Suite in do maggiore per arpa, op. 83


Musica: Benjamin Britten (1913 - 1976)
  1. Overture
  2. Toccata
  3. Nocturne
  4. Fugue
  5. Hymn (St Denio)
Organico: arpa
Composizione: 18 marzo 1969
Prima esecuzione: Aldeburgh, Jubilee Hall, 24 giugno 1969
Edizione: Faber Music, Londra, 1970
Dedica: Osian Ellis
Guida all'ascolto (nota 1)

Compositore di notevole statura artistica e di indiscusso talento, Britten occupa un posto di rilievo nel panorama della musica contemporanea non solo inglese. Non c'è genere musicale in cui egli non si sia cimentato e non abbia lasciato spesso una forte impronta della sua personalità. Compositore eclettico e profondamente radicato nel linguaggio tonale, egli ha saputo assorbire le esperienze più diverse, pur rimanendo sempre se stesso: dall'antica musica inglese (Purcell e Haendel) all'opera italiana di Verdi e Puccini, dagli accesi colori dell'orchestra straussiana alle ampie linee del sinfonismo mahleriano e alle ricerche timbriche e ritmiche di Berg, Hindemith, Stravinsky e Sostakovic. La Suite per arpa, composta nel 1969 ed eseguita lo stesso anno al Festival di Aldeburgh, è indicativa dello stile di Britten e della sua predisposizione a far tesoro del mondo musicale che lo circonda, ma con una precisa caratterizzazione personale sul piano dell'invenzione musicale. Il lavoro, che negli stessi titoli rivela il gusto per le reminiscenze arcaiche, molto spiccato in Britten, si apre con luminosi accordi in do maggiore, ai quali fanno seguito dissonanze con frequenti ostinati melodici e armonici. Il musicista sfrutta tutte le possibilità tecniche dell'arpa per raggiungere un clima espressivo molto comunicativo e senza ambiguità intellettualistiche.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 21 marzo 1980

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Ultimo aggiornamento 17 aprile 2014