Evgenij Onegin, op. 24
Scene liriche in tre atti e sette quadri
ATTO I
Quadro I
Giardino della
proprietà dei Larin. A sinistra, casa con terrazza; a
destra, un albero ombroso. Comincia ad imbrunire.
Introduzione
La
signora Larina è seduta sotto l'albero, e cuoce la
marmellata su
una piccola caldaia mobile; la njanja Filipievna l'aiuta. Le porte
sulla terrazza sono aperte: si sentono dall'interno le voci delle due
ragazze che cantano insieme.
N° 1 - Duetto e
quartetto
Tatiana, Olga
Avete
udito, di là dal bosco, di notte, la voce del cantore
dell'amore, del cantore della tristezza? Nel silenzio dei campi,
nell'ora mattutina, avete udito la triste melodia del flauto?
Larina
Cantano... anch'io talvolta - quanti anni sono passati! Ricordi? -
anch'io cantavo...
Njanja
Eravate giovane allora!
Tatiana, Olga
E
non avete sospirato, ascoltando la voce sommessa del cantore
dell'amore, del cantore della tristezza? Quando nel bosco incontraste
quel giovane, incontraste lo sguardo di quegli occhi offuscati, non
avete sospirato?
Larina
Come amavo Richardson!
Njanja
Eravate giovane allora!
Larina
Non
perché l'avessi letto, ma perché, molti anni fa,
la
principessa Alina, la mia cugina di Mosca, me ne parlava sovente. Ah,
Grandison! Ah, Richardson!
Njanja
Certo
che ricordo! A quel tempo eravate ancora fidanzata con vostro marito,
ma controvoglia... Allora sognavate un altro, assai più caro
al
vostro cuore e alla vostra mente.
Larina
Ah, era un dandy molto noto, giocatore e sergente della guardia.
Njanja
Quanti anni sono passati!
Larina
...sempre alla moda...
Njanja
...sempre alla moda e con che grazia!
Larina
Ma inaspettatamente, senza interpellarmi...
Njanja
...vi condussero all'altare. Poi, per lenire il vostro dolore, il
padrone vi portò qui.
Larina
Ah,
quanto ho pianto all'inizio! Per poco non lo abbandonai! Poi cominciai
ad occuparmi della casa, mi abituai e finii coll'accontentarmi.
Njanja
Cominciaste ad occuparvi della casa, vi abituaste e finiste
coll'accontentarvi. Ringraziarne Dio!
Larina, Njanja
L'abitudine
ci è donata dal cielo a rimpiazzare la felicità.
Proprio
così! L'abitudine ci è donata dal cielo in luogo
della
felicità.
Larina
Corsetti, album, principesse, quaderni di versi sentimentali,
tutto scordai...
Njanja
Incominciaste a chiamare Akul'ka quella che prima era Celine e
finalmente ritornaste...
Larina
Ah!
Larina, Njanja
...
alla vestaglia imbottita e alla cuffia! L'abitudine ci è
donata
dal cielo in luogo della felicità. Proprio così!
L'abitudine ci è donata dal cielo in luogo della
felicità.
Larina
Ma mio marito mi amava davvero...
Njanja
Sì, il padrone vi amava davvero,..
Larina
E si fidava di me in tutto.
Njanja
E si fidava di voi in tutto.
Larina, Njanja
L'abitudine ci è donata dal cielo in luogo della
felicità.
N° 2 - Coro e danza
dei contadini
In lontananza si sente
un canto di contadini.
Solista
Sono stanche le gambe veloci per il gran camminare...
Coro
Le gambe veloci per il gran camminare.
Solista
Sono stanche le bianche mani per il gran lavorare...
Coro
Le
bianche mani per il gran lavorare. Il mio cuore ardente si stringe per
il grande dolore: non so cosa fare, come dimenticare il mio amato.
Uomini
Sono stanche le gambe veloci per il gran camminare...
Tutti
Le gambe veloci per il camminare.
Uomini
Sono stanche le bianche mani per il gran lavorare...
Tutti
Le bianche mani per il lavorare.
I contadini entrano
portando un covone.
Contadini
Buonasera,
cara padrona! Buonasera, nostra benefattrice! Eccoci giunti ai tuoi
piedi, ecco il covone adorno di nastri: oggi abbiamo terminato la
mietitura!
Larina
Benissimo! Bisogna festeggiare! Sono felice di vedervi. Ma cantateci
qualcosa di più allegro!
Contadini
Subito, matuska! Rallegriamo la padrona!
Su, ragazze, in cerchio! Forza, sistematevi!
Le ragazze, cantando, si
dispongono in cerchio attorno al covone. Tatiana, con un libro in mano,
e Olga escono sulla terrazza.
Per il ponte-ponticello,
per le sue piccole travi di viburno,
lala, lala, lala, lala,
per le sue piccole travi di viburno,
passò un giovane-giovincello,
come una bacca di lampone,
lala, lala, lala, lala,
come una bacca di lampone.
Sulla spalla porta il bastone,
sotto la falda ha la zampogna,
lala, lala, lala, lala,
sotto una falda ha la zampogna,
sotto l'altra tiene il fischietto!
Indovina, amico mio,
lala, lala, lala, lala,
Indovina, amico mio!
Il sole è tramontato.
Anche tu ti sei addormentato?
Vieni tu, o manda qualcuno,
lala, lala, lala, lala,
vieni tu, o manda qualcuno,
manda Sasa, manda Masa,
o la piccola Parasa.
Parasen'ka è arrivata,
queste parole ha detto al suo amato,
lala, lala, lala, lala,
queste parole ha detto al suo amato:
non sgridarmi, dolce amico,
così com'ero sono uscita:
col carnicino sottile sottile,
con la sottanina corta...
Lala, lala, lala, lala,
col carnicino sottile sottile,
con la sottanina corta.
Lala, lala, lala, lala.
N° 3 - Scena e
arioso di Olga
Tatiana
(con un libro in mano)
Come mi piace, ascoltando queste canzoni, sognare di essere
chissà dove, lontano, lontano...
Olga
Ah, Tanja, Tanja! Tu sogni sempre! Io non ti assomiglio: a me le
canzoni mettono allegria.
(Accenna qualche passo
di danza)
Per il ponte-ponticello,
per le sue piccole travi di viburno...
Non
sono incline alla languida tristezza, non amo sognare nel silenzio,
né sul balcone, nell'oscurità della notte,
sospirare,
sospirare, sospirare dal più profondo dell'anima.
Perché sospirare quando così felicemente
trascorrono i giorni della mia giovinezza?
Sono spensierata e giocosa, per tutti sono una bambina.
La vita sarà generosa con me: io rimarrò come
sempre vivace, spensierata, gaia, come un'aerea speranza.
Non
sono incline alla languida tristezza non amo sognare nel silenzio,
né sul balcone, nell'oscurità della notte,
sospirare...ecc.
N° 4 - Scena
Larina
(a Olga)
Tesoro mio, sei allegra e vivace come un uccellino! Sono sicura che ti
metteresti subito a ballare, non e vero?
Njanja
(a Tatiana)
Tanjusa, Tanjusa! Che cos'hai? Non sarai malata?
Tatiana
No, njanja, sto bene.
Larina
(ai
contadini)
Bene, cari, grazie per le canzoni ! Passate nell'altra ala.
(alla njanja)
Filipievna, ordina che diano loro del vino. Addio, amici!
