Sonata n. 3 in fa minore per pianoforte, op. 5


Musica: Johannes Brahms (1833-1897)
  1. Allegro maestoso (fa minore)
  2. Andante. Andante espressivo (fa minore). Andante molto
  3. Scherzo. Allegro energico (fa minore). Trio (re bemolle maggiore)
  4. Intermezzo (Rückblick - Sguardo retrospettivo): Andante molto (fa minore)
  5. Finale. Allegro moderato ma rubato (fa minore)
Organico: pianoforte
Composizione: 1853
Prima esecuzione: Vienna, Großer Musikvereinsaal, 6 Gennaio 1863
Edizione: Senff, Lipsia, 1854
Dedica: Ida von Hohenthal
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

E' noto come Brahms, con l'aiuto del violinista Joseph Joachim, di soli due anni più anziano di lui, ma già famoso e conosciuto mentre si avventurava con un altro violinista l'ungherese Remènyi, in un giro di concerti nella Germanie settentrionale, abbia compiuto nel 1853 una visita a Schumann, a Düsseldorf, e questi, ascoltatelo in alcuni suoi pezzi pianistici, lo abbia rivelato al mondo artistico in un famoso articolo pubblicato nella «Neue Zeitschrift für Musik» di Lipsia. Si ritiene che il ventenne Brahms, eccellente pianista e musicista sorretto sin d'allora da una fervida fantasie romantica, suonasse in quella occasione vari pezzi per pianoforte, tra cui la Sonata in fa minore op. 5, completata nello, stesso anno, dopo aver scritto precedentemente l'Andante e l'Intermezzo. Si sa che Schumann intravide in questa Sonata per pianoforte (Brahms ne aveva scritte nell'anno precedente altre due, in do maggiore e in fa diesis minore) una «sinfonia in potenza», presentendo l'istinto sinfonico de compositore, cui naturalmente mancava in quel periodo la sicurezza necessaria per elaborare in modo adeguato gli strumenti in orchestra. Anche Clara Schumann, alla quali l'artista amburghese rimase legato per tutta la vita da un affetto profondo, ebbe parole di elogio per Brahms dopo il suo recital privato e annotò nel diario queste impressioni: «Ecco un artista che sembra sia stato inviato da Dio. Ci ha presentato alcune Sonate e gli scherzi, tutti brani ricchi di fantasia, di emozione e di ottima forma».

Brahms rimase enormemente lusingato e frastornato dall'articolo di Schumann, che dopo l'incontro di Düsseldorf gli aveva raccomandato di dare alle stampe non solo questi pezzi, ma anche altri. Brahms però si dimostrò critico verso se stesso e rispose così a Schumann: «Gli elogi che lei mi ha tributato pubblicamente hanno probabilmente aumentato in modo straordinario le aspettative del pubblico nei confronti della mia opera, così che io in certo qual modo non so come possa render loro giustizia. Penso di non pubblicare alcuno dei miei trii. Le parrà naturale che io cerchi con tutte le mie forze di farla sfigurare il meno possibile». Oltre ai trii, di cui si parla in questa lettera, egli ripudiò una sonata per violino e un quartetto per archi, mentre salvò le tre Sonate per pianoforte, facendo pubblicare la terza, in fa minore, dall'editore Senff di Lipsia. Effettivamente le tre Sonate pianistiche contengono in nuce le caratteristiche della personalità brahmsiana e rivelano, oltre tutto, un temperamento musicale appassionato e pieno di entusiasmo.

L'Allegro maestoso della Sonata in fa minore si apre con un tema energico e vigoroso, espressione di uno slancio tipicamente giovanile. Non mancano accenti più dolci e distesi, quasi a mettere maggiormente in evidenza il senso della compattezza sonora del discorso pianistico. L'Andante espressivo è una pagina di penetrante poesia romantica, con il suo lirismo crepuscolare risolto con accordi di terza e di sesta; è un notturno di largo respiro, in cui la melodia si distende con purezza e delicatezza di accordi, di sapore a volte impressionistico e secondo quel gusto intimistico, tipico dello stile più autenticamente brahmsiano. Verso la fine il suono sembra irrobustirsi e innalzarsi verso il cielo, ma tutto si scioglie silenziosamente e tranquillamente. Subentra quindi lo Scherzo che piacque tanto a Clara Schumann per la sua brillantezza ritmica; ha il tono danzante e affettuoso del laendler, al quale fa da contrappeso in sintesi perfetta un trio più cantabile. L'Intermezzo ha un andamento lento e riflessivo, proiezione di un sentimento di tristezza che qualche studioso brahmsiano ha paragonato ad una marcia funebre. Al contrario l'Allegro moderato finale è un scoppio luminoso e fosforescente di suoni nella forma libera di rondò; una coda travolgente e trionfale conclude la felicissima Sonata.

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Rigore, grandezza, pieno sviluppo delle idee, sommo equilibrio tra sintesi ed espansione, proporzioni sinfoniche, gusto del dramma e intensa cantabilità: la sonata in fa minore op. 5, ultima sonata di Brahms, possiede tutte queste caratteristiche. La sonata si compone di cinque tempi, è quindi di proporzioni insolitamente ampie. Il secondo e il quarto, rispettivamente l'Andante espressivo e l'Intermezzo, furono composti nell'estate del 1853 e si richiamano per l'uso di similitudini tematiche; gli altri tre, Allegro maestoso, Scherzo e Finale, furono approntati nell'autunno successivo. Il primo tempo ha caratteristiche di furiosa grandezza, cui seguono atmosfere cantabili, sacrali, cromatiche. Il secondo tempo riporta alcuni versi del poeta C. O. Sternau: vi si accenna ad un abbraccio fra innamorati nella notte. È una spia della delicatezza poetica di Brahms, vera radice del suo amore per la complessità e la grandezza della forma, da intendersi come fortezza eretta a difesa di quella delicatezza. Il terzo tempo sembrò a Clara Schumann un 'cataclisma'. Il quarto, l'intermezzo, ha come titolo 'retrospettiva': ci viene riproposto il secondo tempo, ma in una versione allucinata e lievemente funebre. Il finale è uno scherzo-marcia dai toni agitati, a volte luminosi, a volte cupi: l'umore di Brahms si incanala in un ermetismo sotterraneo (vi si trovano citazioni da un motto alfabetico, un cantus firmus) fantasioso e tragico.

Simone Ciolfi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 5 maggio 1978
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 28 ottobre 2013

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Ultimo aggiornamento 13 aprile 2013