Sonata n. 1 in do maggiore per pianoforte, op. 1


Musica: Johannes Brahms (1833-1897)
  1. Allegro (do maggiore)
  2. Andante (do minore)
  3. Scherzo. Allegro molto e con fuoco (mi minore) e Trio: Più mosso (do maggiore)
  4. Finale. Allegro con fuoco (do maggiore)
Organico: pianoforte
Composizione: 1852 - 1853
Prima esecuzione: Lipsia, Gewandhaus Saal del Conservatorio, 17 Dicembre 1853
Edizione: Breitkopf & Hartel, Lipsia, 1853
Dedica: Joseph Joachim
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

L'Esposizione del primo movimento della Sonata n. 1, Allegro, si apre con un energico tema dal marcato movimento accordale, il cui profilo melodico mette in moto un fugato utilizzato come episodio di transizione. Il secondo gruppo tematico si apre invece con una malinconica melodia (A), nella relativa tonalità minore, seguita da un delicato motivo (B) che si dipana per terze sopra un ribattuto pedale di dominante. La riproposizione variata di questi due elementi (A e B) del secondo gruppo tematico, inframmezzati da un episodio di collegamento con rapide fioriture di sedicesimi e una scala cromatica discendente, completa l'Esposizione, che viene completamente ritornellata.

Lo Sviluppo è quasi interamente costruito sul secondo tema. Il primo episodio è una variazione della frase B (secondo gruppo tematico) che si apre con un piano espressivo contenente brevi accenni imitativi, per poi passare a un forte marcato nel quale il tema è affidato a vigorose ottave della mano destra. La trama musicale si anima furiosamente con percussioni accordali tra le quali si inserisce, con strette reiterazioni, una piccola cellula ritmica estrapolata dal primo tema. Interviene quindi la frase A (secondo gruppo tematico) che viene messa in progressione (solo nella parte iniziale) alternandosi tra mano sinistra e mano destra, fino a che la concitata animazione dello Sviluppo si dissolve in un pianissimo con contìnue reiterazioni della già citata cellula ritmica del primo tema. Lo Sviluppo si conclude con una deliziosa melodia che, pur essendo chiaramente derivata dalla frase A, da essa si distoingue decisamente; la stessa melodia, fiorita da un delicato disegno terzinato, prepara infine la Ripresa. Questa ricalca a grandi linee il percorso dell'Esposizione, eliminando tuttavia il fugato di collegamento con il secondo gruppo tematico, trasposto nella tonalità principale ma in modo minore. In conclusione la frase B viene messa in stretta progressione, per poi lasciar spazio a una grandiosa coda finale costruita sul primo tema.

Nel secondo tempo, Andante, Brahms prende spuntoe dalla melodia di un canto d'amore tradizionale tedesco per dar vita a un tema costituito da due frasi (A e B), ognuna di quattro misure, con ripetizione della prima delle due (struttura A A B). Il tema viene poi riproposto e variato dall'aggiunta di delicati contrattempi nell'accompagnamento pianistico. Vi è quindi un episodio di collegamento che contiene l'incipit di A (mano sinistra) al quale si sovrappone un delicato ricamo di terzine. Tale accompagnamento si prolunga su nuovo elemento tematico, costituito da una sola frase di quattro misure (C) nella tonalità del quinto grado, a cui fanno seguito una variazione sia dell'episodio di collegamento, sia della stessa frase C. Torna, in modo maggiore, la frase B del primo tema, dapprima per esteso e quindi interrotta sul nascere da rapide terzine, seguita successivamente dalla seconda metà di C e da un ulteriore profilo melodico che si intreccia con l'incipit di A in modo maggiore (al basso). Dal motivo C prende spunto infine l'ultimo episodio del movimento che, dopo un progressivo crescendo, si placa nel pianissimo di una coda nella quale riecheggia la figura iniziale del primo tema; nelle tre battute conclusive viene velatamente anticipato il tema del successivo movimento.

Lo Scherzo (Allegro molto e con fuoco) si apre con un tema brillante e risoluto, ricavato, come già detto, dalla cadenza conclusiva dell'Andante. Esso viene subito ritornellato per poi giungere, con una breve progressione, a un crescendo ad accordi ribattuti, che portano alla ripresa del tema stesso, eseguito dapprima pianissimo e quindi con un contrastante fortissimo nel quale il tema viene dilatato con ridondanza fino alla coda conclusiva.

La sezione centrale del terzo movimento, Trio, richiama alcune delle romanze senza parole di Mendelssohn, con un ampio tema cantabile sostenuto da una costante e regolare figurazione pianistica d'accompagnamento, che trascolora dalla serenità della frase iniziale ad accenti più melanconici. Il tema del Trio viene quindi ritornellato e, successivamente, sottoposto a una elaborazione armonica culminante in un luminoso fortissimo nella tonalità maggiore iniziale, che si spegne gradualmente in una coda a cui fa seguito la ripetizione dello Scherzo da capo, senza il ritornello iniziale del tema.