Contadini
Addio, matuska!
I
contadini si allontanano seguiti dalla njanja. Tatiana si siede sui
gradini della terrazza e si immerge nella lettura del libro.
Olga
(a Larina)
Mammina, guardate Tanja!
Larina
Cosa c'è
(guarda
Tatiana). In effetti, mia cara, sei molto pallida!
Tatiana
È il mio colore, non vi preoccupate, mamma!
È molto interessante questo libro.
Larina
(ridendo)
Così è per questo che sei tanto pallida?
Tatiana
Oh
sì, mamma, è la storia dei tormenti di questi due
innamorati ad agitarmi. Mi fanno così pena! Ah, come
soffrono!
Larina
Basta, Tanja! Una volta anch'io mi agitavo come te, leggendo questi
romanzi. Sono tutte invenzioni!
Sono passati gli anni e ho visto che nella vita gli eroi non esistono.
Ora sono più tranquilla....
Olga
Ma sbagliate a essere così tranquilla!
Guardate: vi siete scordata di togliervi il grembiule! E Lenskij
sarà qui tra poco!
(Larina si toglie il
grembiule)
Ascoltate! Arriva qualcuno... È lui!
Larina
Davvero!
Tatiana
(affacciandosi al balcone)
C'è qualcuno con lui...
Larina
Chi sarà?
Njanja
(entra di corsa con un giovane
servo)
Signora, è arrivato il signor Lenskij, e con lui
c'è il signor Onegin.
Tatiana
(cercando di andarsene)
Ah, io fuggo via subito!
Larina
(trattenendola)
Dove vai, Tanja? Sarebbe sconveniente!
Dio mio, ho la cuffia di traverso!
Olga
(a Larina)
Ordinate di farli entrare!
Larina
(al servo)
Presto, falli accomodare!
N° 5 - Scena e
quartetto
Il
servo corre fuori. Le donne, molto eccitate, si preparano adaccogliere
gli ospiti. La njanja riassetta il vestito a Tatiana e la lascia con un
gesto di incoraggiamento. Entrano Lenskij e Onegin.
Lenskij
Mesdames! Mi sono preso la libertà di portare un amico. Vi
presento Onegin, il mio vicino.
Onegin (si inchina)
È un grande onore!
Larina (confusa)
Vi prego, siamo felici di avervi qui: sedetevi! Queste sono le mie
figlie.
Onegin
Molto, molto lieto!
Larina
Entriamo!
O forse preferite rimanere all'aria aperta? Vi prego, non fate
complimenti: siamo vicini, non c'è bisogno di cerimonie!
Lenskij
È incantevole qui! Io amo questo giardino appartato e
ombroso! Ci si sta così bene!
Larina
Benissimo!
(alle figlie)
Entro: ho da fare in casa, occupatevi voi degli ospiti. Sarò
qui tra un minuto!
Larina entra. Onegin si
avvicina a Lenskij e gli parla a bassa voce.
Onegin
Sono molto curioso di sapere qual è Tatiana.
Lenskij
È quella malinconica e silenziosa come Svetlana.
Onegin
E tu sei innamorato della minore?
Lenskij
Sì, perché?
Onegin
Io
avrei scelto l'altra, se fossi stato, come te, poeta. Nei lineamenti di
Olga non c'è vita, proprio come in una Madonna di Van Dyck:
il
suo viso è grazioso e rotondo come questa stupida luna in
questo
stupido cielo.
Io avrei scelto l'altra.
Lenskij
Ah,
amico mio! L'onda e lo scoglio, i versi e la prosa, il ghiaccio e il
fuoco, non sono così diversi tra loro quanto lo siamo tu e
io.
Tatiana (a parte)
La mia attesa è finita, ho aperto gli occhi!
Lo
so, lo so: è lui! Ahimè, ormai i giorni e le
notti, e
l'ardente sonno solitario - tutto, tutto, sarà colmo della
sua
cara immagine!
Incessantemente, magicamente, tutto mi parlerà di lui e
infiammerà la mia anima col fuoco dell'amore!
Olga (a parte)
Ah,
lo sapevo che l'apparizione di Onegin avrebbe impressionato tutti e
interessato il vicinato! Inizieranno le supposizioni: tutti si
metteranno a commentare di nascosto, a scherzare, a giudicare non senza
malignità e a predire il fidanzamento di Tanja.
N° 6
- Scena e arioso di Lenskij
Lenskij (a Olga)
Io sono felice, felice: vi vedo di nuovo!
Olga
Ma non ci siamo visti ieri?
Lenskij
Oh, sì! Ma un giorno intero, un lungo giorno è
passato: un'eternità!
Olga
Un'eternità! Che parola terribile!
Un'eternità - un solo giorno!
Lenskij
Sì, è una parola terribile, ma non per il mio
amore!
Lenskij e Olga si
inoltrano nel giardino.
Onegin (a Tatiana)
Ditemi, immagino che vi annoierete in questo angolo solitario,
incantevole, ma così sperduto...
Non penso che abbiate a disposizione molti svaghi.
Tatiana
Leggo molto.
Onegin
È
vero che la lettura offre abbondante cibo all'anima e al cuore, ma non
possiamo trascorrere sui libri tutta la nostra vita.
Tatiana
A volte sogno, vagando per il giardino...
Onegin
E cosa sognate?
Tatiana
I sogni sono stati miei compagni fin dai giorni della culla.
Onegin
Vedo che siete una sognatrice terribile!
Anch'io ero come voi un tempo!
Onegin e Tatiana,
continuando a discorrere, si incamminano lungo un sentiero; Lenskij e
Olga ritornano.
Lenskij
Io
vi amo, io vi amo, Olga, come solo alla folle anima di un poeta
è ancora dato di amare: sempre, dovunque, un unico sogno, un
unico eterno desiderio, un'unica eterna tristezza. Ero un ragazzo che
non conosceva ancora i tormenti del cuore e tu già mi avevi
incantato: sono stato il tenero testimone dei tuoi trastulli di bambina
e ho condiviso i tuoi giochi al riparo delle querce ombrose.
Ah! Io ti amo, io ti amo, come ama solo l'anima di un poeta: tu sei il
mio unico sogno, tu - il mio unico desiderio, tu - la
mia
gioia e il mio dolore. Io ti amo, io ti amo e nulla mai - né
la
lontananza che raffredda, né l'ora della separazione,
né
il chiasso dell'allegria, potrà mutare l'anima riscaldata
dal
fuoco verginale dell'amore!
Olga
Noi siamo cresciuti insieme, protetti dalla quiete di questi campi...
Lenskij
Io ti amo!
Olga
E, ricordi?, i nostri genitori fin d'allora ci avevano preparato le
corone nuziali...
Lenskij
Io ti amo, io ti amo!
N° 7 - Scena finale
Larina e la njanja
escono sulla terrazza. Scende la notte.
Larina
Ah, eccovi! Dov'è finita Tanja?
Njanja
Credo che stia passeggiando con l'ospite dalla parte dello stagno. Vado
a chiamarla!
Larina
Dille che è ora di rientrare e di offrire ai nostri affamati
ospiti quello che Dio ci ha concesso.
La njanja esce
Larina
(a Lenskij)
Entrate, vi prego!
Lenskij
Dopo di voi!
Larina entra in casa,
seguita da Lenskij e Olga. Onegin e Tatiana ritornano, seguiti dalla
njanja.
