Vor dem Fenster (Davanti alla finestra), op. 14 n. 1

lied per voce e pianoforte

Musica: Johannes Brahms (1833-1897)
Testo: tradizionale tedesco Organico: voce, pianoforte
Composizione: 1858
Edizione: Rieter-Biedermann, Lipsia e Winterthur, 1861
Testo (nota 1)
VOR DEM FENSTER

"Soll sich der Mond nicht heller scheinen
soll sich die Sonn'nicht früh aufgehn,
so will ich diese Nacht gehn freien,
wie ich zuvor auch hab' getan"

Als er wohl auf die Gasse trat,
da fing er an ein Lied und sang,
er sang aus schöner, aus heller Stimme,
dass sein fein's Lieb zum Bett aussprang.

"Steh still, steh still, mein feines Lieb,
steh still, steh still und rühr dich nicht,
sonst weckst du Vater, sonst weckst du Mutter,
das ist uns beiden nicht wohl getan".

"Was fra' ich nach Vater, was frag' ich nach Mutter,
vor deinem Schlaffenster muss ich stehn,
ich will mein schönes Lieb anschauen,
um das ich muss so ferne gehn".

Da standen die zwei wohl beieinander
mit ihren zarten Mündelein,
der Wächter blies wohl in sein Hörnelein.
"Ade, ade, es muss geschieden sein"

"Ach Scheiden, Scheiden über Scheiden
tut meinem jungen Herzen weh,
dass ich mein schön' Herzlieb muss meiden,
das vergess' ich nimmermehr".
DAVANTI ALLA FINESTRA

Possa la luna non rilucere più splendente
possa il sole non sorger tanto presto al mattino
perché io questa notte voglio andar a donne
come ho già fatto in passato.

Mentre se ne va allegro per la via
cominciò ad intonare una canzone,
cantò con una voce tanto bella, tanto chiara
che la sua amata balzò dal letto.

Sta brava, sta brava, dolce mio amore,
sta brava e non affannarti,
se no, svegli il babbo, se no, svegli la mamma,
il che, per noi due, non è affatto una buona cosa.

Perché prendermi briga del padre, perché della madre,
dal momento che devo stare sotto la finestra di te che dormi,
È il mio bell'amore che voglio contemplare
prima d'andarmene tanto lontano.

Ecco, vicini l'uno all'altra stavano entrambi
con le esili loro boccucce,
finché il guardiano soffiò nel suo cornetto.
Addio, addio, dobbiamo proprio separarci.

Ah, separarsi, separarsi per sempre,
fa male al mio giovane cuore,
che io debba lasciare l'amore mio caro,
ma non lo dimenticherò, mai e poi mai.

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 22 febbraio 1985

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Ultimo aggiornamento 24 luglio 2015