Todessehnen (Desiderio di morte), op. 86 n. 6

lied per voce e pianoforte

Musica: Johannes Brahms (1833-1897)
Testo: Max von Schenkendorf Organico: voce, pianoforte
Composizione: 1877 - 1880
Edizione: Simrock, Berlino, 1882
Guida all'ascolto (nota 1)

Todessehnen (pubblicato nel 1882) inizia in tono cupo, con una fa diesis minore marcato, seppure pianissimo, da pesanti linee di ottave nella sinistra, che solo nella seconda parte lasciano il posto agli arpeggi in fa diesis maggiore della preghiera.

Johannes Streicher

Testo

Todessehnen

Ach, wer nimmt von meiner Seele
Die geheime, schwere Last,
Die, je mehr ich sie verhehle,
Immer mächtiger mich fasst?

Möchtest du nur endlich brechen,
Mein gequältes, banges Herz!
Findest hier mit deinen Schwächen
Deiner Liebe, nichts als Schmerz.

Dort nur wirst du ganz genesen,
Wo der Sehnsucht nichts mehr fehlt,
Wo das schwesterliche Wesen
Deinem Wesen sich vermählt.

Hör es, Vater in der Höhe,
Aus der Fremde fleht dein Kind:
Gib, dass er mich bald umwehe,
Deines Todes Lebenswind.

Dass er zu dem Stern mich hebe,
Wo man keine Trennung kennt,
Wo die Geistersprache Leben
Mit der Liebe Namen nennt.
Nostalgia della morte

Ah, chi toglie dalla mia anima
il segreto, duro peso,
che, più lo celo,
sempre più forte mi preme?

Se solo ti spezzassi finalmente,
o mio cuore straziato e angosciato!
Qui con le tue debolezze
e il tuo amore non trovi che dolore.

Guarirai del tutto solo colà
dove la nostalgia è appagata,
dove l'essere che ti è sorella
si sposa alla tua esistenza.

Ascolta, o padre nei cieli,
tuo figlio dalla lontananza ti supplica:
fa che presto senta
la brezza vitale della tua morte.

Fa che mi innalzi a quella stella
ove non si conoscono separazioni,
dove il linguaggio degli spiriti chiama
la vita col nome d'amore.
(traduzione di Johannes Streicher)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 26 novembre 1992

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Ultimo aggiornamento 20 giugno 2014