Onegin
Mio
zio, che era uomo di più onesti principi, quando cadde
gravemente ammalato seppe farsi rispettare e non avrebbe potuto far
meglio. Il suo esempio sia di lezione agli altri. Ma, Dio mio, che noia
vegliare tutto il giorno un malato, senza allontanarsene nemmeno d'un
passo!
Tatiana e Onegin entrano
in casa.
Njanja (a parte)
La
mia colomba cammina tutta timida, la testa china, gli occhi bassi...
È terribilmente vergognosa! Oppure... che le piaccia questo
signore sconosciuto?
Entra, scuotendo
pensierosamente la testa.
Quadro II
La
camera di Tatiana, ammobiliata molto semplicemente. Vecchie sedie in
legno; un cassettone con specchio; vicino al letto un ripiano con
alcuni libri; una piccolo tavolo con l'occorrente per
scrìvere.
N° 8 - Introduzione
e scena con njanja
Tatiana, con una camicia
da notte bianca, è seduta, pensierosa, davanti allo
specchio. Filipievna è dietro di lei.
Njanja
Ho chiacchierato troppo! E tardi, Tanja!
Domani ti sveglierò presto per la messa. Vai subito a
dormire!
Tatiana
Non posso dormire, njanja, qui si soffoca!
Apri la finestra e siediti vicino a me.
(Filipievna apre la
finestra e si siede accanto a Tatiana)
Njanja
Cosa c'è, Tanja?
Tatiana
Mi annoio. Parliamo un po' dei tempi andati!
Njanja
Ma
di cosa, Tanja? Una volta la mia memoria conservava non poche vecchie
storie, vere o fantastiche, di spiriti maligni e fanciulle, ma adesso
tutto mi si è oscurato: ho scordato tutto ciò che
sapevo.
Sì, è arrivato il mio turno! Sono proprio mal
ridotta!
Tatiana
Raccontami, njanja, degli anni passati: sei stata innamorata, allora?
Njanja
Che dici, Tanja! Ai nostri tempi non conoscevamo l'amore - e poi la mia
defunta suocera mi avrebbe ammazzata!
Tatiana
E come hai fatto a sposarti, njanja?
Njanja
Così,
credo, voleva Iddio. Il mio Vanja era più giovane di me,
luce
mia, e io avevo tredici anni. Per due settimane la comare venne dai
miei e alla fine mio padre mi benedì. Per la paura piangevo
amaramente, tra le lacrime mi sciolsero le trecce e mi condussero in
chiesa. E così fui portata in una famiglia estranea... Ma tu
non
mi ascolti...
Tatiana (abbraccia la njanja con
passione)
Ah, njanja cara, io soffro, mi struggo, sto male, njanja, ho voglia di
piangere, di singhiozzare!
Njanja
Bambina
mia, tu non stai bene; il Signore abbia pietà di noi e ci
salvi!
Lascia che ti bagni con l'acqua santa, tu bruci tutta...
Tatiana (indecisa)
Non sono malata, io... sai, njanja... io... sono innamorata! Lasciami,
lasciami sola! Sono innamorata!
Njanja
Ma come...
Tatiana
Vai, lasciami sola!... Dammi carta e penna, njanja, e avvicina il
tavolo; vado subito a dormire...
(Filipievna esegue, poi
chiude la finestra e la tenda, e abbraccia Tatiana)
Addio...
Njanja
Buonanotte, Tanja!
N° 9 - Scena della
lettera
Filipievna esce. Tatiana
resta immersa nei suoi pensieri, poi si alza, agitata ma risoluta in
viso
Tatiana
Mi
perderò; ma prima, accecata da una sfolgorante speranza,
evocherò una felicità sconosciuta e
conoscerò le
delizie della vita. Bevo il veleno incantato del desiderio, il mio
sogno mi perseguita: dovunque, dovunque mi appare il fatale tentatore
dovunque, dovunque è con me!
(Va a sedersi al tavolo,
comincia a scrivere, poi si ferma)
No, non così! Ricomincerò daccapo!...
(Straccia il foglio)
Ah, cosa mi succede? Brucio tutta! Non so come cominciare...
(Scrive, poi si ferma e
rilegge)
«Vi
scrivo - non basta questo? Che altro posso dirvi? Ora, lo so, potete
scegliere di punirmi col disprezzo. Ma, se serberete almeno
una
goccia di pietà per il mio infelice destino, non mi
abbandonerete. All'inizio volevo tacere. Credetemi: la mia vergogna non
l'avreste conosciuta mai, mai!»
(Mette da parte la
lettera)
Oh
sì, avevo giurato di conservare nel fondo della mia anima il
segreto di questa folle, ardente passione. Ahimè, non ho
più la forza di padroneggiare il mio cuore... Che accada
quel
che ha da accadere... Gli confesserò tutto! Coraggio! Egli
saprà!
(Continua a scrivere)
«Perché
siete venuto qui? Nella solitudine di questo villaggio dimenticato io
non vi avrei mai conosciuto, non avrei mai conosciuto questo amaro
tormento. Col tempo, chissà, si sarebbero calmati i
turbamenti
della mia anima inesperta, avrei trovato un compagno per il cuore,
sarei stata una moglie fedele e una madre virtuosa...»
(È perduta
nei suoi pensieri, poi si alza)
Un
altro!... No, a nessun altro al mondo avrei dato il mio cuore!
Così ha decretato la volontà suprema,
così ha
deciso il cielo: io sono tua! Tutta la mia vita è stata un
pegno
del sicuro incontro con te; lo so, tu mi sei stato mandato da Dio, fino
alla tomba sarai tu il mio custode!
Nei sogni già mi eri
apparso, prima ancora di averti visto ti amavo. Il tuo sguardo
meraviglioso mi struggeva, la tua voce risuonava nella mia anima da
tanto tempo...
No, non era un sogno! Entrasti, e subito ti riconobbi. Avvampai per lo
stupore, mentre mi dicevo: È lui! È lui!
Non
era la tua voce quella che mi parlava silenziosamente quando aiutavo un
povero o lenivo con la preghiera l'angoscia dell'anima? E in questo
stesso istante non è la tua cara immagine che balena
nell'oscurità trasparente e si china piano sul mio cuscino?
Non
sei tu che, amorevole e lieto, mi sussurri parole di speranza?
(Si siede nuovamente al
tavolo e si rimette a scrivere)
«Chi
sei, il mio angelo custode o un perfido tentatore? Dissipa i miei
dubbi. O forse tutto questo è vano, l'inganno di
un'anima
inesperta, e il mio destino è completamente
diverso?»
(Si alza di nuovo, e
pensierosa attraversa la camera)
Sia
pure così! La mia sorte da questo momento è nelle
tue
mani, sono in lacrime davanti a te, imploro la tua protezione!
Pensami:
io sono qui sola, nessuno mi capisce, la mia mente non resiste
più e devo perire in silenzio! Io ti aspetto, ti aspetto!
Con un
solo sguardo dà vita alle speranze del cuore oppure spezza
questo sogno greve con un rimprovero, ahimè, meritato!
(Si siede rapidamente al
tavolo, termina con poche righe la lettera e la chiude)
Finisco...
Non ho il coraggio di rileggere... Muoio di vergogna e di paura... Ma a
mia difesa ho il vostro onore e a esso mi affido coraggiosamente!
