Lied des Brander, KV 299

per baritono e pianoforte

Musica: Ferruccio Busoni (1866 - 1924)
Testo: Wolfgang von Goethe dal Faust
Organico: baritono, pianoforte
Composizione: marzo 1918
Edizione: Breitkopf & Härtel, Wiesbaden, 1964
Testo (nota 1)

LIED DES BRANDER CANZONE DI BRANDER DAL "FAUST"
Es war eine Ratt im Kellernest,
lebte nur von Fett und Butter,
hatte sich ein Ränzlein angemäst't,
als wie der Doktor Luther.
Die Köchin hatt'ihr Gift gestellt,
da ward's so eng ihr in der Welt,
als hätt' sie Lieb im Leibe.
Sie fuhr herum, sie fuhr heraus,
und soff aus allen Pfützen,
zernagt' zerkratzt', das ganze Haus,
wollte nichts ihr Wüten nützen;
sie tat gar manchen Ängstesprung,
bald hatte das arme Tier genung,
als hätt' es Lieb im Leibe.
Sie kam für Angst am hellen Tag
der Küche zugelaufen,
fiel an den Herd und zuckt' und lag,
und tat erbärmlich schnaufen.
Da lachte die Vergift'rin noch:
« Ha, sie pfeift auf dem letzten Loch,
als hätt' sie Lieb im Leibe ».
C'era in cantina un topo
che viveva di lardo e burro
e aveva messo su una pancetta
come il dottor Lutero.
La cuoca gli preparò il veleno:
e il topo si sentì soffocare
come avesse amore in corpo.
Tosto correva di qua e di là
succhiò a tutte le pozzanghere,
rosicchiò, grattò tutta la casa:
ma inutilmente!
Fece alcuni salti dal terrore,
povera bestia, ma per poco:
come avesse amore in corpo.
Al chiaror del giorno
soffrendo giunse in cucina.
Cadde vicino al fornello,
si torse, rantolò
da far pena.
Ma la cuoca rise forte:
« Ecolo all'ultimo respiro,
come avesse amore in corpo! ».

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 25 maggio 1979

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Ultimo aggiornamento 4 ottobre 2013