seguito). Il primo movimento è un bell'esempio di quell'intenso romanticismo ante litteram che attraversa l'Europa sul finire degli anni Sessanta del Settecento. Il primo tema, ampio e impetuoso, è seguito da un'idea altrettanto pregnante, quasi una naturale prosecuzione della precedente, che ha però anche la funzione di preparare il clima momentaneamente più sereno della relativa maggiore, tonalità di un secondo tema non meno vigoroso del primo. Dopo il ritornello dell'esposizione, il primo tema non tornerà più nella sua tormentata configurazione iniziale, ma comparirà per due volte in tonalità maggiori, nella seconda sezione del movimento, intramezzato da un ampio episodio modulante; mentre la chiusura è affidata al secondo tema, ricondotto al carattere tormentato della tonalità minore. Il secondo movimento, in forma-sonata, non potrebbe offrire un contrasto più netto, con la contemplativa bellezza (che si vorrebbe definire "mozartiana") dei suoi due temi, ai quali il violino offre un apporto essenziale. Il Presto conclusivo ripropone, insieme con la forma, anche il clima espressivo del primo movimento, accentuandolo con l'elemento virtuosistico. Anche in questo caso, la chiusura della seconda sezione (e dunque dell'intera sonata) è affidata alla versione di modo minore dell'articolato secondo tema, preceduta da un episodio di carattere improvvisativo ("quasi una fantasia", si sarebbe detto molti anni più tardi) nel quale, eccezionalmente, prevale la dimensione armonica.
Marco Mangani