N° 10 - Scena e
duetto
Va alla finestra e apre
le tende. Subito la camera s'illumina della luce rosata dell'alba
Ah, la notte è passata, ogni cosa si risveglia: il sole
sorge...
(In lontananza si sente
il flauto di un pastore)
Un pastore suona... Tutto è così tranquillo... E
io, io?
La porta si apre
lentamente e Filipievna entra
Njanja
È ora, bambina mia, alzati! Ma tu, bella, sei già
pronta! Oh, mio uccellino mattiniero!
Come
mi hai spaventata ieri sera! Ma, grazie a Dio, bambina, stai bene! Non
c'è traccia dell'angoscia di stanotte, il tuo viso ha la
freschezza di una rosa!
Tatiana
Ah, njanja, fammi un favore...
Njanja
Subito, cara, dimmi...
Tatiana
Non pensare... è giusto... un sospetto... ma vedi... Ah, non
rifiutare!
Njanja
Mia cara, Dio mi è testimone!
Tatiana
Allora,
senza farti sentire, manda tuo nipote con questo biglietto da O... da
quel... vicino... e ordinagli di non dire una parola, di non... di non
fare il mio nome!
Njanja
Ma da chi mio tesoro? Ormai sono sconclusionata. Di vicini ne abbiamo
tanti che non saprei nemmeno contarli. Da chi?
Dillo chiaramente!
Tatiana
Ah, njanja, come fai a non capire?
Njanja
Cuoricino
mio, sono vecchia, il mio cervello si confonde, Tanja; un tempo,
sì, ero sveglia: allora... allora... bastava una
parola dei padroni...
Tatiana
Ah, njanja, njanja, cosa c'entra! Non m'importa adesso della tua
intelligenza!
Vedi, njanja, si tratta di una lettera!
Njanja
Sì, si tratta, si tratta...
Tatiana
Non m'importa, njanja, della tua intelligenza!
Njanja
Non irritarti, anima mia; lo sai, sono un po' dura.
Tatiana
Per Onegin!
Njanja
Certamente!
Tatiana
Manda tuo nipote, njanja, con questa lettera, da Onegin.
Njanja
Su, non irritarti, anima mia, lo sai, sono un po' dura.
(La njanja prende la
lettera di Tatiana che all'improvviso si fa pallidissima)
Perché sei impallidita di nuovo?
Tatiana
Così, njanja... non è niente... manda tuo nipote!
La
nutrice prende la lettera, esita, poi mostra di aver capito ed esce.
Tatiana si siede al tavolo, vi appoggia e gomiti, si prende la testa
fra le mani e si perde nei suoi pensieri
Quadro III
Un
angolo remoto del giardino dei Larin. Arbusti di lillà e di
acacie. Aiuole con molti fiori, un poco trascurati. Una vecchia
panchina.
N° 11 - Coro delle
contadine
Un gruppo di contadine
raccoglie le bacche cantando
Contadine
Fanciulle, bellezze,
anime mie, amichette
giocate, fanciulle,
divertitevi, care.
Intonate la canzoncina,
la canzoncina più amata,
attirate il giovane
nel nostro girotondo.
Quando l'avremo attirato,
quando l'avremo visto di lontano,
scappiamo via, fanciulle,
lanciamogli ciliegie,
ciliegie, lamponi e rosso ribes.
Non venire a origliare
la canzoncina più amata,
non venire a spiare
i nostri giochi di fanciulle...
N° 12 - Scena e
aria di Onegin
Le fanciulle scompaiono
infondo al giardino.
Tatiana entra correndo e
si lascia cadere su di una panchina.
Tatiana
È qui, Eugenio è qui! Dio, Dio, cosa
avrà pensato! Cosa dirà?
Oh,
perché mai ho dato ascolto al gemito della mia anima
sofferente
e senza dominarmi gli ho scritto quella lettera? Sì, ora il
mio
cuore lo sa: riderà di me, il mio fatale seduttore... Oh,
mio
Dio, che infelicità, che pena!... Dei passi... sempre
più
vicini... Sì, è lui, è lui!
Onegin entra e si
avvicina a Tatiana. Di colpo Tatiana si alza e sta davanti a lui, a
testa bassa
Onegin
Mi
avete scritto, non negatelo. Ho letto la confessione della vostra anima
fiduciosa, l'effusione del suo amore innocente. Mi è cara la
vostra sincerità: essa ha risvegliato in me sentimenti da
gran
tempo sopiti. Ma non voglio lodarvi: preferisco contraccambiare con
parole altrettanto prive di artificio; accettate la mia confessione: la
sottopongo al vostro giudizio.
Tatiana (a parte lasciandosi cadere
sulla panca)
Oh Dio, che vergogna, e che dolore!
Onegin
Se
avessi voluto indirizzare la mia vita agli affetti domestici, se una
sorte benigna mi avesse riservato il destino di marito e di padre,
certo non avrei cercato altra fidanzata che voi. Ma non sono nato per
la felicità, l'anima mia le è estranea; le vostre
perfezioni sarebbero inutili: io non ne sono proprio degno. Credetemi
(la mia coscienza mi è testimone): il nostro matrimonio
sarebbe
un tormento. Per grande che fosse il mio amore, l'abitudine subito lo
cancellerebbe. Giudicate voi quali rose ci preparerebbe Imeneo, e forse
per molto tempo.
Non ritornano i sogni e gli anni, ah, ah, non
ritornano; non rinascerà la mia anima!... Io vi amo come un
fratello, come un fratello, e forse ancora più teneramente!
Ascoltatemi senza irritarvi: le fanciulle spesso cambiano i loro lievi
sogni con altri.
Ma imparate a dominarvi: non tutti possono comprendervi come ho fatto
io; l'inesperienza potrebbe procurarvi dei guai!
Contadine (fuori scena)
Fanciulle, bellezze,
anime mie, amichette,
giocate, fanciulle,
divertitevi, care!
Quando attireremo il giovane...
La
voce delle contadine si allontana. Onegin offre il braccio a Tatiana.
Lei lo guarda con un lungo sguardo implorante, poi si alza
macchinalmente e prende il suo braccio. Si allontanano lentamente
ATTO II
Quadro IV
Il
grande salone dei Larin, dove si tiene una festa da ballo. Un
lampadario al centro, e molte luci sulle pareti illuminano la scena.
Fra gli invitati, molti ufficiali in uniforme
N° 13 - Intermezzo
e
Valzer, scena con coro
All'alzarsi del sipario,
i più giovani ballano un valzer, mentre gli anziani
osservano ammirati
Onegin balla con
Tatiana, Lenskij con Olga. Larìna, in veste di padrona di
casa, si aggira inquieta
Ospiti
Che
sorpresa! Non ci saremmo mai aspettati la banda militare! Una festa coi
fiocchi! Non capita spesso di essere ricevuti così! Un
ricevimento splendido, non è vero, signori? Bravo, bravo,
bravo,
bravo! Che sorpresa! Bravo! Bravo, bravo, bravo, bravo! Ci hanno fatto
proprio una bella sorpresa!
Vecchi gentiluomini
Da
queste parti non accade spesso di godere del lieto scintillio di un bel
ballo! La caccia è il nostro solo divertimento: amiamo lo
scoppiettio dei fucili e il chiasso dei cacciatori.
