Preludio e fuga in re maggiore per organo, BWV 532

Trascrizione per pianoforte di Ferruccio Busoni

Musica: Johann Sebastian Bach

Organico: pianoforte
Composizione della trascrizione: 1888
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1902
Guida all'ascolto (nota 1)

Pagina famosa, il Preludio e Fuga in re maggiore mostra chiari alcuni aspetti formali della prima maturità dell'opera organistica bachiana: in particolare, il frazionamento del Preludio in più sezioni contrastanti (nel nostro caso Moderato — Alla breve — Adagio), sollecitate probabilmente dalle possibilità coloristiche degli organi tedeschi settentrionali; e poi, nella Fuga, l'uso di un tema caratteristico, quasi rispondente alla barocca categoria del «bizzarro». Molta delle festosità di Haendel è presente nella fase centrale del Preludio, concluso tuttavia da una quasi cadenza (Adagio) animata da un profondo misticismo; e ancora al gusto scenografico di Haendel faranno pensare alcuni tratti della Fuga, veramente torrenziale nell'ampiezza del suo sviluppo. Ma più che al genuino testo bachiano, vale in questo caso guardare alla trascrizione che ne ha fatto Ferruccio Busoni, approdando in molti casi a risultati originali.

Dedicando la trascrizione pianistica delle Due Toccate di Bach all'amico Robert Freund, Busoni scriveva di aver concluso un gruppo di lavori che, iniziati fortuitamente, sembravano ora formare un insieme sistematico. Chiamava «Studi» queste sue trascrizioni, un po' come le letture al quadrato che Bach aveva fatto dei Concerti di Vivaldi; ma per Busoni erano soprattutto studi di tecnica e sonorità pianistica. «Si tratta dunque — scriveva il maestro di Empoli — di un contributo a un'alta scuola di pianismo. Riuniti, questi lavori formano, per così dire, un edificio che ha la sua base nella musica di Bach, che va ringiovanendosi e modernizzandosi verso l'alto e che sembra capace di portare nel seguito altre sovrastrutture più giovani, come un'antica e robusta radice che pur invecchiando sempre di più, produce senza tregua dei giovani rami». Nel piano dell'opera il Preludio e Fuga in re maggiore viene subito dopo l'edizione del Clavicembalo ben temperato e la trascrizione «nello stile da camera» dei Preludi di Corale; è quindi la prima elaborazione da concerto, che richiede cioè il possesso delle più alte difficoltà della tecnica pianistica. Fortunatamente il suo interesse (come quello delle Toccate e della celebre Ciaccona) esula dal campo puramente didattico e si pone come una tappa fondamentale della riconquista dell'opera di Johann Sebastian Bach all'interno della coscienza moderna.

Giorgio Pestelli


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 11 aprile 1969

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Ultimo aggiornamento 24 maggio 2019