Sonata n. 6 in do maggiore per violoncello, G 6


Musica: Luigi Boccherini (1743-1805)
  1. Allegro (do maggiore)
  2. Largo assai (fa maggiore)
  3. Allegro moderato (do maggiore)
Organico: violoncello, basso continuo
Composizione: 1768 circa
Edizione: Bremner, Londra, 1770 - 1775 circa (come Sonata n. 2)
Guida all'ascolto (nota 1)

La fama di Boccherini è saldamente legata soprattutto alla monumentale produzione quartettistica e quintettistica; ha composto ben 102 quartetti e 163 quintetti, questi ultimi per varie formazioni, ma in prevalenza per due violini, due viole e violoncello. In essi si allineano tutti i migliori elementi d'invenzione e di scrittura definiti caratteristici della intera opera del maestro lucchese: la finezza formale e l'eleganza delle figurazioni, la varietà dei motivi e, nei tempi lenti, una mestizia serena, a volte percorsa da un'intima vibrazione, una giovanile brillantezza di pulsanti stacchi ritmici e di policromie festose negli allegri conclusivi. Secondo i più attenti studiosi dell'arte di Boccherini le piccanterie affioranti a tratti nei movimenti rapidi dei suoi quartetti ricordano l'origine toscana del compositore; il fare manierato e distinto richiama l'uomo che ebbe lunghi contatti con la più cerimoniosa delle corti, quella spagnola, mentre l'accuratezza della scrittura è rivelatrice di probità creativa, quale raramente era dato constatare in altri quartettisti italiani dell'epoca. Per giunta Boccherini compie un passo decisivo per staccare la forma del quartetto dalla sinfonia d'opera e imprimergli una propria autonomia, elevando la funzione della viola e del violoncello fino a togliere loro, in più casi, il carattere di parti di accompagnamento e di puro e semplice basso continuo.

Non va dimenticato che Boccherini è stato fecondo autore anche di 30 sinfonie, di sonate e di concerti per violoncello solista (a tredici anni già suonava il violoncello in teatro), di trii (trenta per due violini e violoncello e dodici per violino, viola e violoncello), di sestetti (quattordici pubblicati e due inediti) e di due ottetti rimasti manoscritti. In questa produzione non manca il segno della personalità boccheriniana con quella freschezza sorgiva della melodia e quella vivacità di idee strumentali, tanto esaltate dal musicologo Fausto Torrefranca, così da collocare il musicista toscano nella schiera dei più importanti precursori di Mozart. Del resto un esempio dello stile originale di Boccherini lo si può trovare nella Sonata in do maggiore che fa parte delle dieci Sonate per violoncello e basso pubblicate a Parigi nel 1775. Tre tempi contrassegnati da spunti tematici e slanci dinamici di effervescente animazione sonora, con il violoncello in posizione dominante in ogni sua modulazione dialogante con il pianoforte.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 26 maggio 1978

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Ultimo aggiornamento 10 aprile 2014