Vecchie dame
Bel divertimento! Tutto il giorno volano per boschi, radure, paludi e
cespugli, e poi, esausti, se ne vanno a letto a dormire!
Davvero un bel divertimento per noi povere signore!
Entra un capitano ed
è immediatamente circondato dalle ragazze più
giovani
Ragazze (al capitano)
Ah, Trifon Petrovic! Come siete stato gentile! Vi siamo così
grate!
Capitano
Vi prego! È stato un piacere!
Ragazze
Danzeremo a meraviglia!
Capitano
È quello che voglio fare anch'io! Forza, iniziamo!
Onegin balla sempre con
Tatiana. Alcune coppie si fermano a osservarli
Alcune dame
Guardate, guardate: i due piccioncini ballano!
Altre dame
Era ora!
Le prime
Si sono fidanzati!
Le seconde
Povera Tanja!
Le prime
La prenderà in moglie...
Tutte
... e poi la tormenterà: dicono che è un
giocatore!
La danza finisce. Onegin
attraversa lentamente la sala, ascoltando le chiacchiere delle signore
Dame
È
terribilmente maleducato, è stravagante, non bacia la mano
alle
signore, è un massone e beve solo vino rosso!
Onegin (a parte)
Eccomi
servito! Ne ho abbastanza di queste chiacchiere meschine! Ma in fondo
me lo sono meritato! Perché sono venuto a questo stupido
ballo?
Perché? Non perdonerò a Vladimir questo scherzo!
Mi
metterò a corteggiare Olga, lo farò andare su
tutte le
furie! Eccola!
Olga si avvicina con
Lenskij
Onegin (a Olga)
Mi concedete questa danza?
Olga è
indecisa
Lenskij (a Olga)
Questo ballo l'avevate promesso a me!
Onegin (a Lenskij)
Devi esserti sbagliato!
Olga danza con Onegin;
le sue esagerate galanterie le fanno evidentemente piacere
Lenskij (a parte)
Ah, cosa sta succedendo! Non credo ai miei occhi! Olga! Dio mio, cosa
c'è?
Ospiti
Uno splendido ricevimento! Che sorpresa!
N° 14 - Scena e
couplets di Triquet
Quando Olga ha finito di
ballare con Onegin, Lenskij le si avvicina, mentre Onegin li guarda da
lontano
Lenskij (a Olga)
Cosa ho fatto per meritare questo scherno?
Ah, Olga, come siete crudele con me! Che colpa ho mai commesso?
Olga
Non capisco di cosa state parlando.
Lenskij
Avete danzato con Onegin tutte le scozzesi e tutti i valzer! Io vi ho
invitata, ma mi avete rifiutato!
Olga
Vladimir, è strano: ti arrabbi per delle sciocchezze!
Lenskij
Come! Sciocchezze? Avrei dovuto osservare con indifferenza come ridevi
e civettavi con lui? Mentre egli si chinava su
di te e ti stringeva la mano! Ho visto tutto!
Olga
Sono
tutte sciocchezze, fantasie! Non c'è nessun motivo per
ingelosirsi: abbiamo solo chiacchierato. È così
caro!
Lenskij
Caro, addirittura!
Ah, Olga, tu non mi ami!
Olga
Che assurdità!
Lenskij
Tu non mi ami... Balla il cotillon con me!
Onegin (avvicinandosi)
No, con me! Me l'avevate promesso, non è vero?
Olga (a Onegin)
E manterrò la parola!
(Lenskij la implora con
un gesto)
Ecco il castigo alla vostra gelosia!
Lenskij
Olga!
Olga
Per niente al mondo!
(Olga e Onegin si
allontanano da Lenskij. Un gruppo di ragazze avanza molto vivacemente
nella loro direzione)
Guardate: tutte le signorine vengono qua con Triquet!
Onegin
Chi è?
Olga
Un francese, vive dai Charlikov!
Ragazze
Monsieur Triquet, monsieur Triquet!
Chantez de grace un couplet!
Triquet
Io
ho già composto il mio couplet, ma, dite, dov'è
Mademoiselle? È necessario che ella sia qui, car le couplet
est
fait pour elle!
Ragazze
Eccpla! Eccola!
Gli
invitati formano un cerchio intorno a Tatiana, che è molto
imbarazzata e cerca di allontanarsi, ma deve restare ad ascoltare i
complimenti che le rivolge Triquet
Triquet (avvicinandosi a Tatiana)
Ah! Ecco la nostra reginetta! Mesdames!
Vado a cominciare! Vi prego di non disturbarmi, adesso!
«O che giorno di cuccagna in questo bel rifugio di campagna!
La
bella Tatìana s'è destata e tutta la compagnia
s'è
qui precipitata, fanciullette, uomini e gran signore a veder fiorir
questo bel fiore!
Siete una rosa, siete una rosa, siete una rosa bella
Tatìana!»
Ospiti
Bravo, bravo! Bravo, monsieur Triquet! Il vostro couplet è
splendido e l'avete cantato con molta grazia!
Triquet
«Tanti
auguri d'una vita toujours julive, che sia per sempre la fata de ces
rives! Ch'ella mai si stanchi né si debba ammalare e anche
nei
giorni di bonheur non si scordi del suo serviteur e di tutte le sue
amiche tanto care! Siete una rosa, siete una rosa, siete una rosa,
belle Tatìana!»
Ospiti
Bravo, bravo! Bravo, monsieur Triquet! Il vostro couplet è
splendido e l'avete cantato con molta grazia!
Imbarazzata,
Tatìana fa un inchino. Triquet le offre i couplets con gesti
esagerati
N° 15 - Mazurka e
scena
Capitano
Messieurs, mesdames, prendete i vostri posti, sta per iniziare il
cotillon! Prego!
Il
capitano offre il braccio a Tatìana. Essi guidano il
cotillon.
Onegin balla con Olga, poi l'accompagna a una sedia. Lenskij
li osserva torvamente. Fingendo di accorgersi solo ora della
sua
presenza, Onegin si volta verso Lenskij
Onegin
Non balli, Lenskij? Te ne stai lì, come un Child Harold!
Cos'hai?
Lenskij
Io? Niente! Ti ammiro: sei davvero un amico meraviglioso!
Qualcuno invita Tatiana
a ballare una figura della mazurka
Onegin
Mio Dio! Non mi aspettavo un simile riconoscimento!
Perché sei così irritato?
Lenskij
Irritato,
io? Nient'affatto! Semplicemente ammiro il modo in cui, con i tuoi
giochi di parole e le tue chiacchiere brillanti, fai girare la testa
alle ragazzine e ne sconvolgi l'anima. Si vede che Tatiana non ti
basta! A quanto pare, per amor mio vuoi rovinare Olga adesso,
distruggere la sua tranquillità e poi ridere anche di
lei!...
Ah, come ti fa onore tutto questo!
Onegin
Che cosa? Ma tu sei impazzito!
Lenskij
Splendido! Prima mi offendi e poi mi dai del pazzo!
Ospiti (avvicinandosi ai due)
Cosa c'è? Cosa è successo?
Lenskij
Onegin! La nostra amicizia finisce qui! Non ho alcuna intenzione di
prolungare questa vicinanza! Io... io vi disprezzo!
Ospiti
Che sorpresa inaspettata! E la lite sembra assai accesa: oramai fanno
sul serio!
Onegin (prende da parte Lenskij)
Ascolta, Lenskij, ti stai sbagliando!
