Nelle steppe dell'Asia Centrale

Poema sinfonico

Musica: Alexander Borodin (1833-1887)
Organico: 2 flauti, oboe, corno inglese, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, timpani, archi
Composizione: 1880
Prima esecuzione: San Pietroburgo, Teatr Zimnevo Dvortsa (Teatro dell'Ermitage nel Palazzo d'Inverno), 8 Aprile 1880 Prima edizione: 1880
Dedica: Franz Liszt
Guida all'ascolto 1

Musicista nato e scienziato di valore Borodin nasce a Pietroburgo il 12 Novembre del 1833 da una nobile famiglia di origini caucasiche.

Si laurea giovanissimo in medicina ed intraprende la carriera universitaria diventando a soli 28 anni titolare della cattedra di chimica (ancora oggi è ricordato nelle facoltà di chimica russe per i suoi meriti scientifici) e coltivando parallelamente la sua passione per la musica.

Sfrutta una serie di viaggi professionali in Europa per entrare in contatto con le più importanti correnti musicali dell'epoca divenendo amico di Liszt ed assistendo alle prime rappresentazioni di Wagner.

Rientrato in Russia entra in contatto con Balakirev vigoroso ed accorto organizzatore, direttore d'orchestra ed insegnante oltre che compositore che stava organizzando la Libera Scuola di Musica di San Pietroburgo in opposizione al Conservatorio zarista ed a tutto quello che rappresentava.

Da questa esperienza nasce il "Gruppo dei Cinque" formato da Balakirev, Cui, Moussorgski, Rimski-Korsakov e da Borodin con l'intento di trovare un linguaggio musicale russo che partendo dall'anima popolare si contrapponesse all'imperante moda della musica occidentale europea.

In questo contesto Borodin ritrova le sue radici orientali ed applicando la sua mentalità scientifica, diventa un profondo studioso del folklore orientale russo cogliendone gli aspetti più profondi che trasferisce nella sua musica senza tradirli.

Composto per i festeggiamenti del 25° della salita al trono dello zar Alessandro II° con dedica a Liszt, lo schizzo sinfonico Nelle Steppe dell'Asia Centrale è uno dei migliori esempi di musica a programma.

Nella steppa si ode una canzone russa, poi in lontananza il trotto di cavalli e cammelli finchè al suono di una melopea orientale si avvicina una carovana indigena che protetta dalle armi russe, continua tranquillamente il cammino nel deserto scomparendo in lontananza: la canzone russa ed il canto asiatico si fondono in una sola armonia che si perde nella steppa.

Una struttura semplice che presenta i due temi caratteristici prima indipendenti poi insieme in contrappunto mentre le lunghe note tenute ed in ritmo di marcia evocano la traversata di un paesaggio senza limiti.

Terenzio Sacchi Lodispoto

Guida all'ascolto 2 (nota 1)

L'interesse per l'Oriente che Borodin manifesta nella sua musica trae origine dalla sua nascita: la madre era una semplice ragazza russa "figlia del popolo", e il padre un principe del Caucaso. Questo interesse per l'Oriente era peraltro già presente nelle opere di Michail Glinka, padre spirituale della "nuova scuola russa", nelle opere di Balakirev (Islamey, Tamara), di Rimskij-Korsakov (Shéhérazade, Sadko), di Musorgskij (Danze persiane nella Kovàncina, Salammbo), di Cui (Il prigioniero del Caucaso) e ancor di più nello stesso Borodin, il cui Prìncipe Igor è imbevuto di melos orientale in tutta la parte riguardante i polovesiani. Così avviene anche nel quadro sinfonico Nelle steppe delll'Asia centrale, la sua ultima miniatura orchestrale commissionata al compositore nel 1879 per le celebrazioni del 25° anniversario del regno dello Zar Alessandro II, come accompagnamento musicale per dei "quadri viventi" della storia russa, che però non vennero mai realizzati.

Racconta il biografo del compositore, il nipote adottivo Sergej Dianin: "Nel 1880 Borodin prese parte in qualità di compositore al concerto organizzato dalla cantante Daria Leonova. Costei si rivolse a Borodin per chiedergli di consentire l'esecuzione, nel concerto in questione, della Marcia polovesiana oppure di un 'brano scritto per quadri viventi'. Aleksandr Porfir'evic Borodin le consegnò la musica del quadro sinfonico Nelle steppe dell'Asia centrale, che ebbe così la sua prima esecuzione. Il concerto della Leonova, sotto la direzione di Rimskij-Korsakov, ebbe luogo nella casa di Kononov l'8 aprile 1880...".

In questa occasione fu pubblicata la seguente nota sul programma di sala: "Nel deserto dell'Asia centrale si ode per la prima volta il motivo di una pacifica canzone russa. Si sente uno scalpitio di cavalli e cammelli che si avvicina, si sentono le note di un motivo orientale, a lungo ripetuto. La steppa sconfinata è attraversata da una carovana di indigeni, scortata dall'esercito russo. La carovana farà il suo lungo viaggio con fiducia e senza paura, protetta dalla minacciosa forza militare dei vincitori. La carovana va sempre più lontano. Pacifiche e serene melodie russe confluiscono con quelle indigene in una sola armonia, che a lungo si ode risuonare nella steppa ed alla fine si smorza in lontananza".

Nel mese di giugno del 1881 Borodin, uomo dai tratti molto signorili oltre che gran poliglotta, e che spesso si recava all'estero essendo, del Gruppo dei Cinque, il più adatto a rappresentarlo, andò a Weimar a trovare Franz Liszt. Il grande ungherese nutriva particolare simpatia per la nuova scuola russa e s'interessava vivamente alle opere del Gruppo. Quando Borodin gli mostrò Nelle steppe dell'Asia centrale, la composizione piacque talmente al padrone di casa che gli chiese di farne immediatamente una trascrizione per pianoforte a 4 mani, che fu subito eseguita in un concerto privato. A Borodin non restò che scrivere la dedica a Franz Liszt. Ben presto lo raggiunsero notizie di esecuzioni a Jena, Liegi, Parigi e Anversa. In quest'ultima città nel settembre del 1885 la Società dei Musicisti invitò Borodin a dirigere concerti di musica russa durante l'Esposizione Internazionale. Il compositore rinunciò decisamente, dichiarandosi non abbastanza esperto nella direzione di una grande orchestra, ma ritenne indispensabile essere presente a tutti e tre i concerti, coronati da trionfale successo ed accompagnati da grandi ovazioni.

Valerij Voskobojnikov


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 16 aprile 2011

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Ultimo aggiornamento 27 aprile 2011