Una sorta d'inquietudine sembra insinuarsi anche nelle pagine apparentemente più calme e liricamente distese: in Dein blaues Auge, ad esempio, il preludio affidato al pianoforte potrebbe ricordare l'incantato Schumann dei Phantasiestücke, e altrettanto può dirsi per la prima melodia, di assoluta, lineare bellezza e cantabilità. Ma basta passare alla seconda strofa («Es brannte mieli...») che l'armonia piega verso modulazioni alquanto inconsuete, il canto s'irrigidisce in accenti più incisivi e neppure la conclusione ci riporta alla calma iniziale, nonostante il breve postludio pianistico che riprende le battute di apertura.
Cesare Orselli
Dein
blaues Auge Dein blaues Auge hält so still, Ich blicke bis zum Grund. Du fragst mich, was ich sehen will? Ich sehe mich gesund. Es brannte mich ein glühend Paar, Noch schmerzt das Nachgefühl: Das deine ist wie See so klar, Und wie ein See so kühl. |
I
tuoi occhi azzurri I tuoi occhi azzurri sono così fermi, che vi intravedo il fondo. Cosa ci vedo, mi chiedi? Vedo me stesso risanato. Due occhi ardenti mi bruciarono, ancora ne sento il dolore: i tuoi sono limpidi come un lago, e come un lago donano frescura. |