Abbiamo
già attirato abbastanza l'attenzione con questo litigio! Non
ho
ancora distrutto la tranquillità di nessuno e ti confesso
che
non ho alcun desiderio di farlo.
Lenskij
Perché
allora le stringevi la mano e le parlavi all'orecchio? È
diventata tutta rossa, ridendo... Cosa... cosa le hai detto?
Onegin
Lenskij, non essere sciocco! Ci fissano tutti...
Lenskij
Cosa m'importa... Voi mi avete offeso e io esigo soddisfazione!
Ospiti
Cosa succede? Diteci, dite, di cosa si tratta?
Lenskij
Semplicemente... esigo che il signor Onegin mi dia spiegazioni del suo
comportamento.
Egli non desidera farlo e pertanto lo prego di accettare la mia sfida.
Larina
Dio mio! In casa nostra! Abbiate pietà, abbiate
pietà!
N° 16 - Finale
Lenskij
In casa vostra!... In casa vostra!...
In
casa vostra gli anni della mia fanciullezza sono trascorsi come un
sogno dorato; in casa vostra ho assaporato un tempo la gioia di un
amore puro e luminoso. Ma oggi ho imparato dell'altro: ho scoperto che
la vita non è un romanzo, che «onore»
è un
puro suono e «amicizia» una parola vuota, un
inganno
offensivo e meschino!
Onegin (a parte)
Nel profondo della mia anima sono scontento di me stesso: ho scherzato
con troppa leggerezza su una passione così
timida
e tenera! E poi, amando Lenskij come lo amo, avrei dovuto comportarmi
da uomo d'onore e intelligente, e non come uno stupido pallone
gonfiato, pieno di pregiudizi!
Tatiana (a parte)
Sono sconvolta, non riesco a capire Eugenio... Mi angoscia, mi angoscia
la gelosia... Ah, come mi tormenta! Mi stringe
il cuore come una gelida mano crudele!
Olga, Larina
Ho paura che questa notte alla festa seguirà un duello!
Ospiti
Povero Lenskij! Povero ragazzo!
Onegin (a parte)
Ho scherzato con troppa leggerezza!
Lenskij
Qui
ho appreso che una fanciulla può essere gentile come un
angelo e
bella come la luce del giorno, ma l'anima... l'anima... come un
diavolo, perfida e crudele!
Tatiana (a parte)
Ah, è la fine, è la fine, il cuore me lo dice.
Ma
anche la rovina mi è cara se viene da lui!... E non mi
lamenterò, no! Ah, di che lamentanni, di che lamentarmi?
Egli
non può, non può darmi la felicità!
Olga (a parte)
Ah,
è ardente il sangue degli uomini: decidono tutto con la
forza e
non sanno stare senza azzuffarsi! La gelosia ha invaso la sua anima, ma
io non ne ho nessuna colpa, nessuna! Gli uomini non sanno stare senza
azzuffarsi: discutono, litigano e subito sono pronti a battersi! Che
bella festa! Che scandalo!
Larina (a parte)
Ah, come sono ardenti i giovani: decidono tutto con la forza...
Ospiti
Possibile
che questo litigio finisca davvero con un duello? Ma i giovani sono
così ardenti, decidono tutto con la forza...
Onegin (a parte)
Nel
profondo della mia anima sono scontento di me stesso: ho scherzato con
troppa leggerezza su una passione così timida e tenera! E
poi,
amando Lenskij come lo amo, avrei dovuto comportarmi con più
senno e non come uno stupido pallone gonfiato pieno di pregiudizi o
come un ragazzo focoso e violento! È colpa mia! Nel profondo
della mia anima sono scontento di me stesso! Ma non c'è
più nulla da fare, ora devo rispondere alle offese!
Lenskij (a parte)
Ah,
no, tu sei innocente, angelo mio! Tu sei innocente, innocente, angelo
mio! Lui è un perfido, vile traditore senz'anima,
sarà
punito!
Onegin (avvicinandosi a Lenskij)
Sono
a vostra disposizione! Basta così - vi ho ascoltato anche
troppo: siete pazzo, pazzo, e una lezione vi servirà!
Lenskij
A domani, dunque! Vedremo a chi toccherà la lezione! Io
forse sarò pazzo, ma voi... voi siete un infame seduttore!
Onegin
Tacete... o vi uccido!
Onegin si getta su
Lenskij, ma gli ospiti lo trattengono e separano i due uomini. Onegin
si allontana. Tatiana scoppia in pianto
Ospiti
Che scandalo! Ma noi non permetteremo che combattano e si massacrino
l'un l'altro: non li lasceremo partire.
Teneteli, teneteli, teneteli! Sì, non li lasceremo uscire di
qui, non lo permetteremo!
Olga
Vladimir, calmati, ti prego!
Lenskij
Ah, Olga, Olga, addio per sempre!
Lenskij esce correndo.
Anche Onegin si allontana rapidamente. Olga vorrebbe seguirlo, ma
sviene fra le braccia della madre
Ospiti
Il duello si farà!
Quadro V
Paesaggio invernale. Un
mulino ad acqua presso un fiume; alberi sulle rive. Poco prima dell'alba
N° 17
- Introduzione, scena e aria di Lenskij
Lenskij
è seduto sotto un albero, immerso nei suoi pensieri. Il suo
secondo, Zaretskij, cammina impaziente avanti e indietro.
Zaretskij
Sembra che il vostro avversario non sia arrivato...
Lenskij
Arriverà! Zaretskij
Eppure mi sembra strano che non ci sia: sono già le sette!
Credevo che ci stesse aspettando!
Zaretskij entra nel
mulino
Lenskij
Dove, dove, dove siete volati, giorni d'oro della mia primavera?
Che
cosa mi prepara questo giorno? Il mio sguardo tenta invano di
afferrarlo, una nebbia densa copre il futuro. Ma non ha importanza:
è giusta la legge del destino. Che io cada, trafitto dalla
pallottola, o che essa mi manchi e voli via, tutto sarà per
il
meglio: c'è un tempo per dormire e un tempo per vegliare;
sia
benedetto anche il giorno dell'affanno, sia benedetto anche il giungere
delle tenebre!
Domani brillerà il raggio dell'alba e
splenderà il chiaro giorno: io, forse, scenderò
nell'ombra misteriosa del sepolcro e il torbido Lete
inghiottirà
il ricordo del giovane poeta; mi oblierà il mondo, ma tu!...
tu!..., Olga!...
Dimmi, verrai, ancella della bellezza, a versare
una lacrima sull'urna prematura e a pensare: mi amava, a me soltanto ha
consacrato l'alba triste della sua vita tempestosa! Ah, Olga, ti amavo,
a te soltanto ho consacrato l'alba triste della mia vita tempestosa!
Ah, Olga, ti amavo!
Amica del mio cuore, amica tanto attesa, vieni,
vieni ! Amica tanto attesa, vieni: io sono il tuo sposo ! Vieni, io
sono il tuo sposo! Vieni, vieni! Ti aspetto, desiderata amica, vieni!
Io sono il tuo sposo!
Dove, dove, dove siete volati giorni d'oro, giorni d'oro della mia
primavera?
N° 18 - Scena del
duello
Entra Onegin,
accompagnato dal suo servo Guillot, che porta le pistole. Zaretskij si
avvicina a Lenskij.