L'Allegro con fuoco dell'ultimo movimento è in forma di libero Rondò. Il refrain si presenta come un leggero fluire di note staccate che adatta il profilo melodico del tema iniziale del primo movimento a una rapida scansione ternaria (tempo composto di 9/8), successivamente interrotta da un improvviso spostamento degli accenti ritmici (scansione binaria). Dopo il ritornello della prima parte, un episodio transitorio, costituito da una breve caduta di bicordi staccati reiterata progressivamente, porta alla ripresa del tema con un'evoluzione armonica differente da quella precedente. Il primo couplet (episodio in alternanza con il refrain) si svolge in tonalità di dominante con un carattere più pacato ed espressivo. Esso comprende una prima parte, sostanzialmente accordale, e una seconda più contrappuntistica. La ripresa ampliata della prima di queste due parti conclude infine l'episodio. Il refrain viene ora elaborato reiterando le due battute iniziali su diversi piani armonici, prima di essere definitivamente completato; il secondo couplet presenta una prima parte con una melodia disegnata da uno scarno movimento accordale nella relativa tonalità minore, e una seconda parte, più dolce ed espressiva, accompagnata da un nuovo ritorno della prima parte, questa volta più ampia e vigorosa. Il refrain, similmente alla precedente ripetizione, presenta una progressione delle due battute iniziali, alle quali però si aggiunge una breve eco mossa per terze che richiama il tema del secondo couplet. Dopo il completamento del tema, ritorna l'episodio di transizione ascoltato inizialmente, che porta a una ulteriore ripresa del refrain, limitato alla parte iniziale; un'ampia coda, con indicazione Presto non troppo agitato, è caratterizzata dalla contrapposizione degli arpeggi della mano sinistra agli accordi della mano destra, sui brevi e incalzanti frammenti melodici che si concludono in una fugace citazione finale del primo tema.

Carlo Franceschi de Marchi

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Brahms scrisse tre Sonate per pianoforte (in do magg., in fa diesis min., in fa min.) nel brevissimo arco di due anni (1852/53) e proprio agli inizi della sua attività di compositore. (E' curioso notare che, nella successiva produzione di Brahms, non compaiano altre Sonate per pianoforte solo, strumento che, oltretutto, rimarrà il preferito del musicista). Gli anni dal '50 al '53 furono anni per lui decisivi: incerto fra la carriera di concertista e quella di compositore, Brahms sceglie alla fine quest'ultima. E della musica scritta in questi anni, con una severità che non lo abbandonerà mai, salva soltanto le opere secondo lui più riuscite: alcuni Lieder, le tre Sonate e uno Scherzo per pianoforte, che riceveranno i primi cinque numeri d'opus.

I due lavori in programma questa sera sono dunque opere giovanili ma, nel contempo, espressione genuina e totale di una personalità artistica chiara e decisa; opere quindi mature ed originali che colpiscono per il loro accento appassionato e si articolano in strutture grandiose, frutto di una consapevolezza espressiva non turbata né sviata da inevitabile esuberanza e sfrenato entusiasmo giovanili. Del resto, sono state proprio queste due composizioni che, insieme alle altre due Sonate, determinarono quel famoso entusiastico articolo di Schumann, pubblicato il 23 ottobre 1853 sulla "Neue Zeitschrift für Musik" di Lipsia: «...io pensavo che un giorno sarebbe apparso, e apparso improvvisamente, qualcuno chiamato a render palese in modo ideale la più alta espressione del tempo, qualcuno che ci avrebbe apportato la perfezione magistrale non attraverso uno sviluppo graduale del suo ingegno, ma di colpo, come Minerva, quando uscì interamente armata dal capo di Cronide. Ed è venuto questo giovine sangue, alla culla del quale hanno vegliato Grazie ed Eroi. Si chiama Johannes Brahms...».

La Sonata in do magg. si apre con un tema che richiama, anche se esteriormente, la prima idea dell'Allegro iniziale della Sonata op. 106 di Beethoven; il movimento sembra prendere l'avvio quasi con difficoltà ma poi si sviluppa felicemente trovando la principale ispirazione nella liricità del secondo tema. L'Andante ha la forma di "tema con variazioni" e si basa su un antico Lied d'amore popolare tedesco; le quattro variazioni si ispirano alle quattro strofe del poema; chiude un Finale con uno sviluppo pieno di dolcezza. Lo Scherzo, dalla ritmica serrata e vivace, include un Trio mosso ed espressivo. Il quarto movimento, Allegro con fuoco, è in forma di libero rondò, vigoroso e irrequieto, a volte interrotto da frasi di pensosa e assorta meditazione.

Salvatore Caprì


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 94 della rivista Amadeus
(2) Testo tratto dal programma di sala del concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 11 aprile 1984

I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 25 gennaio 2013