Romeo e Giulietta

Duetto e scena per soprano, tenore e orchestra

Musica: Petr Ilic Cajkovskij (1840-1893)
Testo: William Shakespeare tradotto da Aleksandr Luckich Sokolovskij

Personaggi:

Organico: soprano, tenore, ottavino, 2 flauti, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, timpani, arpa, archi
Composizione: 1878 - 1881
Prima esecuzione: San Pietroburgo, ottobre 1894
Edizione: Jurgenson, Mosca, 1895

Destinato ad un'opera progettata e non realizzata, è rimasto incompiuto.
Terminato e strumentato da Sergei Taneev con materiale musicale parzialmente desunto dall'ouverture-fantasia omonima
Guida all'ascolto (nota 1)

Cajkovskij mostrò sempre notevole interesse per le tragedie di Shakespeare e in particolare per Romeo e Giulietta, così carica di sentimento e di poesia profondamente umane. Al musicista, più che le vicende storiche anche se drammatiche, interessavano i fatti psicologici e interiori dei personaggi, specie di quelli femminili, maggiormente compresi dalla natura sensitiva e tormentata del compositore. Per questa ragione, quando Balakirev consigliò a Cajkovskij di scrivere un'opera sulla Giulietta scespiriana, l'autore della Patetica accolse il suggerimento con molto interesse e alla fine, tra osservazioni e ripensamenti vari, si decise a stendere una ouverture-fantasia sulla romantica storia degli amanti veronesi. Nacque così il brano sinfonico che gli ascoltatori ben conoscono e la cui prima esecuzione ebbe luogo nel 1870 a Mosca diretta da Nikolaj Rubinstein con notevole successo. La composizione ha sempre incontrato il favore del pubblico per la varietà e la ricchezza dei colori strumentali e per l'intenso lirismo di sapore slavo del discorso melodico.

Pochi sanno però che Cajkovskij scrisse nel 1880 (ma la data non è certa) un duetto per soprano e tenore con accompagnamento d'orchestra, ispirato al Romeo and Juliet di Shakespeare; è una pagina lasciata incompiuta dall'autore e terminata, specie per la parte strumentale, da Taneev sulla base della partitura dell'omonima composizione sinfonica. Essa utilizza idee e spunti melodici della famosa ouverture, ma in una versione diversa per la presenza delle voci raffiguranti i personaggi principali della tragedia. L'esecuzione riveste un interesse che va al di là della curiosità e sta a dimostrare l'inesauribile vena creatrice dell'infelice musicista russo, al quale nessuno può negare pregiudizialmente una sua precisa e inconfondibile sigla espressiva.

Testo

Giulietta - Oh amore mio è stato il canto dell'usignolo a spaventarti
Romeo - Non è l'usignolo
Giulietta - Canta ogni notte sul melograno del giardino. E' lui! E' lui!
Romeo - Non è l'usignolo, no, non è lui, non è lui. No, angelo mio, quello è il canto dell'allodola, la messaggera del giorno
Giulietta - No, è l'usignolo
Romeo - No, no amica mia, è la messaggera del giorno che annuncia l'alba!
Giulietta - No, è l'usignolo, oh non temere mio caro
Romeo - Si! Annuncia l'alba. E' lei! E' lei. Guarda come ad oriente si sono rischiarate le nuvole e nel cielo scompaiono i timidi astri, l'allegro giorno ha già dorato le cime, tutto si desta, è ora! Ancora un attimo mi costerebbe la vita.
Giulietta - Oh, non temere, quella luce non è la luce del giorno, è il riverbero di una qualche meteora. Allontana, allontana il tarlo! Non è ancora l'ora
Romeo - E sia così, morirò, ma mi è dolce morire poiché tu lo vuoi
Giulietta - Oh Romeo!
Romeo - E sia, questa luce nebbiosa non è la luce del giorno
Giulietta - E' l'usignolo che canta...
Romeo - Ed io ti credo
Giulietta - Oh notte beata nascondici!
Romeo - Con gioia vado incontro all'ora della morte!
Giulietta - Oh notte beata!
Romeo - No, quella non è la luce del giorno, quella è la notte... Oh attimo meraviglioso fermati e tu notte d'amore nascondici e dacci ricovero
Giulietta - Il giorno, il giorno è spuntato. Oh sventura!
Romeo - No! Quella non è la luce del giorno! No! No! No! Amore mio, è l'usignolo che canta
Giulietta - Non è l'usignolo
Romeo - Ogni giorno canta sul melograno del tuo giardino. E' lui! E' lui!
Giulietta - No, angelo mio, quella è l'odiosa voce della messaggera del giorno
Romeo - No, è l'usignolo!
Giulietta - No, no, amico mio, no. Quella è la messaggera del giorno che annuncia l'alba, si, annuncia l'alba. E' lei! E' lei
Romeo - No, è l'usignolo, oh, non temere amore caro
Insieme - Oh sventura, sventura! E' la fine, addio! La notte è fuggita, il tempo dell'amore, dell'entusiasmo, della tenerezza, delle segrete carezze. E' giunta la fine dei sogni beati, il mormorio delle parole amorose si interrompe. Oh notte! Perché fuggi? Indugia un solo istante. Oh notte, aspetta!
Romeo - Dove sono il manto, le tue splendide tenebre...?
Oh notte beata! Fermati e nascondici nella tua dolce oscurità, ubriacaci di sonno!
Giulietta - Addio mio tenero amore. Ahimè! La notte se ne è andata, il giorno ci separa
Romeo - Oh giorno, giorno crudele, tu ci separi! Dove siete tenebre della notte! Luce del mio amore, della beatitudine celestiale. Giulietta, Giulietta, addio, addio! Addio Giulietta!
Giulietta - Oh giorno, giorno crudele! Sei la tenebra del mio amore! Ahimè, con la tua luce è finita la gioia! Addio mio dolce amico. La notte se ne è andata, il giorno ci separa, Romeo, mio amore, addio Romeo!
Insieme - E' ora di separarci. La notte se ne è andata.
Addio! Amore mio addio! Addio! Addio! Addio! Addio!

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 11 ottobre 1979

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Ultimo aggiornamento 7 maggio 2014