Zaretskij
Eccoli! Ma chi c'è col vostro amico? Non riesco a
riconoscerlo!
Onegin (inchinandosi)
Vi prego di scusarmi: sono un poco in ritardo...
Zaretskij
Prego!
Dov'è il vostro secondo? Nei duelli sono rigido e pedante e
ho
una passione per l'etichetta; non posso tollerare che un uomo venga
abbattuto in qualche modo, ignorando le severe regole di quest'arte e
tutta la sua antica tradizione!
Onegin
E
di questo non possiamo che lodarvi! Il mio secondo? Eccolo: Monsieur
Gillot! E non prevedo obiezioni a questa mia iniziativa: è
un
uomo oscuro, certo, ma anche di sicuro onore.
Guillot saluta con molto
rispetto, Zaretskij risponde freddamente.
Onegin
Dunque... cominciamo?
Lenskij
Certo, vi prego.
I due secondi si
ritirano per discutere le modalità del duello. Onegin e
Lenskij si voltano, le spalle, e aspettano.
Lenskij, Onegin
(a parte)
Nemici!...
D'un tratto la brama di sangue ci ha separati! D'un tratto non
dividiamo più le ore dell'ozio, e la mensa, e i pensieri e
le
azioni, da amici! Come divisi da un odio antico, in silenzio, a sangue
freddo, ci prepariamo a ucciderci l'un l'altro... Ah! Non scoppieremo
in una risata, ora che le nostre mani non sono ancora arrossate dal
sangue, non ci lasceremo amichevolmente?
No!... No!... No!... No!...
I
secondi hanno caricato le pistole e misurato la distanza. Zaretskij si
mette fra i due avversari e da a ciascuno una pistola. Guillot, che
è a disagio, si rifugia dietro un albero.
Zaretskij
Avvicinatevi, ora!
Zaretskij
batte tre volte le mani. Gli avversari fanno quattro passi in avanti.
Onegin alza la sua pistola. Nello stesso momento, Lenskij prende la
mira. Onegin spara, Lenskij cade. Zaretskij e Onegin si precipitano
verso di lui. Zaretskij lo osserva attentamente.
Onegin
È morto?
Zaretskij
Morto!
Onegin, sconvolto, si
nasconde il volto tra le mani.
ATTO III
Quadro VI
Un salone in una dimora
aristocratica di San Pietroburgo.
N° 19 - Polonaise
Si
vede una sala dove un ballo comincia con una polonaise. Ogni tanto,
qualche coppia di danzatori si rifugia nel salone; al termine della
musica alcune persone, in piedi o sedute, restano nel salone a
conversare.
N° 20 - Scena e
aria
del Principe Gremin
Onegin (solo, appoggiato alla parete)
La
mia noia mi insegue anche qui! La scintillante vanità del
bel
mondo non disperde questa angoscia eterna, struggente... Dopo aver
ucciso in duello il mio amico, sono arrivato ai ventisei anni senza uno
scopo, senza un'impresa, senza lavoro, senza moglie, senza occupazioni,
struggendomi in quest'ozio inane, incapace di applicarmi ad
alcunché.
L'irrequietezza si è impadronita di me con
il desiderio di mutar luoghi - attività assolutamente
tormentosa
che alcuni scelgono liberamente.
Così ho lasciato la mia
campagna, la solitudine dei boschi e dei prati, dove un'ombra
insanguinata ogni giorno mi torturava, e ho preso a viaggiare senza
meta, in preda a un unico sentimento... Invano!... Anche i viaggi,
ahimè mi hanno annoiato. Sono tornato e, come Cackij, sono
sbarcato direttamente nel bel mezzo di un ballo!
Gli
invitati ballano una scozzese, al termine della quale entra il
prìncipe Gremin. Tatiana è al suo braccio,
vestita con un
magnifico abito di ottimo gusto. Si siede su un divano. Gli invitati si
avvicinano a lei e la salutano con molta deferenza.
Invitati
La principessa Gremina! Guardate, guardate!
Alcuni giovani
Qual'è
Altri giovani
Guardate là!
Dame
Quella che si è seduta adesso!
Gentiluomini
Che incanto! Che dolce naturalezza!
Onegin (guardando attentamente Tatiana,
a parte)
Possibile che sia Tatiana? Davvero!... No!...
Come può essere? Da quello sperduto villaggio della steppa?
Non può essere... Non può essere...
Così semplice, e maestosa, e disinvolta! Sembra una regina!
Tatiana
(vedendo che suo marito si avvicina a Onegin, si volta verso gli
invitati che le sono accanto, e indica Onegin con un gesto appena
accennato)
Ditemi, chi è quello con mio marito? Non riesco a
riconoscerlo.
Gentiluomini
Un tipo stravagante, malinconico e un po' matto... È stato
all'estero... ed è appena tornato, Onegin.
Tatiana
Eugenio?
Gentiluomini
Lo conoscete?
Tatiana
È nostro vicino di campagna.
(a parte)
Signore, aiutami a nascondere la spaventosa agitazione della mia anima!
Onegin (a Gremin)
Dimmi, principe, non sai chi è quella signora col cappello
cremisi che sta parlando con l'ambasciatore spagnolo!
Gremin
Ah, si vede che manchi da molto! Aspetta, te la presento io!
Onegin
Ma chi è?
Gremin
Mia moglie.
Onegin
Così ti sei sposato! Non lo sapevo. Da molto?
Gremin
Quasi due anni.
Onegin
E con chi?
Gremin
Con una Larina.
Onegin
Tatiana!
Gremin
Vi conoscete?
Onegin
Siamo vicini.
Gremin
Tutte
le età sono soggette all'amore: i suoi impeti sono benefici
al
giovane nel fiore degli anni, che si è appena affacciato sul
mondo, come al guerriero ormai canuto e temprato dalla sorte. Onegin,
non voglio fingere: amo Tatiana alla follia! La mia vita scorreva
uggiosamente... Lei è apparsa, come un raggio di sole nel
cielo
grigio, e mi ha dato la vita e la giovinezza, sì, la
giovinezza,
e la felicità.
Tra questi bambini viziati, astuti, vili,
stravaganti, criminali ridicoli e noiosi, giudici ottusi e litigiosi,
coquettes bigotte e
lacchè per vocazione, tra i raffinati
tradimenti così comuni nel nostro mondo, tra le crudeli
censure
di questa società spietata, tra la vanità
insopportabile
di calcoli, di chiacchiere e pensieri - ella brilla come una stella nel
cielo pulito della notte, radiosa come un angelo di luce!...
Tutte le età sono soggette all'amore...
N° 21 - Scena e
aria
di Onegin
Gremin
Ma andiamo, te la presento!
(Gremin guida Onegin
verso Tatiana)
Mia cara, permettimi di presentarti un mio parente e amico, Onegin!
Onegin s'inchina con
deferenza, Tatiana risponde con semplicità, senza traccia
d'imbarazzo
Tatiana (a Onegin)
Sono felice... Noi ci siamo già incontrati!
Onegin
In campagna... sì... molto tempo fa...
Tatiana
Da dove venite? Non dalle nostre parti?
Onegin
Oh no! Torno da viaggi molto lunghi.
Tatiana
E quando siete tornato?
Onegin
Oggi.
Tatiana (a Gremin)
Mio caro, sono stanca!
Tatiana si allontana al
braccio di Gremin; Onegin la segue con lo sguardo.
