Cajkovskij compone il Pezzo capriccioso op. 62 per Brandukov tra l'agosto e il settembre del 1887. Nella versione per violoncello e pianoforte il pezzo è eseguito per la prima volta a Parigi (28 febbraio 1888) da Brandukov e dall'autore; a Mosca, il 7 dicembre 1889, avverrà la prima esecuzione della versione orchestrale, con Brandukov come solista. Il titolo del pezzo, definito «morceau de concert», non va ricondotto al clima espressivo, che è anzi piuttosto introverso (la tonalità di si minore, tra l'altro, è la stessa della Sinfonia patetica), ma all'andamento formale, libero e «capriccioso» come quello di una fantasia e fondato sull'alternanza di due sezioni di differente carattere. In tempo Andante con moto, l'introduzione apre il pezzo con un grave declamato del solista, accompagnato da strappate a piena orchestra e poi dai fiati. La prima parte espone quindi il tema principale, in si minore, molto cantabile e grazioso, dove si avvicendano una frase costituita da una semplice, appassionata ascesa melodica, una frase civettuola, finemente cesellata e di vago gusto popolare, e passaggi figurali; l'orchestra accompagna il solista con solerte discrezione. Dopo un'interpunzione dei legni, gli elementi della frase melodica e quelli della frase civettuola ricompaiono nell'epilogo della prima parte.
«Non cambiare il tempo», avverte Cajkovskij all'inizio della seconda parte, modulante: qui il solista si lancia in una specie di moto perpetuo, in staccato, sottilmente diversificato nelle dinamiche e che percorre tutta l'estensione dello strumento fino alla ripresa variata della prima parte. Ricompaiono allora il tema principale, in si minore, e l'epilogo per condurre a una ripresa variata della seconda parte che si risolve infine in una chiusa repentina.
Cesare Fertonani