Si tratta di una «Ave Maria», pagina breve - solamente un centinaio di battute - per coro con accompagnamento d'orchestra o di organo (ma esiste anche una versione con pianoforte). È un brano semplice e schietto (non manca chi ha aggiunto «anonimo»), che viene ricordato soprattutto per i suoi accenti di affettuosa e domestica poesia.
Il testo è la tradizionale versione della nostra Ave Maria: l'unica libertà che Brahms si prese, fu di tralasciare - per ragioni sconosciute - la parte finale della preghiera (quella che recita «peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae»). Merito dell'Ave Maria è di aver attratto la sensibilità del compositore sul tema della morte e della resurrezione, tema che tanti riiflessi avrà sulla produzione futura. Tra l'altro, pur essendo un'opera giovanile, questo Coro contiene già qualche anticipazione espressiva del Requiem, di alcuni Mottetti, dei «Vier ernste Gesänge».
L'opera fu eseguita per la prima volta il 19 maggio 1859 in occasione di un matrimoniio, nella chiesa di San Michele ad Amburgo, con l'autore all'organo.