Onegin (a parte)
Possibile
che sia la stessa Tatiana a cui, da solo a solo, in un angolo sperduto
e lontano, nell'impeto del mio sermone ho fatto la morale? La bambina
che ho abbandonato al suo umile destino? Possibile che sia
così
indifferente, così altera? Ma cosa mi prende? Pare un
sogno...
Che cosa si agita in fondo a quest'anima fredda e pigra? Malinconia?
Vanità? O di nuovo l'affanno della giovinezza - l'amore?
Ahimè, non ci sono dubbi, sono innamorato! Innamorato come
un ragazzo pieno di giovane passione!
Mi
perderò, ma prima, accecato dalla speranza, berrò
il
veleno incantato del desiderio, mi inebrierò di un sogno
irrealizzabile! Dovunque, dovunque mi appare la tua cara, sospirata
immagine: dovunque, dovunque essa è con me!
Onegin esce
all'improvviso, mentre gli invitati riprendono a danzare una scozzese.
Quadro VII
Una stanza nel palazzo
del Gremin.
N° 22 - Finale
Tatiana, vestita
elegantemente da casa, legge una lettera di Onegin.
Tatiana
Ah,
come soffro! Di nuovo Onegin si è messo sul mio cammino,
come
uno spaventoso fantasma! Il suo sguardo infuocato ha sconvolto la mia
anima e ha ridestato la passione assopita, come se fossi tornata quella
bambina e nulla ci avesse mai separati!...
(scoppia in pianto)
(Onegin
appare sulla porta. Si ferma un istante, guardando intensamente Tatiana
che piange, poi si avvicina rapidamente e si getta ai suoi piedi. Lei
lo guarda: non è sorpresa, né in collera, e gli
fa cenno
di rialzarsi)
Basta, alzatevi!... Vi debbo una spiegazione
sincera, Onegin. Vi ricordate quel giorno, in giardino, con quanta
umiltà ascoltai la vostra lezione?
Onegin
Oh, abbiate pietà, abbiate pietà di me! Ho
sbagliato, ma sono stato punito!
Tatiana
Onegin,
io allora ero più giovane, e più bella, credo, e
vi
amavo... E tuttavia, cosa mi ha riservato il vostro cuore, quale
risposta? Solo la severità!... Certo, non era cosa nuova per
voi
l'amore di una povera fanciulla! Ancora adesso, mio Dio!, mi si gela il
sangue nel ricordare la freddezza dei vostri occhi e quella predica!
Ma non vi accuso: in quell'ora terribile vi siete comportato nobilmente
e siete stato onesto nei miei confronti.
Allora, in campagna, lontano dalle chiacchiere mondane, non vi piacqui,
è così?
Perché
dunque adesso mi perseguitate? Non perché adesso appartengo
al
bel mondo, e sono ricca e conosciuta, e le ferite di guerra di
mio
marito ci hanno guadagnato il favore della corte? Non perché
adesso la mia caduta sarebbe notata da tutti e in società vi
guadagnerebbe la fama di seduttore?
Onegin
Ah!
Mio Dio! Com'è possibile che nella mia umile preghiera il
vostro
gelido sguardo legga la trama di un'astuzia così infame? Il
vostro rimprovero mi tortura. Se solo sapeste com'è
terribile
struggersi per la sete d'amore, ardere - e continuamente dover placare
con la ragione la tempesta del sangue; voler abbracciare le vostre
ginocchia e, tra i singhiozzi, inondarvi di preghiere, di confessioni,
di canti, di tutto tutto ciò che può esprimervi
il mio
amore!
Tatiana
Io piango!
Onegin
Piangete! Queste lacrime mi sono più care di tutti i tesori
del mondo!
Tatiana
Ah! La felicità era così possibile,
così vicina, così vicina!
Onegin
Ah!
Onegin, Tatiana
La felicità era così possibile, così
vicina, così vicina, così vicina!
Tatiana
Ma il mio destino, adesso, è deciso, e non c'è
ritorno. Mi sono sposata. Voi, ve ne prego, dovete lasciarmi!
Onegin
Lasciarvi? Lasciarvi? Come, come posso lasciarvi? No!
No!
Vedervi ogni minuto, seguirvi ovunque, cogliere coi miei occhi
innamorati il sorriso delle vostre labbra, i bagliori del vostro
sguardo, ascoltarvi per ore e ore, nutrire la mia anima delle vostre
perfezioni,
(cade ai suoi piedi, le
afferra una mano e la copre di baci)
morire
davanti a voi nei tormenti della passione, e impallidire, e venir meno:
ecco la felicità, il mio unico sogno, la mia unica vita!
Tatiana
Onegin, il vostro cuore è orgoglioso, e onesto.
Onegin
Non posso lasciarvi!
Tatiana
Eugenio, ve ne prego, dovete lasciarmi!
Onegin
Oh, abbiate pietà!
Tatiana
(ritirando la mano,
agitata)
Perché nasconderlo, perché fingere?
Ah, io vi amo!
Travolta
suo malgrado, Tatiana esita. Onegin se ne avvede e l'abbraccia
appassionatamente, ma lei si riprende subito e si distacca.
Onegin
Cosa ho sentito? Cosa hai detto? Oh, gioia!
Vita mia! Sei tornata la Tatiana di un tempo!
Tatiana
No, no! Non torna il passato! Appartengo a un altro ora, il mio destino
è deciso, e gli sarò fedele in eterno!
Lei tenta di
allontanarsi, ma è sfinita, e si lascia cadere su una
poltrona. Onegin si inginocchia davanti a lei.
Onegin
Oh,
non scacciarmi! Tu ami me, e io non ti abbandonerò; invano
perderesti la tua vita... Così vuole il cielo: tu sei mia!
Tutta
la tua vita è stata un pegno della nostra unione; Tatiana,
è Dio che mi ha mandato, fino alla tomba ti
proteggerò.
Non puoi rifiutare: per me lascerai questa casa odiosa e le chiacchiere
del mondo - non hai altra scelta!
Tatiana (alzandosi)
Onegin,
ogni decisione è presa: il destino mi ha data a un altro,
con
lui vivrò per sempre! No, non posso dimenticare il mio
giuramento!
(a parte)
Il
suo appello disperato trafigge profondamente il mio cuore, ma il sacro,
irremovibile dovere soffocherà questo ardore peccaminoso e
trionferà sul sentimento!
Onegin
No,
non puoi rifiutarmi. Per me devi lasciare tutto, tutto! Questa casa
odiosa e le chiacchiere del mondo - non hai altra scelta!
Oh, non scacciarmi, te ne prego! Tu mi ami! Invano perderesti la tua
vita! Tu sei mia, mia per sempre!
Tatiana
Me ne vado!
Onegin
No! No! No!
Tatiana
Basta!
Onegin
Oh, ti imploro, rimani!
Tatiana
No, tutto è deciso!
Onegin
Ti amo, ti amo!
Tatiana
Lasciami!
Onegin
Sei mia!
Tatiana
Addio per sempre!
Tatiana esce
Onegin
(resta un momento
immobile, impietrito dal dolore)
Orrore! Angoscia! Oh, destino miserabile!
Esce correndo.
(Traduzione italiana di
Cristina Moroni)
(1)
Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al numero speciale 012/13
della rivista Amadeus
I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti
e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente
agli aventi diritto.
Ultimo aggiornamento 22 luglio 2012