Todessehnen (pubblicato nel 1882) inizia in tono cupo, con una fa diesis minore marcato, seppure pianissimo, da pesanti linee di ottave nella sinistra, che solo nella seconda parte lasciano il posto agli arpeggi in fa diesis maggiore della preghiera.
Johannes Streicher
Todessehnen Ach, wer nimmt von meiner Seele Die geheime, schwere Last, Die, je mehr ich sie verhehle, Immer mächtiger mich fasst? Möchtest du nur endlich brechen, Mein gequältes, banges Herz! Findest hier mit deinen Schwächen Deiner Liebe, nichts als Schmerz. Dort nur wirst du ganz genesen, Wo der Sehnsucht nichts mehr fehlt, Wo das schwesterliche Wesen Deinem Wesen sich vermählt. Hör es, Vater in der Höhe, Aus der Fremde fleht dein Kind: Gib, dass er mich bald umwehe, Deines Todes Lebenswind. Dass er zu dem Stern mich hebe, Wo man keine Trennung kennt, Wo die Geistersprache Leben Mit der Liebe Namen nennt. |
Nostalgia
della morte Ah, chi toglie dalla mia anima il segreto, duro peso, che, più lo celo, sempre più forte mi preme? Se solo ti spezzassi finalmente, o mio cuore straziato e angosciato! Qui con le tue debolezze e il tuo amore non trovi che dolore. Guarirai del tutto solo colà dove la nostalgia è appagata, dove l'essere che ti è sorella si sposa alla tua esistenza. Ascolta, o padre nei cieli, tuo figlio dalla lontananza ti supplica: fa che presto senta la brezza vitale della tua morte. Fa che mi innalzi a quella stella ove non si conoscono separazioni, dove il linguaggio degli spiriti chiama la vita col nome d'amore. |
(traduzione di Johannes Streicher) |