The Young Person's Guide to the Orchestra, op.34

Variazioni e fuga su un tema di Purcell per orchestra e voce recitante (ad libitum)

Musica: Benjamin Britten (1913 - 1976)
Testo: (opzionale) Eric Crozier
  1. Tema A: Allegro maestoso e largamente
  2. Tema B
  3. Tema C
  4. Tema D
  5. Tema E
  6. Tema F
  7. Variazione A - Presto
  8. Variazione B - Lento
  9. Variazione C - Moderato
  10. Variazione D - Allegro alla marcia
  11. Variazione E - Brillante, alla polacca
  12. Variazione F - Meno mosso
  13. Variazione G
  14. Variazione H - Cominciando lento ma poco a poco accelerando
  15. Variazione I - Maestoso
  16. Variazione J - L'istesso tempo
  17. Variazione K - Vivace
  18. Variazione L - Allegro pomposo
  19. Variazione M - Moderato
  20. Fuga - Allegro molto
Organico: ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, gong, xilofono, piatti, triangolo, castagnette, woodblock, grancassa, tamburo militare, arpa, archi
Composizione: 31 dicembre 1945
Prima esecuzione: Liverpool, Royal Court Theatre, 15 ottobre 1946
Edizione: Boosey & Hawkes, Londra
Dedica: ai figli di John e Jean Maud
Guida all'ascolto (nota 1)

Nel 1946 fu chiesto a Benjamin Britten di scrivere il commento musicale per un documentario didattico intitolato The Instruments of the Orchestra (Gli strumenti dell'Orchestra). L'autore del documentario era il regista e librettista Eric Crozier, suo grande amico, che in quegli anni gli avrebbe fornito i testi di molte importanti composizioni (le opere Albert Herring, 1947, The little Sweep, 1949 e Billy Budd, 1951; la cantata Saint Nicolas, 1948) e, insieme a lui e a Peter Pears, avrebbe dato vita all'English Opera Group' (1947) e al Festival di Aldeburgh (1948). Nacque così la partitura di The Young Person's Guide to the Orchestra (Guida all'orchestra per i giovani) op. 34 che però, ancor prima che il documentario venisse distribuito, fu eseguita in concerto per la prima volta a Liverpool il 15 ottobre del 1946, con la Liverpool Philharmonic Orchestra diretta da Sir Malcolm Sargent.

Dedicata da Britten «con affetto ai bambini di John e Jean Maud: Humphrey, Pamela, Caroline e Virginia, per la loro formazione e il loro divertimento», The Young Person's Guide to the Orchestra ha come sottotitolo Variations and Fugue on a Theme of Henry Purcell (Variazioni e fuga su un tema di Henry Purcell), per voce recitante e orchestra, o per orchestra sola. Visto il suo intento didattico, infatti, il brano è concepito in due possibili versioni: una solamente strumentale (quella che ben presto ha finito per prevalere nettamente nelle esecuzioni concertistiche e nelle incisioni discografiche), e l'altra con un testo parlato - realizzato dallo stesso Crozier e affidato in genere al direttore d'orchestra - di introduzione alle varie sezioni e ai vari strumenti.

Quanto alla scelta di ricorrere a un tema di Henry Purcell, non è certo casuale e può essere spiegata sia con l'amore incondizionato per la sua musica coltivato da Britten fin dall'infanzia, sia con il fatto che il 1945 appena conclusosi aveva segnato il 250° anniversario della morte del massimo compositore inglese. Il tema scelto da Britten è una hornpipe en rondeau tratta dalle musiche di scena composte da Purcell nel 1695 per la fosca tragedia di Aphra Behn Abdelazer, or the Moor's Revenge.

Concepito nella forma di tema con variazioni con fuga conclusiva, il brano assolve alla sua funzione di far conoscere l'orchestra e i suoi strumenti fin dall'esposizione del tema, che risulta strutturata in sei brevi sottosezioni: il tema viene prima presentato solennemente in re minore da tutta l'orchestra (Allegro maestoso e largamente), poi ripreso pidamente per quattro volte dalle varie famiglie dell'orchestra (dai legni, in fa maggiore; dagli ottoni, in mi bemolle maggiore; dagli archi insieme all'arpa, in sol minore; dalle percussioni, in la maggiore) e infine ripetuto ancora una volta da tutta l'orchestra nell'originario re minore.

Dopo aver esposto il tema e aver presentato le famiglie dell'orchestra, Britten porta alla ribalta gli strumenti uno per uno: ciascuna delle 13 brevi variazioni che seguono (contrassegnate in partitura dalle lettere dell'alfabeto, dalla A alla M) ha infatti per protagonista uno strumento diverso: ottavino e flauti nella scintillante Variazione A (Presto), oboi nella languida Variazione B (Lento), clarinetti la Variazione C (Moderato) dal tono quasi circense che prepara l'ironica Variazione D (Allegro alla marcia) affidata ai fagotti; i violini esplodono improvvisi nella Variazione E (Brillante, alla polacca), lasciando la scena alle viole e poi ai violoncelli nelle intense Variazioni F (Meno mosso) e G; l'atmosfera torna serena nella Variazione H (Cominciando lento ma poco a poco accelerando) che ha per protagonisti i contrabbassi e nell'aerea Variazione I (Maestoso) affidata all'arpa; i corni nella Variazione J (L'istesso tempo) creano un clima di attesa per l'imminente conclusione cui si giunge rapidamente tramite la festosa fanfara delle trombe nella Variazione K (Vivace), il solenne incedere dei tromboni nella Variazione L (Allegro pomposo) e il variegato risuonare di un nutritissimo gruppo di percussioni nella conclusiva Variazione M (Moderato).

Inizia quindi la Fuga (Allegro molto), avviata ancora una volta dai flauti cui si aggiungono di volta in volta tutti gli altri strumenti, rispettando lo stesso ordine d'entrata delle 13 Variazioni, in un parossismo di intensità che sfocia finalmente nel trionfale ritorno del tema di Purcell: esposto dagli ottoni, va a stagliarsi maestosamente su quello della fuga che l'orchestra continua a ripetere con esaltazione crescente, e il brano si conclude in un'atmosfera di splendida e gioiosa epifania sonora dall'effetto assolutamente emozionante.

Arrigo Quattrocchi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 17 giugno 1996

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Ultimo aggiornamento 26 febbraio 2014